Sono stati eletti i vicepresidenti del Senato
Sono Roberto Calderoli (Lega), Ignazio La Russa (FdI), Paola Taverna (M5S) e Anna Rossomando (PD), ma ci sono state tensioni sull'elezione dei questori
Mercoledì il Senato ha eletto i suoi quattro vicepresidenti, i tre questori e gli otto segretari, frutto di accordi, spartizioni e giochi di forza tra i principali gruppi parlamentari. Come vicepresidenti, il ruolo più importante tra quelli in ballo, sono stati eletti Roberto Calderoli della Lega (164 voti), Ignazio La Russa di Fratelli d’Italia (119 voti), Paola Taverna del Movimento 5 Stelle (105 voti) e Anna Rossomando del Partito Democratico (63 voti).
Se sulle vicepresidenze i principali partiti hanno ottenuto una rappresentanza, ci sono state però tensioni per quanto riguarda i questori, che hanno il compito di controllare il corretto svolgimento dei lavori delle camere e l’applicazione delle direttive dei loro presidenti, e sono considerati strategici dai partiti. Sono stati eletti Antonio De Poli di Forza Italia (165 voti), Paolo Arrigoni della Lega (130 voti) e Laura Bottici del M5S (115 voti).
Il PD ha protestato per non aver ricevuto nessun questore: il suo candidato Gianni Pittella ha ottenuto solo 59 voti. Secondo i giornali, il problema è stato un mancato accordo con il M5S, che voleva ottenere per Bottici il ruolo di questore anziano, che garantisce maggiori poteri ed è assegnato al candidato più votato. Il PD ha rifiutato la proposta, ritenendola un ricatto, e il ruolo di questore anziano è andato a De Poli. Secondo i giornali c’è stata qualche discussione anche tra FdI e FI su De Poli, poi approvato dal partito di Giorgia Meloni. Secondo i giornali, le tensioni di oggi avranno effetti anche sulle elezioni dei componenti dell’ufficio di presidenza della Camera dei deputati, che si terranno domani.
Il capogruppo del PD al Senato Andrea Marcucci ha commentato la mancata elezione di un questore del PD dicendo: «che in Senato sia stato negata al PD la possibilità di avere un questore è un fatto gravissimo. Per la prima volta nella storia repubblicana l’opposizione parlamentare non avrà accesso al funzionamento della macchina del Senato. Siamo davanti ad un fatto senza precedenti. Quale è il concetto di democrazia del M5S e della destra? Facciamo tutto da soli?». Maurizio Martina, vice segretario del PD, ha detto: «La presenza del PD nelle presidenze di Camera e Senato con funzioni di rappresentanza e controllo è una questione democratica e dovrebbe riguardare tutti. Siamo il secondo partito del Parlamento e rappresentiamo milioni di elettori che non hanno votato destra e Cinquestelle. La nostra funzione non può essere svilita né la nostra presenza in questi organi fondamentali parlamentari può essere condizionata da contropartite di altri e su altre responsabilità».
I segretari, che hanno il compito di collaborare con il presidente durante i lavori del Senato, saranno Paolo Tosato della Lega, Francesco Giro di Forza Italia, Tiziana Nisini della Lega, Vincenzo Carbone di Forza Italia, e Michela Montevecchi, Sergio Puglia, Giuseppe Pisani e Gianluca Castaldi, tutti e quattro del M5S. Anche in questo caso, al PD non è toccato nessun segretario. In tutto, dei componenti dell’ufficio di presidenza del Senato 8 sono del centrodestra, più la presidente Maria Elisabetta Alberti Casellati, 6 sono del Movimento 5 Stelle e uno del PD.