C’è un intricato caso sui concerti negli Stati Uniti
La più grande società che li organizza e vende i biglietti è accusata dalla sua principale concorrente di comportarsi in modo scorretto
Live Nation, la più grande società statunitense che si occupa di organizzazione di concerti, è accusata di concorrenza sleale dal suo principale concorrente, AEG Live: le sue pratiche commerciali sono attualmente oggetto di un’indagine del dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti. Un articolo del New York Times spiega come all’origine delle accuse ci sia un accordo tra Live Nation e lo stesso dipartimento di Giustizia: quello grazie al quale nel 2010 Live Nation potè fondersi con Ticketmaster, all’epoca la più grande società di vendita di biglietti, impegnandosi a rispettare una serie di condizioni allo scopo di favorire la concorrenza e impedire comportamenti monopolistici da parte della nuova Live Nation.
Live Nation era la più grande società organizzatrice di concerti del mondo già nel 2010. Come molte altre grandi aziende nel tempo si è “verticalizzata”: oltre a essere un promoter, cioè una società che organizza concretamente concerti coprendone anche i costi in anticipo, possiede più di 200 teatri, palazzetti e sale da concerto in tutto il mondo (altri li amministra solamente), vende i biglietti con Ticketmaster e tra le sue divisioni c’è un’agenzia di rappresentanza per artisti, che lavora, tra gli altri, per gli U2 e Madonna. In pratica si occupa di tutte le cose che bisogna fare perché ci siano tour e concerti, anche se non le fa tutte per ogni concerto con cui ha a che fare: per molti è solo promoter.
Nel 2017 Live Nation ha fatto da promoter a circa 30mila spettacoli in tutto il mondo e ha venduto 500 milioni di biglietti. Guadagna principalmente grazie a una percentuale sul prezzo dei biglietti (il grosso va agli artisti); in misura minore con i contratti di sponsorizzazione degli eventi, con tutte le cose collaterali che vengono vendute nei suoi spazi per concerti, dai parcheggi al cibo, e con i contratti con i musicisti che rappresenta. Possedendo moltissime strutture in cui si possono organizzare concerti e traendo profitto da ogni livello della loro organizzazione, si può permettere di offrire grossi anticipi e un’alta percentuale del prezzo dei biglietti agli artisti che la usano come promoter: per questa ragione la maggioranza dei più celebri cantanti e gruppi musicali americani lavora con Live Nation. Di suo, poi, Ticketmaster è il più grande venditore di biglietti per concerti degli Stati Uniti: vende quelli per 80 dei cento più grandi palazzetti del paese; i suoi concorrenti fanno lo stesso servizio per pochissimi di questi.
Anche AEG Live si occupa di più cose nell’ambito dell’organizzazione dei concerti. Fa parte del gruppo Anschutz Entertainment Group, che possiede molti grandi palazzetti e stadi, in quanto proprietario di varie squadre di calcio e di hockey. È una società promoter – tra i festival che organizza c’è il Coachella, per dirne uno molto famoso – e vende biglietti per concerti attraverso la piattaforma AXS. Tuttavia AEG Live si occupa di molti meno eventi rispetto a Live Nation, e sostiene che questo dipende anche dal fatto che Live Nation sfrutterebbe la sua posizione dominante sul mercato per imporre a sale da concerto e teatri che non possiede o che non gestisce di usare Ticketmaster per vendere i propri biglietti.
AEG Live ha detto al dipartimento di Giustizia che Live Nation avrebbe fatto capire ai palazzetti e alle sale da concerti che non le appartengono che, se si rifiutano di usare Ticketmaster per vendere i propri biglietti, non saranno scelti come sedi di spettacoli di artisti famosi. Se così fosse, Live Nation violerebbe le leggi antitrust. Stando ad AEG Live, sarebbe successo ad esempio nel 2013 all’Infinite Energy Arena di Duluth, in Georgia, palazzetto che serve la città di Atlanta, e ci sarebbero alcuni scambi di email – lette dal New York Times – che lo proverebbero. Dopo che Infinite Energy sostituì Ticketmaster con una società di vendita di biglietti di AEG Live, Live Nation scelse un’altra sede per un concerto del gruppo Matchbox Twenty. Dan Markham, uno degli amministratori del palazzetto, scrisse a Live Nation chiedendo che la scelta fosse riconsiderata e domandando se Live Nation avesse un problema con il palazzetto. Gli fu risposto «Un problema? Sono tre lettere. Riuscite a immaginarle?», evidentemente facendo riferimento ad “AEG” secondo quanto inteso da Markham.
