Lara Comi dice che il suo stalker la perseguita ancora

Nonostante una condanna a 18 mesi, la persona che la importuna da più di un anno non ha ancora smesso di farlo

(LaPresse/Piero Cruciatti)
(LaPresse/Piero Cruciatti)

Nell’edizione di venerdì del Corriere della Sera, Lara Comi, europarlamentare di Forza Italia, è tornata a parlare dello stalker che la perseguita da più di un anno, l’imprenditore Giovanni Bernardini, il quale è tuttora agli arresti domiciliari per aver violato le restrizioni imposte dai giudici. Bernardini era stato arrestato nel settembre del 2017 in seguito alle numerose denunce per stalking presentate da Comi e per aver violato un provvedimento che lo obbligava a non avvicinarsi a meno di 500 metri da lei. È stato scarcerato dopo due mesi e a dicembre ha patteggiato 18 mesi di reclusione, che sta scontando a casa sua. I legali di Comi, tuttavia, hanno presentato un ricorso contro la condanna, ritenendo Bernardini ancora pericoloso.

E quindi come se ne esce?
«Non lo so. Finora credevo che la soluzione fosse nel carcere ma uno così non può stare in carcere a vita. Di solito dopo la prigione, i giudici, i divieti, la Digos, queste persone si danno una regolata. E invece… Io ci penso e ci ripenso e non so proprio che pesci pigliare, mi creda».

[…] È tornato a perseguitarla?
«Tornato? Non se n’è mai andato, al massimo ha smesso per pochi giorni. Ieri mi presento in udienza nel processo contro di lui a Busto Arsizio e che scopro? Che è da giorni agli arresti domiciliari. C’è finito dopo la mia ultima denuncia – e forse siamo alla ventesima – con la quale segnalavo che ha ripreso a inondarmi di messaggi via Facebook e Messenger da un profilo che ha creato con un nome falso».

[…] E come fa a dire che è proprio lui?
«Perché mi tagga a ogni messaggio, mi scrive in modo diretto, e poi ha pubblicato la fotografia con le fedi del nostro matrimonio, come dice lui. Sulla ricevuta del gioielliere, che ha allegato, c’era il suo vero nome».

Gioielliere? Matrimonio?
«Ha capito bene. Mi manda le fotografie di donne incinte per chiedermi di fare un bambino. Pubblica madonne, chiese, fiori, fedi nuziali».

Inquietante.
«E direi! Le faccio qualche esempio. In questi giorni mi ha scritto cose tipo: “Ci sposiamo il 16 maggio”, “Ho già chiamato il parroco di San Ruffino e poi andrò a prendere i vestiti”, “buonanotte amore mio, ti amo da impazzire”, “amore vado in banca a Mestre e poi vado a comprare le fedi nuziali”, “amore mio che ne dici? Ti piacciono queste fedi, sulla tua c’è un diamantino, ma il diamante vero sei tu”. Ne leggo altri?».