L’Accademia che assegna il Nobel per la letteratura è nei guai
Tre dei suoi membri se ne sono andati e un quarto minaccia di fare lo stesso per un caso di molestie: e rischiano di rimanerne troppo pochi
L’Accademia svedese, l’ente che ogni anno sceglie il vincitore del premio Nobel per la letteratura, è nei guai per come ha risposto a una serie di accuse di molestie sessuali contro il marito di una poetessa che ne fa parte. La reazione dell’Accademia alla vicenda è stata infatti giudicata troppo morbida da tre dei suoi membri, che per questo hanno lasciato il proprio incarico: e c’è un quarto membro che minaccia di fare lo stesso. Per via del regolamento dell’ente, i suoi membri sono tali a vita e non possono essere sostituiti: per questo, l’Accademia rischia di scendere sotto il numero di votanti necessario per prendere molte delle sue decisioni più importanti, anche se non quella che riguarda l’assegnazione del Nobel. Ma oltre alle complicazioni burocratiche, l’Accademia sta ricevendo pressioni e critiche per come ha gestito l’intera vicenda.
È cominciato tutto lo scorso novembre quando, con la spinta del movimento #metoo, il quotidiano svedese Dagens Nyheter pubblicò le accuse di aggressione e molestie sessuali fatte da 18 donne contro il fotografo franco-svedese Jean-Claude Arnault, persona molto nota nel mondo culturale svedese e marito della poetessa Katarina Frostenson, che dal 1992 è un membro dell’Accademia svedese. Dopo le accuse, l’Accademia svedese aveva avviato un’indagine sui propri rapporti con Arnault per stabilire se avesse avuto un qualche tipo di influenza sull’Accademia. Dal 2010, infatti, l’Accademia finanziava annualmente con 126mila corone (circa 13mila euro) un centro culturale gestito da Arnault insieme a Frostenson. Tra le persone che avevano accusato Arnault di molestie, poi, c’erano anche delle parenti di altri membri dell’Accademia. Due giorni dopo la pubblicazione delle accuse, l’Accademia aveva interrotto i finanziamenti al centro culturale, che si chiama Forum.
A dicembre la polizia aveva cominciato a indagare sulle accuse di molestie, anche se parte delle indagini sono state archiviate a marzo perché alcune accuse si riferivano a fatti avvenuti troppo tempo prima. L’indagine commissionata dall’Accademia invece si è conclusa con una raccomandazione da parte degli avvocati che se ne sono occupati a sporgere denuncia contro Forum. Ha anche appurato che sebbene Arnault non avesse avuto alcuna influenza nelle decisioni dell’Accademia sull’assegnazione dei suoi premi – non si occupa solo del Nobel – la segretezza riguardo alle decisioni riguardo al Nobel era stata infranta più volte. Infine ha stabilito che finanziando Forum l’Accademia ha violato le proprie regole, dato che stava favorendo uno dei suoi membri, Frostenson.
L’Accademia ha però deciso di non seguire le raccomandazioni conclusive delle indagini, e venerdì tre dei suoi membri – gli scrittori Klas Ostergren, Kjell Espmark e Peter Englund – hanno annunciato che non ne faranno più parte. Ostergren ha motivato le sue dimissioni accusando l’Accademia di aver tradito i principi alla base della sua fondazione, non seguendo le raccomandazioni degli avvocati e non prendendo maggiori distanze da Arnault. Espmark ha sostenuto che alcuni membri dell’Accademia abbiano preferito i propri rapporti di amicizia alla propria integrità. Englund, infine, ha detto semplicemente che non può condividere le scelte dell’Accademia. Sabato la scrittrice Sara Stridsberg, a sua volta membro dell’Accademia, ha detto che sta riflettendo se fare la stessa scelta.
Queste dimissioni, che non sono propriamente tali perché la carica di membri dell’Accademia svedese è a vita, sono un bel problema, per via del complicato regolamento dell’ente. Prevede infatti che l’Accademia svedese abbia 18 membri, e che nuovi membri possano essere eletti solo in caso di morte di uno dei membri esistenti, e soltanto con un quorum di 12 membri. Con le dimissioni di Ostergren, Espmark ed Englund il numero di membri attivi dell’Accademia è sceso a 13 perché nell’Accademia c’erano già due membri non attivi: la scrittrice Lotta Lotass, che se ne allontanò nel 2015 per ragioni personali, e la scrittrice Kerstin Ekman, che smise di partecipare nel 1989 perché l’Accademia non prese posizione contro l’ayatollah Khomeini per la fatwa contro Salman Rushdie.
Se anche Stridsberg dovesse dimettersi e se un altro membro attivo dell’Accademia dovesse morire, sarebbe impossibile per l’Accademia sostituirlo perché resterebbe con soli 11 membri (i 13 attuali, meno Stridsberg e meno il membro morto). E attualmente ci sono alcuni membri molto anziani: escludendo Epsmark, che ha 88 anni, ed Ekman, che ne ha 85, c’è il linguista Göran Malmqvist, che ha 93 anni, e lo scrittore Per Wästberg, che ne ha 85. Per risolvere la questione Sara Danius, membro dell’Accademia e sua segretaria, ha detto che l’ente penserà se modificare il proprio regolamento riguardo le nomine a vita, e se introdurre la possibilità di dare le dimissioni. Danius ha anche ammesso che nei rapporti con Arnault e Frostenson l’Accademia ha commesso degli errori.
Non ci si deve comunque preoccupare per l’assegnazione del futuro premio Nobel per la letteratura: il quorum perché sia assegnato è di soli otto membri, e basta una maggioranza semplice per sceglierne il vincitore.