Il traffico di hashish in Europa passa da qui
Dalla pericolosa strada di una città spagnola che si chiama La Línea, di fronte al Marocco, dove migliaia di persone lavorano nel narcotraffico e da anni succede di tutto
Lo scorso 7 febbraio in un ospedale della città andalusa La Línea de la Concepción, più conosciuta come La Línea, medici e pazienti hanno assistito a una scena da film. Un commando di una ventina di persone armate di bastoni e coltelli e con il volto coperto è entrato nel Pronto soccorso per cercare un narcotrafficante che era appena stato arrestato dalla Polizia nazionale spagnola. Lo hanno trovato e portato via con poca resistenza dei poliziotti presenti. Il nome del trafficante è Samuel Crespo, nipote dei due fratelli a capo del più importante clan di trafficanti di La Línea, i Castañitas. Crespo è stato portato con un aereo privato in una clinica in Marocco e poi è tornato in Spagna a fare quello che faceva prima: spacciare droga, un’attività che coinvolge direttamente 3mila dei 63mila abitanti di La Línea. Indirettamente, molti di più.
L’irruzione nell’ospedale di La Línea, che si trova a lato di Gibilterra, nel sud della Spagna, è stato l’ultimo di una serie di episodi surreali e violenti legati al traffico di droga accaduti in città nell’ultimo anno. Nell’aprile 2017, per esempio, un centinaio di persone lanciò delle pietre contro una pattuglia della Guardia civile che stava cercando di intercettare una grossa consegna di hashish nella zona del Tonelero, a lato di una delle vie più pericolose d’Europa, Calle Canarias. Giornalisti, opinionisti e politici hanno paragonato La Línea a Medellin, città colombiana famosa per le storie di droga legate al noto trafficante Pablo Escobar. È un paragone azzardato ma è di certo vero che il traffico di droga proveniente dal Marocco – hashish e cocaina, soprattutto – sta cambiando radicalmente la città, in un modo che sembra molto difficile da fermare.
La Línea – che nacque dopo che gli inglesi presero Gibilterra, all’inizio del Diciottesimo secolo – sono due città in una. Da una parte c’è quella economicamente depressa e che non si è ancora ripresa dalla crisi del 2008, dall’altra quella delle mega ville con piscina costruite dai trafficanti di droga a nord dal centro storico, nel quartiere Zabal. I traffici illeciti non sono un fenomeno recente. Fino a qualche decennio fa, ha scritto Sam Jones sul Guardian, si trafficava soprattutto tabacco, penicillina, zucchero e caffè, ma a metà degli anni Novanta la polizia riuscì a smantellare diverse reti criminali e quelle sopravvissute decisero di diversificare le loro attività contrabbandando hashish del Marocco.
Oggi i traffici avvengono per lo più sul tratto di spiaggia affiancato da Calle Canarias e vicino al Puerto de la Atunara. Ogni notte in questo tratto di costa arrivano diversi carichi di droga dal Marocco a bordo di motoscafi che spesso vanno più veloci delle imbarcazioni della polizia, ha raccontato Aritz Parra in un articolo su Associated Press. Ad aspettarli ci sono gli uomini dei clan che operano in città e che scaricano la merce rapidamente, un paio di minuti al massimo, prima di allontanarsi e portare la droga in magazzini o case private. A sorvegliare le operazioni ci sono decine di “vedette” incaricate di avvertire nel caso di arrivo della polizia.
I traffici sembrano coinvolgere moltissime persone di La Línea, che nel corso degli ultimi anni hanno contribuito a sviluppare quella che viene definita la “narco-economia”, cioè un’economia che gira grazie ai profitti del traffico di droga. Le bande criminali hanno avviato proprie attività imprenditoriali per riciclare il denaro, «convertire l’illecito in lecito», ha scritto di recente il giornalista del País Jesús Cañas. Gli uomini non mancano mai. L’attivista Francisco Mena, presidente un’associazione che si occupa di recupero dei tossicodipendenti, ha elencato i compensi garantiti a chi collabora con i clan: quelli che lavorano da “vedette”, e che hanno bisogno solo di uno scooter e di un telefono cellulare, guadagnano 1000 euro al giorno; quelli che scaricano la droga dai motoscafi e la trasportano via in auto arrivano a prendere 3-4mila euro a operazione; quelli che guidano i motoscafi in mare raggiungono tra i 30 e i 60mila euro per viaggio completato. Sono molti soldi, soprattutto per un posto così in difficoltà economica come La Línea.
Finora la polizia non è riuscita a fermare i traffici, nonostante l’invio delle forze speciali. Solo lo scorso anno a La Línea sono stati sequestrati 145.372 chilogrammi di hashish e 11.785 chili di cocaina, una minima parte della droga che è poi finita in mano a gruppi criminali francesi, italiani e olandesi. Le violenze intanto sono aumentate. Non si sa bene il perché, anche se ci sono diverse ipotesi: secondo fonti della polizia e delle bande criminali che hanno parlato con Associated Press, sarebbero collegate alla competizione fra bande criminali e ai furti di droga durante il trasporto compiuti per lo più da gruppi esterni provenienti dall’Europa dell’est. Secondo Juan Franco, sindaco di La Línea, ci sarebbe anche una questione generazionale: «Le vecchie generazioni avevano rispetto per l’uniforme della polizia, ma ora c’è una nuova generazione che mostra un assoluto disprezzo per l’autorità».
Jesus Núñez, comandante della Guardia civile spagnola, ha detto: «il problema di La Línea non è solo un problema di polizia. Se lo fosse, avremmo la stessa situazione in altre parti della Spagna». La situazione sembra essere complicata anche dalle persistenti conseguenze della crisi economica del 2008, che qui ha avuto un impatto enorme, e dalla geografia. Il governo spagnolo sta provando a cambiare le cose, anche se non sarà facile: poche settimane fa ha annunciato l’invio di nuovi agenti di polizia a pattugliare le coste di La Línea e a smantellare il sistema economico e di potere creato dai narcotrafficanti. L’azione di polizia sarà accompagnata da nuove politiche sociali promosse dalla giunta dell’Andalucía, la regione spagnola in cui si trova La Línea, che riguarderanno l’occupazione, le scuole e i servizi sanitari. Il ministro degli Interni spagnolo Juan Ignacio Zoido, inoltre, ha annunciato una nuova collaborazione tra Spagna, Marocco e Gibilterra, cioè tutte le parti interessate a frenare l’espansione del traffico di droga in questa parte di Mediterraneo.