La bufala dei francesi che si prendono il mare della Sardegna
Gira da parecchio tempo e negli ultimi giorni è stata riproposta sia da Matteo Salvini che da Giorgia Meloni: non è vero
Negli ultimi giorni il segretario della Lega Matteo Salvini, la presidente di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni e alcuni parlamentari del Movimento 5 Stelle, insieme alla solite pagine Facebook che diffondono notizie false o fortemente esagerate, hanno riproposto una vecchia bufala che gira da parecchio tempo: grazie a un misterioso trattato segreto firmato di nascosto dal governo Gentiloni, la Francia starebbe per impadronirsi di larghi tratti di mare italiano tra Toscana, Liguria e Sardegna.
Meloni, una delle prime persone a riportare d’attualità l’argomento, ha scritto sabato su Facebook: «Fratelli d’Italia intima il governo in carica ad agire immediatamente per interrompere la procedura unilaterale di ratifica attivata dalla Francia presso Bruxelles, che in caso di silenzio-assenso da parte italiana, conferirà de iure i tratti di mare in questione alla Francia arrecando un gravissimo danno ai nostri interessi nazionali». Anche il deputato del Movimento 5 Stelle Angelo Tofalo ha ripreso la bufala, sostenendo, come Meloni, che il passaggio territoriale avverrà il 25 marzo se il governo non farà nulla per fermarlo (secondo il sito NextQuotidiano, i primi in assoluto a riparlarne sarebbero stati quelli di Casa Pound).
Il trattato di cui si parla esiste veramente: è il trattato di Caen (qui il testo completo), un accordo frutto di un lunghissimo negoziato tra Italia e Francia, cominciato nel 2006 e terminato nel 2012. Il trattato partiva dalla necessità di regolare in maniera più precisa i confini marittimi tra Italia e Francia che, nella zona di mare compresa tra Corsica, Liguria, Toscana e Sardegna, sono in più di un punto piuttosto incerti. Secondo l’ammiraglio Giuseppe De Giorgi, che ha dedicato al caso un articolo sul suo blog, in base all’accordo «l’Italia avrebbe ceduto la “Fossa del cimitero” nelle acque di Ospedaletti in provincia di Imperia ottenendo in cambio alcune secche tra Corsica, Capraia ed Elba. Proprio la Fossa del cimitero è un tratto di mare molto ricco dal punto di vista della pesca, con una vivace presenza proprio di gamberoni rossi».
Il trattato è stato discusso da molti governi, quindi tra chi avrebbe deciso di “regalare” un pezzo di mare alla Francia ci sarebbe la stessa Lega e anche Meloni, che faceva parte del governo di centrodestra tra 2008 e 2011. Il trattato, alla fine, è stato firmato dal governo italiano nel 2015. Il punto principale, però, è che non è mai stato ratificato dal Parlamento e quindi non può entrare in vigore. Dopo il post di Meloni, infatti, il ministero degli Esteri ha pubblicato una smentita molto netta in cui definisce la notizia che i confini marittimi dell’Italia stiano per cambiare «destituita di ogni fondamento», proprio perché il trattato di Caen non può avere effetti non essendo mai stato votato dal Parlamento del nostro paese.
Del caso si era cominciato a parlare per la prima volta nel gennaio del 2016, quando il peschereccio italiano Mina, che stava pescando proprio sulla “Fossa del cimitero”, fu fermato dalla Guardia costiera francese e obbligato a entrare nel porto di Nizza, da dove gli venne permesso di allontanarsi solo dopo il pagamento di una cauzione da 8.300 euro. Pochi giorni dopo venne fermato anche un secondo peschereccio italiano. De Giorgi spiega che l’accordo, di cui si era parlato pochissimo in Italia, era molto noto in Francia, al punto che dopo la sua firma la gendarmeria francese si era convinta che fosse già in vigore e quindi iniziò a comportarsi come se lo fosse, fermando le navi italiane che sconfinavano oltre la nuova linea di demarcazione. Chiarito l’equivoco, il governo francese porse le sue scuse per l’incidente.
La notizia sembra essere tornata di attualità nelle ultime settimane per via di una consultazione pubblica che il governo francese ha organizzato per il prossimo 25 marzo, in cui raccoglierà pareri e opinioni sulle zone di pesca nel Mediterraneo e l’organizzazione dei confini. Come ha ammesso la stessa ambasciata di Francia in Italia, in un comunicato in cui smentiva Meloni e Salvini, le mappe allegate insieme al materiale per la consultazione sono sbagliate e mostrano i confini tra Italia e Francia come se il trattato di Caen fosse già in vigore. Questo però non significa che dopo il 25 marzo accadrà qualcosa di particolare. Non c’è nessuna clausola pronta a scattare che renderà effettivo il trattato in maniera unilaterale, come scrivono Meloni e Tofalo del Movimento 5 Stelle (l’articolo 4 del trattato, che quest’ultimo cita come sua fonte, non riporta nulla di simile).
Il fatto che questa notizia sia falsa, però, non significa che non esistano problemi per i pescatori italiani e per quanto riguarda l’esatta ubicazione dei confini marittimi tra i due paesi. Come ha scritto De Giorgi, i confini al momento “sono incerti” e diversi pescatori denunciano da tempo di essere spesso multati, fermati o comunque minacciati dalle autorità francesi per sconfinamenti veri o presunti. De Giorgi inoltre denuncia anche come queste questioni ricevano molta più attenzione da parte dell’opinione pubblica francese e non siano invece oggetto di dibattito nel nostro paese. O meglio, lo sono, ma lo diventano in genere quando vengono trasformate in notizie false.