Gli strani romanzi di Jeff VanderMeer
Mescolano fantascienza e fantasy, sono romanzi di genere, ma anche no: e da oggi su Netflix c'è un film tratto da "Annientamento", uno dei suoi lavori più famosi
Dal 12 marzo su Netflix si può vedere Annientamento, il film di fantascienza con Natalie Portman diretto da Alex Garland, quello di Ex Machina. Annientamento è tratto dall’omonimo romanzo dello scrittore americano Jeff VanderMeer, il cui ultimo libro, Borne, è uscito in Italia qualche settimana fa: se siete passati per una libreria di recente forse lo avete notato, con la sua indecifrabile illustrazione sulla copertina e una sovracoperta di plastica trasparente. Borne è il quarto romanzo di VanderMeer pubblicato in italiano, dopo Annientamento e i suoi due seguiti, Autorità e Accettazione, che compongono la Trilogia dell’Area X: per tutti e quattro l’etichetta di “romanzo di fantascienza” è un po’ riduttiva e infatti in Italia sono stati pubblicati da Einaudi, che di solito non pubblica romanzi di genere e ha visto in VanderMeer un autore “letterario”.
Jeff VanderMeer ha 49 anni ed è uno dei maggiori esponenti di un genere letterario dalle caratteristiche un po’ confuse chiamato “new weird”, che mette insieme elementi della letteratura fantasy e di quella di fantascienza. È difficile capire come siano i romanzi “new weird” senza averne letti un po’, ma per farsi un’idea, l’ambientazione di Finch (2009), romanzo con una trama poliziesca di VanderMeer, è una città controllata da enormi funghi intelligenti e deambulanti che usano le proprie spore come armi biochimiche, che possono infettare le persone trasformandole in uomini-fungo.
Secondo la definizione dello stesso VanderMeer e di sua moglie Ann, che fa l’editor ed è un’esperta di fantasy e fantascienza, è «un tipo di narrativa ambientata in un mondo inventato in cui la visione romantica sui luoghi tradizionalmente descritti nel fantasy è sovvertita, perché le ambientazioni sono modelli complessi basati sul mondo reale che servono come punto di partenza per mettere insieme elementi fantascientifici e fantasy».
“Weird” letteralmente significa “strano, misterioso” e fin dagli anni Trenta l’espressione “weird fiction”, cioè “narrativa weird”, è stata usata per indicare i romanzi e i racconti che mescolano elementi horror, fantasy e fantascientifici: una delle più importanti riviste americane dedicate a questi generi – la prima a pubblicare i racconti di H.P. Lovecraft sulla mostruosa divinità Cthulhu – si chiamava appunto Weird Tales. L’espressione “new weird” è stata usata per la prima volta nel 2002, nell’introduzione a Specchi irriflessi, un romanzo breve dello scrittore britannico China Miéville, ed è stata adottata tra gli altri dai VanderMeer, che nel 2007 hanno curato un’antologia di racconti riconducibili al genere intitolata proprio The New Weird.
La Trilogia dell’Area X
Annientamento, il romanzo, è il primo capitolo della Trilogia dell’Area X, il cui genere secondo il New Yorker è la “fantascienza ecologista”. Tutti e tre i romanzi della trilogia parlano di un’agenzia segreta, la Southern Reach, che organizza delle spedizioni in una regione nordamericana disabitata e isolata dalla civiltà con una barriera impenetrabile, “l’Area X”; chiunque la superi muore prima di fare ritorno, oppure ne esce con problemi fisici e psicologici senza ricordare nulla di ciò che gli è successo. L’Area X esiste a causa di un misterioso evento climatico avvenuto in passato, di cui però non si sa molto. In Annientamento si parla di una delle missioni della Southern Reach, i cui membri sono un’antropologa, una topografa, una psicologa e una biologa, che è la narratrice e vuole scoprire cosa è successo a suo marito, che faceva parte di una precedente missione. Senza fare troppi spoiler: l’Area X è una zona in cui la natura ha ripreso completamente il controllo e produce delle trasformazioni nelle persone che si avvicinano troppo.
I'm loving THE SOUTHERN REACH TRILOGY, by Jeff Vandermeer. Recommended by an indie bookseller. Creepy and fascinating.
