È tornata l’ora legale
Come ogni anno si discute sul fatto se sia davvero necessaria; il gestore della rete elettrica italiana Terna stima un risparmio di 116 milioni di euro in 7 mesi
L’ora legale è stata introdotta questa notte, cioè quella tra sabato 24 e domenica 25 marzo, quando le 2 sono diventate le 3 – o come si dice, quando “abbiamo spostato le lancette dell’orologio”, come se qualcuno lo facesse davvero di notte, e come se la maggior parte degli orologi non si aggiornasse da sola. Come saprete, abbiamo dormito un’ora in meno, ma da oggi ci sarà più luce di sera, quindi forse ne è valsa la pena.
In Italia l’ora legale fu introdotta durante la Prima guerra mondiale, nel 1916, per risparmiare sull’energia usando meno l’illuminazione elettrica e sfruttando di più la luce del sole del periodo estivo. Il motivo per cui si continua a fare è ancora quello: il gestore della rete elettrica italiana Terna stima in 116 milioni di euro il risparmio che garantirà l’ora legale nei prossimi sette mesi, e prevede un «minor consumo di energia elettrica pari a circa 562 milioni di kilowattora, quantitativo corrispondente al fabbisogno medio annuo di circa 200mila famiglie». L’ora solare tornerà nella notte tra il 27 e il 28 ottobre.
Da dove viene l’ora legale
Il principio su cui si basa l’ora legale nacque però molto prima: fu proposto da Benjamin Franklin in una lettera satirica scritta nel 1784 a un giornale di Parigi. Abolita nel 1920, l’ora legale è stata nei decenni successivi più volte introdotta, sospesa, abolita e di nuovo introdotta. È stata poi definitivamente ripristinata nel 1966: anche in questo caso durante un periodo di crisi energetica in cui serviva sfruttare meglio la luce del Sole nel tardo pomeriggio e alla sera. Dal 1966 al 1980 l’ora legale restava in vigore per quattro mesi (da maggio a settembre). Dal 1981 è invece entrata in vigore dall’ultima domenica di marzo.
L’ora legale nel resto del mondo
L’ultima modifica ai tempi dell’ora legale è del 1996: da allora il passaggio dall’ora solare a quella legale avviene con uguali tempi (fusi orari a parte) e modalità tra tutti gli stati dell’Unione Europea, e in Svizzera e Norvegia. Ancora vari e diversi sono invece i tempi e le regole dell’ora legale nel resto del mondo, e ci sono nazioni in cui esiste solo l’ora solare, come la Russia, che dal 2014 ha abolito l’ora legale. Negli Stati Uniti l’ora legale – che lì è chiamata DST, Daylight Saving Time, “risparmio diurno di luce” – è in vigore dall’8 marzo.
Ma serve davvero?
Negli Stati Uniti, come in Italia e negli altri paesi che adottano questo sistema, ogni anno si discute sul fatto se l’ora legale sia davvero necessaria e se la sua adozione porti effettivamente a uno stato di stress temporaneo causato dal dormire un’ora di meno e dallo spostare i propri orari biologici. Qualche anno fa l’Atlantic fa definiva il passaggio all’ora legale «dispendioso, inutile e persino pericoloso». Nello stesso periodo il Wall Street Journal raccontava le conseguenze negative del Daylight Saving Time per le relazioni sociali e la salute. La questione è arrivata anche al Parlamento europeo, dove il mese scorso due deputati hanno presentato una risoluzione che «invita la Commissione a condurre una valutazione approfondita» della direttiva che regola il passaggio tra ora solare e ora legale e «se necessario a formulare una proposta di revisione».