Cos’è successo a Fano
Questa notte circa 23.000 persone hanno dovuto lasciare le loro case dopo il ritrovamento e l'innesco accidentale di una bomba inesplosa
Martedì sera circa 23.000 persone hanno dovuto lasciare le loro case a Fano, in provincia di Pesaro e Urbino, nelle Marche, dopo che alcune ore prima una bomba inesplosa della Seconda guerra mondiale era stata trovata in un cantiere della città e innescata inavvertitamente. L’evacuazione, decisa dalla prefettura di Pesaro, ha riguardato le case in un raggio di circa 1.800 metri dal punto di ritrovamento della bomba ed è stata necessaria per rimuoverla in sicurezza. La bomba mercoledì mattina è stata affondata in alto mare, dove sarà probabilmente fatta esplodere. Terminate le operazioni degli artificieri dell’Esercito, la situazione a Fano è tornata alla normalità: le scuole rimarranno comunque chiuse nella giornata di oggi.
La bomba – lunga poco più di un metro e pesante circa 250 chili – era stata trovata martedì mattina durante gli scavi in un cantiere in viale Ruggeri, sul lungomare Sassonia, appena fuori dal centro storico della città. I ritrovamenti di bombe della Seconda guerra mondiale non sono rarissimi ancora oggi, ma la bomba di Fano era stata innescata accidentalmente e sarebbe potuta esplodere. Era infatti una bomba a spolette differite di fabbricazione britannica, dotata quindi di un congegno che attiva l’accensione della carica esplosiva interna dopo un certo periodo di tempo dall’innesco. Secondo gli artificieri, se la bomba avesse funzionato correttamente, sarebbe potuta esplodere con un ritardo compreso tra le 6 e le 144 ore dal momento dell’innesco. In realtà, a giudicare dalle foto delle operazioni degli artificieri, non sembra che il rischio di esplosione fosse ritenuto imminente.
L’ordine di evacuazione, arrivato martedì in serata, ha riguardato diversi quartieri della città in un raggio di 1.800 metri dal posto dove era stata trovata la bomba. Sono state evacuate le case di circa 23.000 persone, che sono state accolte a casa di amici e parenti in altri quartieri della città e in otto centri di accoglienza gestiti dalla protezione civile, l’ospedale e la stazione. Il sindaco di Fano, Massimo Seri, aveva chiesto anche di evacuare scuole e altri uffici pubblici fino alle 13 di oggi, ma con la conclusione delle operazioni di messa in sicurezza della zona – condotte dall’Esercito e dalla Marina militare – si è potuto anticipare il ritorno di tutti nelle loro case. È rimasto in vigore solo l’ordine di chiusura delle scuole.
La bomba è stata portata in alto mare e affondata. La Marina militare ha delimitato la zona di mare a rischio intorno alla bomba, chiudendola alla navigazione. Nei prossimi giorni, probabilmente, la bomba sarà fatta esplodere in sicurezza.