Si è dimessa la ministra della Giustizia norvegese Sylvi Listhaug, per evitare una crisi di governo

Sylvi Listhaug, in una foto del 15 marzo
(GORM KALLESTAD/AFP/Getty Images)
Sylvi Listhaug, in una foto del 15 marzo (GORM KALLESTAD/AFP/Getty Images)

La ministra della Giustizia norvegese Sylvi Listhaug, da giorni al centro di un intenso scontro politico per via di un suo avventato post su Facebook, si è dimessa per evitare una crisi di governo. Oggi il Parlamento avrebbe dovuto votare una mozione di sfiducia nei suoi confronti presentata dai partiti di opposizione, che però aveva raccolto anche il sostegno di uno dei partiti centristi che sostengono il governo di centrodestra in carica dallo scorso settembre. Se – come ormai era molto probabile – la mozione fosse stata approvata, sarebbe iniziata una complicata crisi politica perché si sarebbe creata una grave rottura nei rapporti tra i partiti della coalizione di governo.

Il 9 febbraio, Listhaug – che fa parte del Partito del progresso, di destra populista – aveva scritto su Facebook che «i Laburisti pensano che i diritti dei terroristi siano più importanti della sicurezza nazionale», ed era stata da subito molto criticata per il modo in cui aveva parlato di terrorismo: erano infatti giovani militanti del partito Laburista moltissime delle persone che furono uccise da Anders Behring Breivik nella strage di Utøya del 2011. Listhaug e la prima ministra Erna Solberg si erano scusate pubblicamente, ma la mozione di sfiducia presentata dai Laburisti e dagli altri partiti di centrosinistra norvegesi aveva raccolto anche il sostegno del Partito Popolare Cristiano, che sostiene il governo senza farne parte.