La procura di Tempio Pausania ha perquisito la redazione di Olbia della Nuova Sardegna per indagare sull’attività di una cronista
Ieri la Procura di Tempio Pausania, in Sardegna, ha ordinato una perquisizione nella redazione di Olbia del quotidiano La Nuova Sardegna. In particolare è stata controllata la postazione di una giornalista che si occupa di cronaca giudiziaria, Tiziana Simula, a cui sono stati sottratti il computer e i telefonini: sono state perquisite anche la sua casa e l’auto. Non è ancora chiara l’accusa nei suoi confronti, ma si sa che la giornalista è rimasta per ore all’interno della caserma dei carabinieri.
Tiziana Simula si è occupata nei suoi articoli del tribunale di Tempio, che è da anni al centro di diverse storie: prima per la contesa con Olbia per la sede in cui tenere aperte le aule, poi per uno scandalo sui fascicoli arretrati (il 40 per cento dei procedimenti sono finiti in prescrizione). Poi ci sono state diverse inchieste che hanno portato all’arresto (e alla sospensione) di un giudice accusato di corruzione e all’indagine su altri giudici per un’asta sospetta legata alla vendita di una villa in Costa Smeralda. Tiziana Simula ha infine raccontato, proprio nelle ultime settimane, il contenuto di un esposto dell’ex presidente della Corte d’Appello di Sassari Francesco Mazzaroppi contro altri giudici, avvocati e finanzieri. Il tutto è legato a una serie di inchieste che ruotano attorno alla vendita all’asta della villa. L’articolo con i contenuti della denuncia, ha spiegato il direttore del quotidiano, è stato pubblicato sabato scorso in prima pagina e a pagina 4.
Oggi su La Nuova Sardegna si dice:
«Dall’arresto del giudice Vincenzo Cristiano alla maxi inchiesta sulle aste pilotate, con sei magistrati indagati, sino all’esposto trasmesso qualche giorno fa dalla Procura di Tempio a quella di Perugia. Un dossier di 28 pagine in cui l’ex presidente del palazzo di giustizia Francesco Mazzaroppi accuserebbe l’allora procuratore Domenico Fiordalisi di aver «nascosto» un fascicolo dell’inchiesta per bancarotta fraudolenta. E sarebbe proprio quel documento, di cui la Nuova Sardegna ha dato conto, ad aver provocato l’indagine nei confronti di Tiziana Simula, che sarebbe indagata in base all’articolo 326 del codice penale, ossia per omessa denuncia da parte di un incaricato di pubblico servizio. Un’accusa sicuramente anomala, dato che Tiziana Simula è, appunto, una giornalista e non una incaricata di pubblico servizio».
I redattori della Nuova Sardegna hanno annunciato il loro sostegno alla collega, così come l’Ordine dei giornalisti e la Federazione della stampa: «Si tratta di un atto intimidatorio e gravissimo, senza precedenti rivolto a una collega che ha correttamente esercitato il suo diritto-dovere di informazione con professionalità e serietà».