Live Nation si è difesa dicendo che – a prescindere da quanto scritto da un suo dipendente – la decisione di organizzare altrove il concerto dei Matchbox Twenty non fu una punizione nei confronti di Infinite Energy: al suo posto fu scelto un palazzetto più grande, amministrato dalla stessa Live Nation. Tuttavia, nota il New York Times, Live Nation nel 2014 ridusse di metà il numero di tour che fece passare dall’Infinite Energy, da quattro a due. Secondo Live Nation è stata una fluttuazione di routine (dal 2015 in numero di concerti organizzati dalla società nel palazzetto di Duluth è in effetti tornato a crescere), non ci furono né minacce né ripercussioni negative, e le accuse di AEG Live farebbero parte di una strategia per danneggiare un concorrente. Markham ha detto che si aspettava una diminuzione del numero di concerti perché la società lo aveva avvertito che ci sarebbe stato un boicottaggio.
Un altro caso citato dal New York Times è un po’ diverso e mostra quanto accesa sia la competizione tra AEG Live e Live Nation. Riguarda il cantante Ozzy Osbourne, che ha fatto causa ad AEG dicendo che gli avrebbe impedito di suonare all’O₂ Arena di Londra se non avesse suonato anche allo Staples Center di Los Angeles: entrambi i palazzetti sono di proprietà di AEG Live. La società ha detto che questa condizione è stata posta in seguito alla decisione di Live Nation di organizzare i concerti cittadini non allo Staples Center ma al Forum, il palazzetto dei Los Angeles Lakers. I casi in cui Live Nation si sarebbe comportata in modo scorretto presentati al dipartimento di Giustizia però non riguarderebbero solo palazzetti gestiti da AEG Live. Secondo fonti del New York Times ce ne sarebbero anche uno relativo al H-E-B Center di Austin, in Texas, e uno relativo al TD Garden di Boston.
Secondo i critici di Live Nation, i problemi sono dovuti alla formulazione dell’accordo con il dipartimento di Giustizia grazie al quale Live Nation potè acquisire Ticketmaster. Ci sarebbe infatti un passaggio ambiguo: l’accordo dice che Live Nation non può costringere i propri clienti a usare Ticketmaster, ma permette alla società di offrire dei «pacchetti» che prevedono sia il passaggio dei propri tour in un dato palazzetto o teatro sia il servizio di biglietterie di Ticketmaster, «in qualsiasi combinazione». Questo, spiega il New York Times, significa che Live Nation non può punire un palazzetto o un teatro organizzando un concerto di uno dei suoi artisti in un palazzetto vicino, ma può decidere di organizzare un concerto in un posto piuttosto che in un altro se può vantare delle ragioni economiche valide per farlo. Nel caso di uno stadio di calcio di Los Angeles per cui c’è stata un’altra contesa tra Live Nation e AEG Nation, è stato tirato in ballo il fatto che gli stadi da calcio non sono il posto migliore per organizzare un concerto: non è una giustificazione infondata.
Live Nation possiede anche società promoter e di vendita di biglietti non americane, ed è presente anche in Italia. Dallo scorso novembre Ticketmaster è arrivato sul mercato italiano, dove però si trova in una situazione parzialmente opposta rispetto a quella esistente negli Stati Uniti, almeno per ora. Infatti fino al luglio del 2017 in Italia c’era praticamente un monopolio nella vendita dei biglietti per i concerti: quello di TicketOne, società nata come italiana nel 1998 e poi acquisita nel 2007 dal gruppo tedesco CTS Eventim. Grazie a un accordo commerciale, il cosiddetto “contratto Panischi” stipulato nel 2002 con tutti i maggiori promoter italiani, TicketOne aveva l’esclusiva sulla vendita dei biglietti. Da luglio la situazione è parzialmente cambiata: ora i biglietti per i concerti organizzati dalla divisione italiana di Live Nation si possono comprare anche su Ticketmaster, ma molti promoter italiani hanno stretto nuovi accordi, alcuni a medio termine, altri più lunghi, sempre con TicketOne.