— Stephen King (@StephenKing) June 1, 2014
Al centro di Annientamento ci sono i cambiamenti mentali, fisici, ecologici e sociali causati dall’Area X e da ciò che contiene, che fanno tendere i personaggi verso l’autodistruzione; i personaggi principali non hanno nome perché la vera protagonista è proprio l’Area X. In questo e altri aspetti il film di Alex Garland è un po’ diverso tanto che lo stesso VanderMeer lo ha definito un «adattamento libero»: il personaggio della biologa, interpretata da Natalie Portman, è molto più centrale e il suo rapporto con il marito, appena accennato nel romanzo, ha molta più importanza; si parla sempre di autodistruzione, ma da una prospettiva più personale. La seconda grossa differenza tra romanzo e film riguarda l’origine dell’Area X, che VanderMeer spiega brevemente in Accettazione, mentre il film introduce da subito. Anche il finale del film è diverso rispetto a quello del romanzo, ma su quello non diciamo nulla.
Il film è piaciuto ai critici: sull’aggregatore di recensioni Rotten Tomatoes ha ottenuto valutazioni positive nell’87 per cento dei casi; su IMDb ha preso 7,8 stelle su 10. Eric Kohn ha scritto su IndieWire che «è allo stesso tempo un thriller di sopravvivenza e un invitante e avvincente film di fantascienza». Una delle cose di cui si è parlato di più a proposito del film è che mentre negli Stati Uniti è uscito al cinema il 23 febbraio, nel resto del mondo è stato distribuito solo su Netflix: Paramount, la casa cinematografica che l’ha prodotto, ha ritenuto che fosse troppo intellettuale per interessare il grande pubblico. Secondo alcuni, una delle ragioni per cui ha fatto questa valutazione è che le protagoniste del film sono tutte donne.
Autorità, il secondo e più lungo romanzo della Trilogia dell’Area X, non è ambientato nell’Area X, ma negli uffici della Southern Reach, da poco passata sotto il controllo di un nuovo direttore, John Rodriguez, chiamato da tutti Controllo. Anche Accettazione ha Controllo tra i suoi protagonisti e, come detto, svela qualcosa in più sulla natura dell’Area X, anche se nelle intenzioni di VanderMeer non tutto deve essere chiaro alla fine della lettura.
Di cosa parla Borne
Secondo il New Yorker, che lo ha definito un romanzo «fantasy post-apocalittico», Borne ha una trama molto più convenzionale degli altri libri di VanderMeer: c’è un confronto finale tra due grandi forze, la protagonista Rachel è impegnata in una ricerca di fondamentale importanza e nelle ultime pagine vengono svelati molti segreti sul passato. Borne è ambientato in un futuro post-apocalittico in cui, dopo decenni di disastri ecologici e migrazioni di massa, la popolazione umana si è molto ridotta. La città in cui si svolge la storia è fatta di macerie ed è controllata da Mord, un orso grande come un palazzo e capace di volare per levitazione: a crearlo era stata un’azienda produttrice di biotecnologie, la Compagnia, che a un certo punto aveva aperto una sua sede in città.
I pochi abitanti umani della città, alcuni dei quali sono dei semi-mutanti, cercano di sopravvivere come “cacciarifiuti”, cioè cercando viveri tra le macerie, oppure adorando Mord come una divinità. Rachel è una cacciarifiuti e vive con Wick, un ex dipendente della Compagnia; Wick sopravvive producendo e barattando creature biotecnologiche, ad esempio blatte che se inserite nelle orecchie cancellano i ricordi o li sostituiscono con altri, e vengono usate come droga. Borne, da cui il titolo del romanzo, è una creatura che Rachel trova nella pelliccia di Mord mentre l’orso dorme: somiglia un po’ a un anemone di mare gigante, un po’ a una seppia, a niente di tutto questo e a qualsiasi altra cosa. All’inizio sembra una pianta, poi un animale domestico, ma in realtà si tratta di un essere molto intelligente, per cui Rachel sviluppa un senso materno. Uno dei temi principali del romanzo è proprio l’essere genitori.
Genere a parte, una cosa che distingue i romanzi di Jeff VanderMeer nell’edizione italiana sono le copertine. Sia le prime edizioni di Annientamento, Autorità e Accettazione che quella di Borne hanno una copertina rigida illustrata e una sovracoperta di plastica trasparente su cui si legge solo il nome dell’autore, quello della casa editrice e il titolo. Francesco Guglieri, l’editor di narrativa straniera di Einaudi che ha avuto l’idea delle sovracoperte di plastica, ha spiegato al Post che sono state scelte per distinguere i romanzi di VanderMeer tra quelli dei Supercoralli, la storica collana in cui sono stati pubblicati e che solitamente non comprende fantascienza: «Pensammo di fare dei Supercoralli mutanti, in cui l’ordine tra cartone e sovracoperta fosse invertito ma che in qualche modo mantenesse la gabbia storica». Le illustrazioni sulle copertine sono del fumettista Lorenzo Ceccotti.