Non dobbiamo preoccuparci della stazione spaziale cinese
Possiamo tranquillamente fare programmi per Pasquetta: non ci cadrà in testa
La stazione spaziale cinese Tiangong-1 è da diversi giorni uno degli argomenti più ripresi dai giornali italiani e internazionali: rientrerà infatti nell’atmosfera terrestre tra domenica e lunedì, almeno secondo le stime più recenti sulla sua orbita e il suo avvicinamento progressivo alla Terra. Il suo rientro sarà turbolento e non controllato, e la incendierà e polverizzerà quasi interamente. Non si può però escludere che qualche detrito più grande resti intero e possa raggiungere il suolo: ma è praticamente impossibile prevedere dove e quando, ed è molto probabile finisca sugli oceani o in aree disabitate.
Per via della remota possibilità che cada su qualche centro abitato del mondo, molti media hanno creato un’ingiustificata apprensione e diffuso notizie allarmistiche, come succede spesso quando le cose che abbiamo spedito in orbita, alla fine del loro utilizzo, tornano indietro attratte dal nostro pianeta.
Come abbiamo raccontato estesamente qui, la stazione spaziale cinese è l’ultima cosa di cui vi dovreste preoccupare. Se da una parte è vero che nei prossimi giorni un grande pezzo di metallo rientrerà nell’atmosfera, dall’altra sappiamo già che il rischio che qualcosa possa cadervi sulla testa è bassissimo. Secondo le stime dell’Agenzia Spaziale Europea la probabilità è 10 milioni di volte inferiore rispetto a quella annua di essere colpiti da un fulmine.
Le previsioni dell’ESA
Nel suo ultimo aggiornamento di sabato, l’Agenzia Spaziale Europea (ESA) ha spiegato che secondo i suoi calcoli la finestra attualmente prevista per il rientro è incentrata intorno all’una e mezza della notte tra domenica 1 aprile e lunedì 2 aprile, ma che è molto variabile e si estende dal pomeriggio di domenica alla mattina di lunedì. L’ESA ha spiegato che il rientro previsto è stato posticipato rispetto alle precedenti stime, perché una tempesta solare che era stata prevista non ha avuto effetti sul campo magnetico terrestre. La conseguenza è che l’atmosfera non ha subito un aumento di densità, che avrebbe portato la Taingong-1 a cadere più velocemente.
La stazione spaziale cinese in tempo reale
Per chi è comunque curioso, ci sono diversi siti e servizi online permettono di avere informazioni in tempo reale e previsioni sugli spostamenti della Taingong-1. Il sito SatView, che si occupa di tracciare i movimenti dei satelliti, ha una pagina in cui mostra la zona che sorvola in ogni istante la base spaziale cinese, con indicazione della distanza dal suolo e della sua velocità. Il sito pubblica periodicamente previsioni su dove potrebbe essere il punto di rientro della Tiangong-1. Nella mattina di domenica, la previsione è che avvenga nel sud dell’Oceano Pacifico, intorno alle 4 (ora italiana) della notte tra domenica 1 aprile e lunedì 2 aprile. La previsione cambia comunque con una certa frequenza e per averne una migliore occorrerà attendere poche ore prima dell’inizio del rientro in atmosfera.
Dove cadrà?
Le stesse previsioni delle ultime ore non saranno comunque totalmente affidabili, perché vanno oltre le possibilità tecniche di osservazione e tracciamento dei veicoli spaziali fuori controllo in generale. Di solito l’incertezza in previsioni di questo tipo è del 20 per cento rispetto a quanto tempo in orbita ha ancora a disposizione il veicolo prima di infrangersi sull’atmosfera. Questo significa che a 7 ore dal rientro, l’incertezza sul punto di impatto è pari a un intero giro orbitale, quindi decine di migliaia di chilometri. Le cose si complicheranno ulteriormente quando la base spaziale cinese si frantumerà in una miriade di pezzi, che a loro volta assumeranno nuove traiettorie coprendo centinaia di chilometri. In un certo senso è un effetto paragonabile al lancio di una manciata di coriandoli: si propagano più o meno tutti nella stessa direzione, ma seguendo traiettorie diverse. Moltissimi di questi coriandoli di metallo della Tiangong-1 si polverizzeranno, altri più grandi resteranno interi e potranno finire al suolo.
Quello della stazione spaziale cinese non è comunque il più grande rientro incontrollato nella storia dei veicoli spaziali. Un’altra base spaziale, lo Skylab della NASA, effettuò un rientro semi-controllato in atmosfera nell’estate del 1979: aveva una massa complessiva di 74 tonnellate, quasi nove volte quella della Tiangong-1. Ci sono numerosi veicoli spaziali che hanno massa paragonabile alla Tiangong-1 e che frequentemente rientrano in atmosfera in modo controllato, semi-controllato o senza la possibilità di regolare il loro rientro.
Da dove arriva
Negli ultimi anni la Cina ha investito molto nelle tecnologie spaziali, sforzi che sono culminati nel 2011 con la messa in orbita della Tiangong-1, la sua prima base orbitale. È stata utilizzata per esperimenti di vario tipo, con brevi periodi di permanenza da parte di alcuni taikonauti (il termine taikonauta è di solito utilizzato in Occidente per identificare gli astronauti cinesi, derivato dalla parola tàikōng che significa Spazio). La base ricorda un satellite: è formata da due cilindri di diverse dimensioni, collegati tra loro da un tronco di cono, è lunga 10 metri e ha un diametro massimo di 3,35 metri. Per fare un confronto, la Stazione Spaziale Internazionale (ISS) è lunga quasi 73 metri e raggiunge una larghezza massima di 108,5 metri, con una massa di 420 tonnellate, quasi 50 volte quella della Tiangong-1.
La Tiangong-1 ha terminato formalmente la sua missione nel 2013, ma l’Agenzia spaziale cinese ne ha prolungato l’utilizzo per un paio di anni, in attesa di avere pronta la Tiangong-2, messa poi in orbita nel 2016. In quell’anno il governo cinese annunciò di avere perso il controllo della Tiangong-1, senza quindi avere la possibilità di pianificare e gestire il suo rientro sulla Terra. Spesso, infatti, satelliti e altri veicoli spaziali molto voluminosi e pesanti vengono dotati di propulsori da usare al termine della loro missione, in modo da decidere la zona del loro rientro nell’atmosfera e assicurarsi che si distruggano a dovere, riducendo ulteriormente i rischi di far precipitare rottami al suolo.
Rischi
Per questo motivo la base spaziale cinese ha continuato a passare in orbite sempre più ravvicinate al nostro pianeta, processo di avvicinamento che ormai è quasi completo. Sappiamo che il rientro avverrà in un’ampia fascia, compresa tra il 43esimo parallelo dell’emisfero boreale (quello dove c’è la redazione del Post) e dal 43esimo parallelo dell’emisfero australe.
Comprende molte aree densamente abitate, ma al tempo stesso sterminati territori disabitati e una quantità enorme di oceani. Il rischio di prendersi sulla testa un frammento della Tiangong-1 è talmente basso da essere praticamente inesistente. Rischiate molto di più la vostra incolumità a un incrocio, sia che siate a piedi, in auto o in bici. Ogni giorno.