Calenda ha detto qualcosa di sinistra
Alla presentazione di un libro ha detto che "il Jobs act è sbagliato", che bisogna proteggere l'occupazione e che la sinistra ha fatto molti errori
Ieri, intervenendo a Roma alla presentazione di un libro, il ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda è stato molto critico con l’ultimo governo e con la sinistra, italiana ed europea in generale: per esempio ha detto che la sinistra moderna, quella nata e cresciuta negli ultimi 20 anni è “morta” e che ce ne vuole una nuova (di questa storia della sinistra europea abbiamo parlato nell’ultima puntata del podcast del Post).
«I messaggi di Tony Blair o di Clinton se li rileggiamo erano spot delle patatine, e li abbiamo idolatrati», ha detto Calenda, riferendosi ai due principali leader che hanno influenzato l’evoluzione della sinistra moderna, contribuendo a spostarne sostanzialmente il programma economico verso il centro. Blair e Clinton sono stati per anni delle guide per la sinistra di tutto il mondo, compresa quella italiana. Per Calenda, però, quel che dicevano un tempo, riproposto oggi, suona come «solenni sciocchezze, come la Terza via che infatti è definitivamente morta, portandosi con sé la sinistra in quasi tutti i paesi».
Secondo Calenda, oggi è arrivato il momento di una sinistra di un nuovo tipo:
«Che difenda il posto di lavoro e non il lavoro in sé, che offre protezione. Il Jobs act è sbagliato non per l’abolizione dell’articolo 18, ma perché contiene un indebolimento sostanziale degli ammortizzatori sociali»
Calenda ha poi precisato che non intende abolire il Jobs Act, ma che bisogna rafforzare la parte che riguarda le protezioni sociali. In un tweet oggi pomeriggio, Calenda ha scritto: «Ho solo detto, e non per la prima volta, che va rafforzato e rinnovato il capitolo ammortizzatori sociali per gestire le transizioni industriali che ci accompagneranno per molti anni».
Poi Calenda è sembrato tornare ad attaccare non solo la sinistra europea degli ultimi anni, ma quella italiana in particolare: «Una delle ragioni per cui la sinistra è morta è perché ha dato messaggi motivazionali invece che di comprensione della realtà, dovuto al fatto che si è costruito un pensiero semplificato». Secondo Calenda c’è bisogno di «investimenti e protezione» e di «difesa dell’occupazione a tutti i costi». Questi punti programmatici non possono essere sostituiti da una retorica dell’innovazione e del futuro: «Se al tornitore gli dici che la globalizzazione apre opportunità, nuovi lavori, quello prende il fucile e spara».
La scorsa settimana Calenda si è iscritto al PD, ma ha più volte negato di essere interessato a candidarsi alla segreteria del partito. Calenda è un ex manager, per lungo tempo stretto collaboratore dell’imprenditore Luca Cordero di Montezemolo e tra i fondatori di Scelta Civica (nel 2013 fu tra i primi non eletti del partito). È entrato al governo come viceministro dello Sviluppo economico nel 2013, durante il governo Letta. Negli ultimi mesi ha iniziato un periodo di nuovo attivismo politico, impegnandosi molto nella campagna elettorale del PD prima del voto, e sostenendo con forza la necessità di riformare il partito e i suoi programmi dopo la sconfitta.