Bisogna dire “la presidente” o “la presidentessa”?
Casellati e Boldrini sono d'accordo, così come l'Accademia della Crusca: "la presidente"
Circola da ieri una battuta della neo presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati, alla quale un giornalista ha chiesto se preferisse essere chiamata «presidente» o «presidentessa».
Il giornalista alludeva probabilmente alle note posizioni dell’ex presidente della Camera, Laura Boldrini, a favore dell’uso del femminile per quelle parole che riguardano mestieri tradizionalmente svolti dagli uomini (il motivo per cui siamo abituati a “maestra” ma non a “ministra”, a “segretaria” ma non a “sindaca”), ma era un’allusione sbilenca, e non solo perché Boldrini non ha mai chiesto di essere chiamata “presidentessa”. Come dice l’Accademia della Crusca, infatti:
Tradizionalmente attribuiti a uomini (erano rari i casi di presidenti e dirigenti donna), ma linguisticamente ambigenere, sono i nomi di professione uscenti in -ente che derivano dal participio presente dei verbi e variano il loro genere grazie all’articolo che li precede: il dirigente / la dirigente. In merito dunque all’oscillazione sulla forma femminile di il presidente, l’uso dell’articolo femminile senza aggiunta di suffissi può essere un buon compromesso.
Così come “dirigente” è la persona che dirige, uomo o donna, e nessuno si sognerebbe di usare “dirigentessa”, allo stesso modo “presidente” è la persona che presiede, uomo o donna: il presidente se uomo, la presidente se donna. Forse anche per questo la presidente Casellati ha risposto che preferisce essere chiamata “presidente”, e Boldrini lo ha ribadito su Twitter prendendosela con Libero, che invece aveva giudicato un'”umiliazione” la risposta di Casellati.
Non ho mai chiesto di essere chiamata “Presidenta” né “Presidentessa”, ma la Presidente, come peraltro stabilito dall’ @AccademiaCrusca
Per il vostro giornale, invece, non riesco a trovare appellativi, nè al maschile nè al femminile. #Credibilitàzero— Laura Boldrini (@lauraboldrini) March 26, 2018