Questa insalata è stata coltivata in Antartide
Senza terra e senza luce solare, in una serra avveniristica con sistemi che un giorno potranno usare gli astronauti nello Spazio
Un gruppo di ricercatori è riuscito a coltivare insalata e altri vegetali senza usare terriccio e luce solare in un container piuttosto angusto, quasi completamente separato dal gelido clima antartico. Il risultato è molto incoraggiante e rientra in un progetto per produrre cibi freschi in condizioni estreme, con sistemi che un giorno potranno rendere più autonomi gli astronauti impegnati nelle esplorazioni spaziali.
La vita per chi fa ricerca in Antartide non è molto diversa da quella degli astronauti che vivono sulla Stazione Spaziale Internazionale (ISS). L’ambiente esterno è ostile per buona parte dell’anno, con temperature al di sotto dei -20 °C, e i ricercatori vivono per mesi all’interno di basi prefabbricate che ricordano molto i moduli della ISS. Non è quindi un caso che molte delle ricerche svolte in Antartide siano organizzate proprio per studiare nuove soluzioni per la vita nello Spazio, per migliorare la vita degli astronauti e soprattutto rendere possibili missioni di lunga durata lontani dalla Terra, in vista di futuri viaggi verso Marte.
La serra utilizzata per l’esperimento si chiama EDEN ISS ed è stata realizzata da un consorzio internazionale di ricerca – che comprende anche l’Italia – e il cui lavoro è coordinato dall’Agenzia spaziale tedesca (DLR). Il container si trova sulla piattaforma glaciale di Ekström lungo la costa della principessa Martha, nella Terra della Regina Maud. È a qualche centinaio di metri dalla Neumayer III, stazione di ricerca della Germania attiva dal 2009 e che ospita 50 persone durante l’estate e appena 9 nel lungo e buio inverno antartico.
La EDEN ISS è formata da tre ambienti principali. Il primo, piccolo e angusto, serve da spogliatoio per lasciare giacche e altre attrezzature invernali, prima di entrare nel secondo ambiente dove ci sono gli strumenti di controllo per la serra, che è invece ospitata nel terzo e più ampio ambiente. Le piante vengono coltivate su scaffali, ognuno dei quali è dotato di luci LED per fornire l’illuminazione di cui hanno bisogno per crescere. I semi si sviluppano e mettono radici in vaschette nelle quali vengono pompate acqua e sostanze nutritive da un macchinario, mantenuto nel secondo ambiente del container. Un sistema di climatizzazione provvede invece a mantenere una temperatura costante e il giusto livello di umidità per favorire la crescita delle piante. L’intero allestimento ricorda un po’ quello della base marziana del film The Martian con Matt Damon.
Prima di essere impiegate in Antartide, le tecnologie per la EDEN ISS sono state sperimentate in diversi laboratori europei dai partner dell’iniziativa, che ha ricevuto parte dei fondi dal programma Horizon 2020 dell’Unione Europea. I sistemi sono poi confluiti a Brema, in Germania, dove sono stati ulteriormente testati e integrati. Il container è stato trasportato in Antartide nell’autunno dello scorso anno, dove i ricercatori hanno iniziato a lavorare per avviare le coltivazioni sperimentali.
I risultati ottenuti finora sono stati molto incoraggianti, dicono i ricercatori. Dopo le prime tre settimane di coltivazione, sono stati prodotti 3,6 chilogrammi di lattuga, circa 70 ravanelli e 18 cetrioli, in un periodo in cui la temperatura esterna arriva a -20 °C e raramente si vede il Sole all’orizzonte. I semi sono stati piantati a metà febbraio e non è andato tutto liscio da subito: i ricercatori hanno dovuto calibrare il sistema che pompa le sostanze nutrienti nelle vaschette e, come ulteriore imprevisto, si è messa di mezzo una delle tempeste più intense degli ultimi anni nella zona, che ha reso difficoltoso il raggiungimento del container, anche se si trova a poche centinaia di metri di distanza dalla base Neumayer III.
Il responsabile della ricerca, Daniel Schubert, ha spiegato che questi mesi di sperimentazione hanno permesso di comprendere molte cose sulla coltivazione in autosufficienza delle piante, con risultati che potranno essere riprodotti e sperimentati anche in orbita. I ricercatori sono anche riusciti a coltivare pomodori, peperoni e diverse erbe aromatiche, seppure in quantità minori rispetto all’insalata. Progressivamente, saranno testate le condizioni ideali per la coltivazione di verdura e frutta di vario tipo, comprese le fragole.
Naturalmente i prodotti della serra antartica sono consumati dagli occupanti della Neumayer III, come parte del progetto. Il sapore dei vegetali coltivati finora è stato definito ottimo, come se fossero stati appena raccolti dall’orto di casa.
Salvo imprevisti, EDEN ISS sarà portata avanti fino a febbraio del prossimo anno. I risultati scientifici ottenuti vengono periodicamente trasmessi alla sede centrale DLR in Germania, che provvede poi a condividere le informazioni con i numerosi centri coinvolti, compreso il Consiglio Nazionale delle Ricerche in Italia. L’obiettivo è raccogliere esperienze, informazioni e tecnologie che un giorno potranno essere utilizzate non solo sulla Stazione Spaziale Internazionale, dove è già stata sperimentata in passato la coltivazione di qualche vegetale, ma anche nell’ottica di realizzare missioni più impegnative nello Spazio profondo verso la Luna e forse un giorno Marte.