Il governo italiano prenderà parte al procedimento davanti alla Corte Costituzionale relativo alla legge che vieta il suicidio assistito
Il governo italiano uscente, guidato dal presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, ha deciso di costituirsi parte del procedimento che si terrà davanti alla Corte Costituzionale per difendere la legge che vieta il suicidio assistito. La Corte Costituzionale si esprimerà su richiesta di entrambe le parti – accusa e difesa – di un processo in Corte d’Assise di Milano, tramite quella procedura che la Costituzione indica come “via incidentale” e che permette di chiedere alla Corte di valutare l’eventuale incostituzionalità di una legge. Il processo in questione – quello da cui è partita la richiesta di valutazione sulla costituzionalità della norma – ha per imputato Marco Cappato, dirigente dei Radicali e dell’associazione Luca Coscioni, rinviato a giudizio per avere accompagnato Fabiano Antoniani, più noto con il soprannome dj Fabo, a suicidarsi in una clinica in Svizzera, nel febbraio 2017.
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Oggi era l’ultimo giorno utile per il governo per costituirsi parte del procedimento che si terrà davanti alla Corte Costituzionale. Fonti del ministero della Giustizia hanno detto all’agenzia AGI che la decisione del governo di diventare parte del procedimento è stata condizionata dalla volontà di definire meglio l’interpretazione della legge relativa al suicidio assistito. Secondo le stesse fonti, la norma non dovrebbe sanzionare chi fornisce informazioni e collaborazione nelle fasi precedenti al suicidio. La Corte costituzionale – dicono le fonti del ministero di Giustizia – potrebbe quindi esprimersi con una sentenza interpretativa di rigetto, cioè fornendo i criteri (forse nuovi criteri) per una corretta interpretazione della norma.
Nelle ultime settimane c’erano stati molti appelli per chiedere al governo di non schierarsi a difesa della legge che vieta il suicidio assistito: lo aveva fatto per esempio l’associazione Luca Coscioni – che promuove la ricerca scientifica e che è attiva nella difesa dei diritti civili e politici delle persone malate e con disabilità – attraverso la raccolta di 15 mila firme. Con la decisione di oggi il governo ha dato mandato all’avvocatura di Stato di costituirsi nel procedimento, ma l’avvocatura potrà anche scegliere di esprimersi in maniera diversa rispetto alla difesa della legge.