La linguista femminista Julia Kristeva collaborò con i servizi segreti bulgari
Lo dice una commissione statale del paese che indaga su agenti e informatori ai tempi del comunismo
Una commissione statale bulgara ha stabilito che Julia Kristeva – famosa linguista, psicanalista e femminista bulgara naturalizzata francese – ha collaborato come agente con i servizi segreti del paese ai tempi dell’Unione sovietica. Kristeva, che ora ha 76 anni, è stata vicina a intellettuali come Jacques Derrida, Jacques Lacan e Roland Barthes, imponendosi come un’intellettuale di riferimento del post-strutturalismo e del femminismo del Novecento, soprattutto con la pubblicazione di Semeiotikè nel 1969. Kristeva, che vive tuttora a Parigi ha risposto che le accuse sono «false e grottesche, e che danneggiano il mio onore, la mia reputazione e sono un danno anche per il mio lavoro». Al momento è professoressa emerita alla Université Paris Diderot e professoressa ospite alla Columbia University; nel 2008 fondò il premio Simone de Beauvoir, assegnato ogni anno a gruppi e individui che si sono impegnati per l’uguaglianza di genere e i diritti umani.
Ad accusare Kristeva è la commissione bulgara che identifica i collaboratori del regime comunista, in particolare tra giornalisti, scrittori e artisti. Kirsteva avrebbe usato il nome in codice di Sabina e avrebbe iniziato a lavorare per i servizi segreti nel 1971, dopo essersi trasferita a Parigi grazie a una borsa di studio del governo. All’epoca i servizi segreti bulgari lavorarono a fianco del KGB, che contava su una rete di 100mila agenti e informatori; non è chiaro se Kristeva abbia mai ricevuto un compenso economico.