L’Autorità aeroportuale israeliana ha rifiutato una pubblicità contro le discriminazioni verso le donne
Ricordava alle donne che le compagnie non hanno il diritto di far cambiare loro il posto su richiesta di un ebreo ultra-ortodosso che non vuole sedersi vicino
L’Autorità aeroportuale israeliana (IAA, che gestisce i principali aeroporti civili del paese) si è rifiutata di mostrare una pubblicità che informa le donne che le compagnie aeree non hanno il diritto di chiedere loro di alzarsi e cambiare posto su richiesta di un uomo (un ebreo ultra-ortodosso) che non vuole sedersi accanto a loro.
Il cartellone pubblicitario fa parte di una campagna pensata dal Centro per l’azione religiosa di Israele (IRAC), un’organizzazione riformista fondata alla fine degli anni Ottanta composta soprattutto da donne che lavora contro l’estremismo religioso, la segregazione di genere e a favore del pluralismo e della convivenza pacifica e inclusiva delle diverse religioni in Israele. I cartelloni in questione avrebbero dovuto essere esposti all’aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv durante la Pasqua ebraica, per ricordare che le richieste di cambiare posto per motivi di genere sono illegali: «Signore, vi preghiamo di prendere posto… e di tenervelo!», dice il cartellone. L’IRAC ha anche pubblicato un video legato alla campagna che incoraggia le donne a segnalare discriminazioni e richieste di questo tipo:
L’Autorità aeroportuale israeliana, che in un primo momento aveva accettato la pubblicità, ha poi cambiato idea motivando il rifiuto con il fatto di voler evitare «qualsiasi pubblicità che sia politica o divisiva». Anat Hoffman, direttrice dell’IRAC, ha replicato però che la campagna non dovrebbe essere considerata in nessun modo controversa poiché informa semplicemente i passeggeri delle compagnie aeree sui loro diritti legali.
La campagna pubblicitaria dell’IRAC è nata da una sentenza del giugno scorso a favore di una donna, Renee Rabinowitz, 82 anni, che aveva citato in giudizio la compagnia aerea israeliana El Al per discriminazione di genere. Il personale di bordo le aveva chiesto di spostarsi quando un ebreo ultra-ortodosso si era rifiutato di sedersi accanto a lei. La giudice di un tribunale di Gerusalemme aveva stabilito che «in nessuna circostanza un membro dell’equipaggio può chiedere a un passeggero di spostarsi dal posto che gli è stato assegnato perché il passeggero vicino non vuole sedergli accanto a causa del suo genere». Rabinowitz aveva anche ottenuto un risarcimento.
Anat Hoffman ha spiegato che nonostante la sentenza, questa pratica illegale e discriminatoria continua a essere applicata: «La dinamica è che un uomo haredim si rifiuta di prendere posto, quindi gli altri passeggeri, invece di dirgli di sedersi, si concentrano sulla donna, dicendo: “Perché non ti sposti così l’aereo può decollare?”». E così il personale di volo.
In Israele, i fenomeni discriminatori nei confronti delle donne sono piuttosto comuni. La maggior parte degli attacchi sessisti è organizzata dagli haredim, che incarnano il credo più integralista degli ebrei ortodossi e che dicono di ispirarsi senza alcun compromesso alla legge ebraica come espressa nell’Antico Testamento. Le donne, secondo la loro ideologia, devono indossare gonne e vestiti a maniche lunghe e spesso coprirsi il capo con un velo o un foulard. Gli haredim si scagliano contro i messaggi pubblicitari che ritraggono donne, e i soldati più integralisti abbandonano le cerimonie pubbliche dell’arma se cantano anche le soldatesse. Durante i funerali c’è spesso una netta divisione tra uomini e donne, che in molti casi non possono neanche parlare tra loro. Ci sono stati episodi in cui alcuni ultra-ortodossi hanno provato a bloccare alcune donne che si stavano recando a votare e per molto tempo hanno vietato alle donne di salire sugli autobus o le hanno costrette a sedersi in fondo.
Nel 2011 la Corte suprema israeliana (sempre grazie al lavoro dell’IRAC) aveva dichiarato che la «discriminazione di genere» attuata su alcuni autobus di linea del paese era illegale: dal 2011 non si può più imporre ai passeggeri di occupare determinati posti in base al loro sesso. Hoffman ha spiegato che se l’Autorità aeroportuale non consentirà l’affissione dei loro cartelloni pubblicitari chiederanno a loro di pubblicare degli annunci spiegando alle persone quali sono le loro politiche sulla questione: «E se non lo faranno, dovremo denunciarli».