Emma Bonino ha settant’anni
Storia di una donna con una carriera politica praticamente unica nel nostro paese
Emma Bonino, la storica attivista e dirigente del Partito Radicale, compie oggi 70 anni. Domenica è stata eletta al Senato, vincendo il collegio uninominale di Roma Gianicolense e ottenendo così il suo nono mandato parlamentare (la lista che guidava, +Europa, non è invece riuscita a superare la soglia di sbarramento): l’ultima tappa fin qui di una carriera quasi unica nella recente storia politica italiana.
Negli anni Settanta Emma Bonino è stata la protagonista di alcune delle battaglie politiche che più hanno cambiato il nostro paese, come quella sul divorzio e sull’aborto. Ma ha anche ricoperto – in modo apprezzato anche da molti suoi avversari – importanti incarichi istituzionali nazionali e internazionali, e da anni si parla di lei come possibile primo presidente della Repubblica donna della storia d’Italia. Nel frattempo i sondaggi la mostrano sempre come uno dei leader politici di cui gli italiani hanno più stima.
Bonino è piemontese e nacque vicino a Cuneo, subito dopo la fine della Seconda guerra mondiale, in una famiglia piccolo borghese. A 18 anni si trasferì a Milano, dove si laureò in Lettere con una tesi sull’attivista nero Malcolm X. Bonino iniziò molto presto a fare attivismo, in particolare a favore del diritto all’aborto. Tra le sue attività all’epoca più controverse ci fu l’aiuto ad abortire che dava alle donne che non potevano permettersi viaggi all’estero per interrompere la gravidanza. Nel 1975 si autoaccusò del reato di procurato aborto e venne arrestata. L’anno successivo fu eletta alla Camera con il Partito Radicale, la cui guida era stata da poco presa da un giovane eccentrico e ambizioso: Marco Pannella.
Il sodalizio tra Pannella e Bonino è stato uno dei più duraturi e proficui della storia politica italiana. Insieme i due fondarono decine di associazioni e movimenti con cui condussero dozzine di battaglie politiche per i diritti civili: quelle per divorzio ed aborto furono soltanto le più famose e più di successo. Nel 1987, per esempio, Bonino andò a Varsavia per manifestare contro il regime comunista. Pochi anni dopo si fece arrestare a New York per aver distribuito siringhe sterili, la cui vendita era da poco stata proibita come forma di contrasto al consumo di droga. Si impegnò a lungo per il disarmo nucleare e contro l’utilizzo dell’energia atomica per scopri civili. Si è battuta per i diritti dei tibetani e per la creazione di un tribunale che giudicasse i crimini commessi nella ex Yugoslavia.
Nel frattempo, però, manteneva il suo impegno politico in Italia. Il Partito Radicale non ottenne mai i risultati spettacolari che probabilmente Pannella sperava di raggiungere, ma quasi a ogni elezione riusciva a portare qualcuno dei suoi rappresentanti al Parlamento o al Parlamento Europeo, spesso con metodi e alleanze piuttosto spregiudicate. Bonino era quasi sempre una di loro. Nel 1994 fu eletta con il centrodestra di Silvio Berlusconi, che l’anno dopo la scelse come Commissaria europea per gli aiuti umanitari e per la tutela dei consumatori. Cinque anni dopo, alle elezioni europee del 1999, i Radicali ottennero il loro miglior risultato di sempre: l’8,5 per cento di voti raccolto dalla Lista Bonino. Negli anni successivi Bonino divenne ministro del Commercio internazionale tra 2006 e 2008 e poi ministro degli Esteri, tra 2013 e 2014.
In questo periodo, i rapporti tra lei e Pannella si fecero sempre più freddi. Da un lato Pannella si disinteressava sempre di più alla politica nazionale e alle competizioni politiche. Bonino invece ebbe una brillante carriera nazionale e internazionale e ancora nel 2013 il suo nome era uno di quelli che si citavano più di frequente come possibile nuova presidente della Repubblica (anche se probabilmente non fu mai una possibilità veramente realizzabile, almeno in quell’occasione). Anche nei mesi subito prima di morire, Pannella trovò occasioni per litigare pubblicamente con la vecchia compagna di partito. L’antipatia tra i due si rispecchia oggi anche nell’attuale divisione del partito, che da un lato vede la “vecchia guardia” storica formata dagli amici più stretti di Pannella, e dall’altro la nuova generazione dei quarantenni guidati da Bonino.
La sua ultima avventura politica, la lista +Europa, costruita in fretta negli ultimi mesi prima delle elezioni, ha avuto soltanto un parziale successo. Alle elezioni di domenica la lista non è riuscita a passare la soglia di sbarramento, anche se ci è andata molto vicina, ottenendo il 2,55 per cento a livello nazionale e facendo un ottimo risultato nelle grandi città, Roma e Milano in particolare. Bonino però è riuscita a vincere il suo collegio uninominale, e insieme a lei sono stati eletti anche Riccardo Magi, segretario dei Radicali italiani e candidato alla Camera nel collegio uninominale di Roma Gianicolense, e Alessandro Fusacchia, eletto nella circoscrizione estero.