In Colombia ci sono le prime elezioni dopo la pace con le FARC
Oggi si vota per rinnovare il Parlamento, il risultato sarà importante soprattutto in vista delle presidenziali di maggio
Oggi, domenica 11 marzo, in Colombia si vota per eleggere i nuovi membri delle due Camere. Sono le prime elezioni legislative dalla pace con le FARC, l’ex gruppo rivoluzionario di ispirazione marxista che per decenni aveva combattuto le istituzioni statali. Si eleggono in tutto 102 membri del Senato e 166 della Camera bassa, ma cinque seggi di entrambe le camere spetteranno proprio ad esponenti delle FARC, perché questa era una delle condizioni per la pace. I risultati delle elezioni legislative saranno importanti soprattutto in vista delle elezioni presidenziali del 27 maggio, quando si sceglierà il successore del premio Nobel per la pace Juan Manuel Santos.
In Colombia i cittadini con diritto di voto sono circa 36 milioni e il sistema elettorale è un proporzionale puro. È molto difficile fare previsioni sui risultati perché i sondaggi pre-elettorali colombiani sono noti per essere stati spesso poco precisi: nel 2016 sovrastimarono di alcune decine di punti percentuali i “Sì” al referendum sulla pace con le FARC, poi vinto di pochissimo dai “No” e già dal 2014 alcuni giornali hanno deciso di non pubblicarli più.
In più, in Colombia ci sono vari partiti di media grandezza: alle elezioni del 2014 quattro partiti presero tra il 10 e il 20 per cento dei voti. A meno di sorprese, nessuno di loro dovrebbe ottenere la maggioranza. Oltre a eleggere 10 parlamentari di diritto, le FARC partecipano anche alle elezioni, ma ci si aspetta che ottengano uno scarso risultato: secondo molte previsioni sotto al tre per cento.
Il partito che dovrebbe ottenere più voti è il Centro Democratico, che – a differenza di quanto potrebbe far pensare il nome – è conservatore e nazionalista. Fu fondato dall’ex presidente Alvaro Uribe, che ha fatto campagna elettorale per il No alla pace con le FARC. Potrebbe invece perdere molti voti il partito di centrodestra Partito Sociale di Unità Nazionale (noto in Colombia come “il partito della U”), guidato da Manuel Santos, molto criticato da una fetta dei colombiani proprio per l’accordo con le FARC.
Insieme alle elezioni legislative i colombiani voteranno anche per le primarie in vista delle presidenziali di maggio: e sarà importante capire che risultati otterranno i vari partiti per misurare i rapporti di forza in vista delle presidenziali (la Colombia è una repubblica presidenziale). Santos non potrà più candidarsi perché è già al suo secondo mandato. Rodrigo Londoño, il capo delle FARC noto col nome Timochenko, avrebbe dovuto candidarsi ma pochi giorni fa ha rinunciato per problemi di salute e le FARC hanno di conseguenza scelto di non presentare alcun candidato.
Il favorito a diventare candidato presidente di una coalizione di sinistra è Gustavo Petro: ex sindaco di Bogotà, la capitale della Colombia, che è anche ex ribelle del gruppo M-19, una formazione nazionalista e di sinistra che nel 1990 firmò un accordo di pace con il governo e si ritirò dalla lotta armata, diventando il partito Alleanza Democratica M-19. Il probabile candidato presidente di una coalizione di conservatori e partiti di centro-destra è invece Iván Duque, un economista considerato vicino a Uribe.