Perché abbiamo peli e capelli ricci?
Una nuova ricerca sulle pecore ha scoperto che le due teorie più diffuse per spiegarlo non reggono molto
I prodotti che promettono di rendere lisci i capelli ricci affollano da tempo gli scaffali dei supermercati e dei parrucchieri, al punto da far pensare che ci siano grandi conoscenze su ciò che fa arricciare i capelli e più in generale i peli nei mammiferi. In realtà, non abbiamo ancora un’idea precisa di quali siano i meccanismi che rendono ricci peli e capelli. Un gruppo di scienziati della Nuova Zelanda e del Giappone si è messo in testa (ehm) di trovare una risposta convincente e ha scoperto che le principali teorie formulate finora sul tema non reggono più di tanto. Il loro studio potrà essere utile in numerosi campi, compreso quello della scienza dei materiali per crearne di nuovi con proprietà simili al pelo animale.
Sapendo che i peli umani hanno strutture cellulari aggrovigliate e complesse, i ricercatori sono partiti dal pelo delle pecore. Hanno prelevato alcuni campioni da sei pecore di razza merino, poi li hanno lavati in acqua e fatti asciugare su un piano vibrante, per assicurarsi che non s’incollassero gli uni agli altri distorcendo la loro curvatura naturale. I campioni sono stati poi esaminati al microscopio, per misurare la curvatura di ogni pelo e contare i tipi di cellule da cui sono costituiti.
Come scrivono nel loro studio pubblicato sulla rivista scientifica Journal of Experimental Biology, i ricercatori hanno lavorato per trovare conferme o smentite a due delle teorie più in voga sull’arricciamento dei peli.
• La prima dice che, nella fase di formazione, le cellule su un lato del pelo si moltiplicano più velocemente rispetto a quelle dal lato opposto. Il maggior numero di cellule solo da una parte fa sì che il pelo s’incurvi, avvolgendosi sul lato dove si sono invece formate meno cellule.
• La seconda teoria tiene invece in considerazione i due tipi di cellule che formano il pelo: quelle ortocorticali (più lunghe) e quelle paracorticali (più corte). Queste si accumulano in particolari formazioni da un lato e dall’altro del pelo, facendolo curvare.
L’analisi dei campioni prelevati dalle pecore sembra smentire la prima teoria: i ricercatori non hanno trovato più cellule da un lato rispetto all’altro del pelo. Anche la seconda teoria non ha tenuto molto: il calcolo del rapporto tra cellule corte e lunghe non permette di fare previsioni accurate su come si arricciano i peli. Le cellule paracorticali e ortocorticali sono a loro volta di diverse lunghezze e talvolta le prime sono più lunghe delle seconde: di conseguenza non è possibile trovare un legame stretto tra le quantità dei due tipi per spiegare come si arricciano i peli.
Analizzando i campioni, i ricercatori hanno in compenso notato che ogni singola cellula ortocorticale è più lunga della sua corrispondente cellula paracorticale. Potrebbe essere questa combinazione di lunghezze diverse a far incurvare il pelo.
Naturalmente il pelo delle pecore ha una struttura diversa e più semplice rispetto a quella dei nostri capelli e peli, o di quelli di altri mammiferi. Gli indizi raccolti nel nuovo studio sono comunque importanti per scoprire qualcosa di più sulla loro forma e, nel caso della lana, sulle sue proprietà isolanti.
Negli esseri umani, il pelo è solitamente molto corto e liscio in buona parte del corpo, mentre è più lungo e tende ad arricciarsi in prossimità di alcune aree come le ascelle, i genitali e la testa. In generale, nei mammiferi ha una funzione igienica, ancora dibattuta, e di mantenimento della temperatura corporea. Nel caso degli esseri umani, l’utilizzo dei vestiti e di altre soluzioni per restare al caldo hanno reso marginali alcune funzioni del pelo. I capelli, che altro non sono che peli più lunghi degli altri, assolvono il compito di isolare dalla radiazione solare e dal freddo la testa, una delle parti più delicate ed esposte del nostro organismo.