Il presidente del Botswana Ian Khama si è dimesso
Ian Khama, presidente del Botswana, lo stato africano di due milioni di abitanti a nord del Sudafrica, si è dimesso dal suo incarico. Domani il vicepresidente Mokgweetsi Eric Keabetswe Masisi, che ha 55 anni, prenderà ufficialmente il suo posto.
Khama era presidente dal 2008: come Masisi, anche lui aveva inizialmente ricevuto l’incarico in quanto vicepresidente di un presidente dimissionario, Festus Mogae. Era poi stato eletto per due volte, l’ultima nel 2014. Sia Khama che Masisi fanno parte del Partito Democratico, un partito di centrodestra che governa il Botswana fin dall’indipendenza dal Regno Unito, nel 1966. Il mandato di Khama sarebbe comunque terminato quest’anno perché la Costituzione del paese prevede un massimo di due mandati di cinque anni per i suoi presidenti. Quella delle dimissioni anticipate è una specie di tradizione: come Khama e Mogae prima di lui si era dimesso Quett Masire, il secondo presidente del paese, che era “succeduto” a Seretse Khama, padre di Ian Khama, alla sua morte, nel 1980.
Il Botswana è considerato una delle più stabili democrazie africane e gode di un relativo benessere economico grazie alle ingenti estrazioni di diamanti, di cui è il maggiore esportatore al mondo. Negli ultimi anni però il settore è entrato in crisi, mandando il paese in recessione. Khama non è riuscito a costruire un modello economico che possa sostituire quello basato sui diamanti. I settori più sviluppati per ora sono quello del turismo e quello dell’allevamento di bovini.
Con le dimissioni di Ian Khama l’unico membro della famiglia dell’ex presidente tra gli uomini più potenti del Botswana è l’attuale ministro del Turismo, Tshekedi Khama, fratello di Ian.