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  • Sabato 10 marzo 2018

In Germania si discute se rendere neutro l’inno nazionale

La responsabile delle Pari opportunità del governo ha proposto di rimuovere riferimenti di genere e renderlo più inclusivo, come hanno fatto altri paesi

La cancelliera tedesca Angela Merkel ascolta l'inno nazionale tedesco durante una visita di stato - Berlino, Germania (AP Images)
La cancelliera tedesca Angela Merkel ascolta l'inno nazionale tedesco durante una visita di stato - Berlino, Germania (AP Images)

In Germania sta facendo discutere la proposta di rendere più neutre, dal punto di vista del genere, le parole dell’inno nazionale tedesco. L’idea è stata promossa dalla responsabile delle Pari opportunità del ministero della Famiglia, Kristin Rose-Mhöring, in una newsletter inviata al suo staff nei giorni prima della Giornata internazionale della donna. Altre nazioni negli ultimi anni hanno modificato le parole dei loro inni per renderli più inclusivi e meno discriminanti. L’opportunità di farlo è discussa da tempo e trova numerosi contrari, soprattutto tra chi ritiene che un inno sia semplicemente lo specchio dei tempi in cui è nato, e che i concetti che esprime debbano essere valutati in una prospettiva storica.

La newsletter, che viene inviata a un numero ristretto di persone e non è pensata per essere diffusa pubblicamente, è stata visionata dal giornale Die Zeit. Rose-Mhöring propone di cambiare la parola “vaterland” (letteralmente “terra padre”, l’equivalente del nostro “terra madre”) in un più neutro “patria”, e cambiare altri versi dove si fa riferimento al popolo tedesco che affronta “fraternamente” le difficoltà, sostituendo la parola con “coraggiosamente”.

Naturalmente quella di Rose-Mhöring è solo una proposta personale e che difficilmente potrà diventare realtà in tempi brevi, eppure ha suscitato un ampio dibattito in Germania, dove è stata ripresa da diversi editorialisti e politici. Il partito di estrema destra Alternativa per la Germania (Alternative fur Deutschland) è stato il più critico di tutti e in un post su Facebook ha scritto: “Se non ti piace l’inno nazionale dal punto di vista del politicamente corretto e di tutte queste assurdità sul genere, non cantarlo”.

Il portavoce di Angela Merkel è intervenuto cercando di ridimensionare la vicenda in un momento molto delicato per la cancelliera, che dopo mesi di trattative è riuscita a trovare un accordo per governare insieme ai socialdemocratici dell’SPD: “La cancelliera è contenta del nostro bell’inno nazionale così com’è”. Altri politici moderati e di centrodestra hanno usato toni simili, ricordando che non si possono cambiare gli inni a seconda “dello spirito del momento”.

L’attuale inno nazionale tedesco, “Das Lied der Deutschen” (“Il Canto dei Tedeschi”), è una delle canzoni patriottiche più popolari della Germania. Risale agli anni Quaranta dell’Ottocento e la sua prima strofa, quella famosa con le parole “Deutschland, Deutschland, über alles” (“Germania, Germania, al di sopra di tutto), fu usata tra il 1918 e il 1945 durante la Repubblica di Weimar e poi dalla Germania nazista. Ora viene cantato usando la terza strofa, proprio per evitare connotazioni con la parte usata durante il nazismo. L’inno nazionale è quindi un tema piuttosto delicato per i suoi precedenti storici e molti preferiscono lasciarlo così com’è, senza doverne rimettere in discussione l’importanza e il testo.

Cambiare un inno nazionale, anche solo poche parole, non è del resto semplice, come ha raccontato al New York Times Maria Rauch-Kallat, l’ex politica che ha promosso la modifica di quello austriaco. Ci ha provato due volte prima di ottenere che fosse deciso il cambiamento per aggiungere “le nostre grandi sorelle” ai “fratelli” nel testo dell’inno. Le cose sono andate ulteriormente per le lunghe nel caso del Canada. Le prime proposte di rendere il suo testo più neutro furono avanzate negli anni Ottanta, ma solo nel 2015 dopo l’elezione del primo ministro Justin Trudeau è stato possibile affrontare seriamente il tema.

“Il Canto degli Italiani” – il nostro inno nazionale conosciuto come “Fratelli d’Italia”, le parole del primo verso – ha più o meno la stessa età dell’inno tedesco. Il testo fu scritto da Goffredo Mameli e messo in musica da Michele Novaro nel 1847. Ha un esplicito riferimento ai “fratelli” e fa un uso costante del plurale maschile, che la lingua italiana privilegia per indicare una pluralità di soggetti a prescindere dal genere. In passato ci sono state numerose proposte per cambiare il nostro inno, per il suo testo bellicoso e per la stessa qualità della composizione. Negli ultimi anni, complice il lavoro di presidenti della Repubblica come Carlo Azeglio Ciampi e Giorgio Napolitano, “Il Canto degli Italiani” è stato rivalutato e le campagne per sostituirlo hanno perso rilevanza.