Oggi Putin vince le elezioni in Russia
La rielezione dell'uomo che governa il paese da quasi vent'anni non è in discussione, e l'unica cosa che potrebbe intaccarne la vittoria è l'affluenza
Quando in Italia erano le 20 di sabato si sono aperti i primi seggi delle elezioni presidenziali in Russia, quelli della Kamčatka e della costa occidentale. Nel corso della giornata, hanno aperto anche tutti quelli del paese, che si estende per migliaia di chilometri e 11 diversi fusi orari: quelli della exclave russa di Kaliningrad, il territorio più occidentale del paese, chiuderanno quando in Italia saranno le 19. Nonostante siano le elezioni presidenziali in una delle più potenti, grandi e discusse nazioni del mondo, quelle russe sono elezioni poco raccontate: perché si sa già che le vincerà Vladimir Putin, l’ex agente del KGB che governa il paese dal 1999, e che si è costruito un monopolio del sistema politico che non sembra ancora intaccabile.
Putin è dato dai sondaggi intorno al 70 per cento, cioè ampiamente sopra il 50 per cento, la soglia sotto la quale sarebbe previsto il ballottaggio. Ma oltre al grande consenso di cui gode Putin, a rendere inevitabile la sua rielezione è la quasi assoluta mancanza di alternative: il suo più diretto avversario, il “comunista capitalista” Pavel Grudinin, non supera l’8 per cento. Gli altri candidati – in tutto sono otto, compreso Putin – sembrano essere ancora meno un problema. L’unica di cui si è parlato un po’ nelle ultime settimane è stata Ksenia Sobchak, 36enne ex celebrità della televisione russa che ha detto di voler provare a cambiare le cose, ma che è stata poi accusata di essere stata messa lì da Putin per dare un’apparenza di regolarità alle elezioni.
Quella delle ultime settimane è stata una campagna elettorale sonnolenta e senza avvenimenti rilevanti, ancora più del solito. Putin, che non ha mai mostrato particolare passione per i periodi pre-elettorali, ha raggiunto quest’anno dei livelli di disinteresse visti raramente in passato. L’impressione è che si sia limitato a fare poche ma rilevanti mosse, come quella di presentarsi come “indipendente” e non come leader del partito politico Russia Unita, rispetto al quale è molto più popolare.
Data per scontata la vittoria di Putin, l’unico dato che varrà la pena tenere d’occhio, e che potrebbe determinare se quella del presidente è stata una vittoria o soltanto una mezza vittoria, sarà l’affluenza. Quella delle elezioni parlamentari del 2016 era stata del 60,1 per cento, la più bassa nella storia moderna del paese, un dato che era stato interpretato come un segno di debolezza del governo russo (e l’unico modo per esprimere un dissenso, visto che i candidati alternativi sono debolissimi o inesistenti). Alle presidenziali del 2012 fu del 65,3 per cento. Per questo, Putin vuole riportarla al 70 per cento, anche se il governo ha detto che sarebbe soddisfatto del 65 per cento. Per convincere gli elettori ad andare a votare ha organizzato massicce campagne promozionali “pop”, organizzato referendum locali e centinaia di concerti fuori dai seggi, oltre che banchetti in cui si potranno comprare alimenti tipici.
Quest’anno voteranno per la prima volta alle elezioni presidenziali russe i residenti della Crimea, la penisola sul mar Nero annessa nel 2014. Proprio in Crimea Putin ha tenuto il suo ultimo comizio elettorale, mercoledì scorso.
La Russia è un paese abituato alle elezioni irregolari e controllate dal governo, e in tutte quelle vinte da Putin ci sono stati estesi ed evidenti casi di brogli. I suoi oppositori sostengono che il dato sull’affluenza sarà truccato in questa tornata, ma il Cremlino ha assicurato che qualsiasi frode elettorale sarà sanzionata. Ma il consenso di Putin non si basa sulle manipolazioni elettorali, quanto sull’assoluto dominio della scena politica e mediatica del paese. Lo scandalo seguito all’avvelenamento della spia russa Sergei Skripal e della figlia Yulia, che ha provocato critiche e condanne internazionali, non sembra interessare agli elettori russi, e non ha intaccato il consenso di Putin.
Con la vittoria di oggi, Putin otterrà il suo secondo mandato presidenziale consecutivo, che durerà sei anni. Fu scelto come successore di Boris Eltsin nel 1999, e dopo qualche mese come primo ministro fu eletto presidente. Dopo il primo mandato, per aggirare il limite di due mandati consecutivi, fece eleggere presidente Dmitrij Medvedev, assumendo l’incarico di primo ministro ma continuando di fatto a governare e controllare il paese. Nel 2012 fu rieletto. Se rimarrà al potere per i prossimi sei anni – e ci rimarrà salvo eventi inaspettati e per ora impensabili – raggiungerà i 25 anni al potere, un record che in Russia sarebbe secondo soltanto a quelli di Iosif Stalin.