Le foto più belle delle sfilate di Parigi

Cosa si è visto all'appuntamento di moda più importante al mondo, con i soliti Dior, Valentino, Chanel e molti emergenti

Lo stilista Olivier Rousteing di Balmain e un gruppo di modelle alla fine della sfilata, Parigi, 2 marzo 2018
(Pascal Le Segretain/Getty Images)
Lo stilista Olivier Rousteing di Balmain e un gruppo di modelle alla fine della sfilata, Parigi, 2 marzo 2018 (Pascal Le Segretain/Getty Images)

Con la Settimana della moda di Parigi si è concluso, martedìm 6 marzo, uno dei principali appuntamenti della moda mondiale, quando i marchi più importanti hanno presentato, a New York, Londra, Milano e infine Parigi, le loro collezioni per l’autunno-inverno 2018/2019.

Quella francese è la Settimana più lunga – era iniziata il 26 febbraio – prestigiosa e presenziata di tutte, con giornalisti, clienti, celebrità e buyer internazionali, tanto che sempre più aziende americane la preferiscono a quella di New York: quest’anno lo hanno fatto per esempio Thom Browne e Altuzarra. Tra i circa 100 marchi presenti, ci sono stati esordienti come Marine Serre, che ha vinto l’importante premio LVMH, ritorni come Poiret, i soliti classici – Dior, Valentino, che pur essendo italiano sfila a Parigi, Saint Laurent, Balmain, Chanel e Louis Vuitton – e un grande assente, Céline, che ha saltato un giro dopo le dimissioni dell’apprezzata direttrice creativa Phoebe Philo e in attesa che lo stilista Hedi Slimane, che ne ha preso il posto, disegni la prossima collezione.

È difficile trovare una cifra comune a così tante collezioni, ricche, variegate e disegnate da stilisti di carattere e diversi tra loro: c’è stato un generale ritorno agli anni Ottanta, come in Saint Laurent e in Louis Vuitton, e come si era già visto a New York con Marc Jacobs; la ricerca sperimentale di nuove linee e tessuti, come nella Maison Margiela dello stilista John Galliano; e una generale attenzione, anche sulla scia di una rinascita femminista, nel proporre capi e accessori che facciano sentire chi li indossa più forte, bella, sicura di sé.

La passerella della sfilata di Christian Dior riflessa sul soffitto, Parigi, 27 febbraio 2018. Qui altre foto della collezione
(AP Photo/Kamil Zihnioglu)

Forse la collezione più trionfale è stata quella dello stilista Olivier Rousteing, da sette anni a Balmain, con abiti luccicanti in foglia d’argento, PVC, maglie di cristallo, organza all’apparenza liquida, gialli e verdi fluorescenti. È piaciuta anche la collezione di Comme des Garçons di Rei Kawakubo, che ha tradotto materialmente il saggio del 1964 «Note sul Camp» di Susan Sontag, disegnando tulle, pizzi, crinoline e abiti oversize; e quella di Balenciaga, che donerà parte del ricavato delle vendite a un’associazione delle Nazioni Unite e che ha stampato su alcune magliette il numero di telefono di una «hotline infinita per gente che ha tempo da perdere», come l’ha definita lo stilista Demna Gvasalia.

Fall Winter 18

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Pierpaolo Piccioli ha presentato la sua collezione per Valentino domenica, nel giorno delle elezioni italiane, e ha approfittato per mandare un messaggio facendo aprire la sfilata dalla modella sudanese Adut Akech e facendola chiudere alla francese di origine africana Assa Baradji. Piccioli ha ribadito: «Spesso quando ti occupi di moda senti di fare qualcosa che non importa davvero alla società, ma io penso che anche i vestiti possano essere usati per mandare un messaggio. L’Italia sta scegliendo se abbracciare la discriminazione, e io odio tutte le forme di discriminazione». Quest’idea si rifletteva anche negli abiti, dove cliché di debolezza femminile come fiori, rosa e tacchi erano ribaltati e trasformati in strumenti di affermazione e forza.

La modella sudanese Adut Akech apre la sfilata di Valentino, Parigi, 4 marzo 2018
(Pascal Le Segretain/Getty Images)

Come sempre a Parigi ha contato l’ambientazione: lo stilista Anthony Vaccarello ha fatto sfilare la sua collezione per Saint Laurent – fatta di pelle lucida, stivaloni, pantaloncini per gambe magre e chilometriche, tagli dalle spalle larghe e squadrate – in una struttura allestita davanti alla Torre Eiffel; Stella McCartney ha presentato le sue creazioni, definite ambientaliste ed etiche per la cura nei materiali e nel riciclo, all’Opera Teller; Chanel al solito Grand Palais, stavolta trasformato in un bosco; mentre Louis Vuitton ha stupito scegliendo la scalinata della corte Lefuel davanti al Louvre, costruita tra il 1854 e il 1857, mai aperta al pubblico e destinata al passaggio dei cavalli.

Quest’anno la moda francese ha anche ottenuto un importante riconoscimento con una cena di stato organizzata per gli stilisti e gli uomini d’affari a Palazzo Eliseo dal presidente francese Emmanuel Macron insieme alla moglie Brigitte.

La sfilata di Chanel a Parigi, 6 marzo 2018
(PATRICK KOVARIK/AFP/Getty Images)

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