L’Udinese ha finanziato di nascosto il Watford?
Un articolo di Repubblica ha raccontato le inchieste italiane e spagnole sui presunti affari illeciti della famiglia Pozzo, proprietaria di entrambe le squadre
La famiglia di imprenditori friulani Pozzo è proprietaria della squadra di calcio dell’Udinese dal 1986. Nel corso degli anni si è dimostrata essere una delle migliori proprietà del campionato italiano per i successi ottenuti grazie a una brillante gestione sportiva, fondata principalmente sullo scouting e sulla formazione dei giovani giocatori. Negli ultimi anni, tuttavia, i risultati dell’Udinese in Serie A sono stati mediocri e i Pozzo hanno diversificato le loro attività nel calcio investendo all’estero. Nel 2009 sono diventati proprietari della squadra di calcio spagnola di Granada, portandola in pochi anni dalla terza divisione alla prima, e nel 2012 hanno completato l’acquisizione del Watford, una delle squadre di calcio di Londra, portandolo fino in Premier League.
I Pozzo hanno così creato una fitta rete di collegamenti tra le loro squadre, con l’Udinese a dare una mano – soprattutto nel mercato dei giocatori – a sostegno del Granada prima e del Watford poi, per far ottenere a quest’ultime due la promozione in prima divisione il più rapidamente possibile. Nel caso del Watford, poi, la promozione in Premier League raggiunta nel 2015 ha rappresentato uno dei più grandi successi economici per la famiglia Pozzo, dato che ha coinciso con il picco massimo di appeal commerciale dal campionato inglese: solamente nella passata stagione il Watford ha ricevuto 102 milioni di euro dalla vendita dei diritti televisivi – più della Juventus in Italia, per dire – mentre l’anno primo i milioni furono 74. Da alcuni mesi, però, le operazioni finanziarie avvenute tra Udinese, Granda e Watford sono oggetto di indagini da parte della giustizia spagnola e italiana. Indagini di cui Repubblica ha potuto consultare alcuni documenti.
I tre club di proprietà dei Pozzo sono controllati da una rete di società – anche italiane e spagnole, i paesi in cui si concentrano le attività imprenditoriali della famiglia – la cui maggioranza però ha sede in Lussemburgo e nelle Isole Vergini Britanniche, paesi ritenuti in parte o a tutti gli effetti dei paradisi fiscali. I Pozzo non sono collegati direttamente a ognuna di queste società, e dove lo sono detengono comunque delle quote minoritarie, mentre le quote di maggioranza sono state affidate a dei fiduciari. Ma fin qui niente di nuovo: anche le proprietà di club italiani più importanti come Inter e Milan sono strutturate in modo simile. Le indagini delle procure italiane e spagnole si concentrerebbero però sui flussi di denaro passati da una controllata dei Pozzo all’altra, e in particolare quelli indirizzati verso il Watford fino al 2015, l’anno in cui ottenne la promozione in Premier League.
Per le autorità italiane ascoltate da Repubblica le operazioni contestate sarebbero nove, le quali avrebbero spostato in modo ingiustificato 63 milioni di euro dall’Udinese al Granada e al Watford (la maggior parte) – utilizzati per formare le squadre in vista della promozione – con lo scopo di aggirare le tassazioni. I soldi sarebbero stati registrati con fatture di operazioni inesistenti: si legge “valorizzazione dei calciatori trasferiti all’estero” e “servizi di scouting”. Le autorità spagnole invece indagano sui ricavi generati dalla vendita dei giocatori che sarebbero finiti nella holding lussemburghese “Fifteen Securisation”, la quale è collegata ad altre due holding lussemburghesi, “Gesapar” e “Kalmuna”, detentrici delle quote di maggioranza dell’Udinese. Gino Pozzo, figlio di Giampaolo e amministratore dell’Udinese e del Watford, ha risposto a Repubblica negando qualsiasi attività illecita: «Abbiamo una perizia firmata da Deloitte che dimostra come nel periodo di più attiva collaborazione tra i club, l’Udinese ha ricavato più di quanto ha contribuito».
Indagini e contenziosi nei confronti della famiglia Pozzo e dei tre club controllati vanno avanti da circa un anno. La scorsa estate il Watford è stato multato di quasi 5 milioni di euro dalla English Football League per aver fornito informazioni finanziarie falsificate a nome della banca svizzera HSBC, le quali nel 2015 consentirono l’acquisizione del club. La seguente indagine sulla vicenda, tuttavia, non ha ottenuto prove per sostenere che Gino Pozzo fosse a conoscenza dei fatti. A dicembre invece i Pozzo hanno chiuso un contenzioso con il fisco italiano nato da una verifica tributaria fatta nel giugno del 2016 pagando un milione di euro. Per quanto riguarda il Granada, invece, che nel 2016 i Pozzo hanno venduto a una società cinese, a febbraio le autorità spagnole hanno arrestato per riciclaggio ed evasione Quique Pina, ex presidente del club sotto la proprietà dei Pozzo. Nelle testimonianze fornite di recente agli investigatori, Pina si è detto estraneo alle vicende economiche della società, le quali sarebbero state gestite direttamente dai Pozzo.