Quali sono i governi possibili
Quanti parlamentari hanno eletto i vari partiti e quindi chi può formare una maggioranza: gli scenari sono essenzialmente quattro
Alle elezioni di domenica il Movimento 5 Stelle e la Lega hanno ottenuto un grande successo. Il Movimento 5 Stelle ha raccolto oltre tre milioni di voti in più rispetto alle elezioni politiche del 2013; la Lega ha fatto ancora meglio, quadruplicando le sue percentuali di cinque anni fa e diventando il primo partito di centrodestra. Anche se mancano ancora i risultati di qualche sezione, si è ormai capito come sarà composto il prossimo Parlamento e che non ci sarà una maggioranza definita: d’altra parte, come sapevamo anche prima del 4 marzo, quando gli elettori dividono i loro voti tra tre liste o coalizioni è difficile che una sola possa ottenere la maggioranza assoluta dei seggi. Chiunque vorrà formare un governo quindi dovrà necessariamente formare un’alleanza: ma anche le opzioni per formare queste alleanze non sono moltissime.
Secondo le più aggiornate informazioni comunicate dal ministero dell’Interno, la coalizione di centrodestra dovrebbe avere 260 parlamentari alla Camera e 135 al Senato, il Movimento 5 Stelle dovrebbe avere 221 parlamentari alla Camera e 112 al Senato e la coalizione del Partito Democratico arriverebbe a 112 seggi alla Camera e 57 al Senato. A questi numeri vanno aggiunti 12 deputati e 6 senatori eletti all’estero, che non cambieranno in modo decisivo il quadro generale.
Camera (maggioranza: 315 seggi)
– Movimento 5 Stelle 221 seggi
– Totale coalizione centrodestra 264 seggi
– Coalizione Partito Democratico 112 seggi
– Liberi e Uguali 14 seggi
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Senato (maggioranza: 161 seggi)
– Movimento 5 Stelle 112 seggi
– Totale coalizione centrodestra 135 seggi
– Coalizione Partito Democratico 57 seggi
– Liberi e Uguali 4 seggi
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Con questi numeri sono possibili solo quattro coalizioni diverse (qui trovate un “simulatore” di coalizione realizzato sempre da YouTrend).
Centrodestra + “responsabili”
Per raggiungere la maggioranza assoluta, al centrodestra mancano più di 50 seggi alla Camera e poco meno di 30 al Senato. È possibile che i seggi mancanti arrivino da singoli parlamentari o piccoli gruppi fuoriusciti da altri partiti, ma ne servono molti. Un esempio che viene fatto spesso è quello dei parlamentari del Movimento 5 Stelle che sono già stati espulsi, ma dovrebbero essere poco più di dieci tra Camera e Senato; servirebbe che decine di altri parlamentari appena eletti escano dal gruppo del Movimento 5 Stelle o dal PD per sostenere un governo di centrodestra guidato da Matteo Salvini. Raccogliere una decina o una ventina di parlamentari in questo modo è possibile ed è già accaduto in passato: trovarne circa 80, invece, rischia di essere impossibile.
Centrodestra unito + centrosinistra unito
I circa 80 parlamentari che servono al centrodestra – tra Camera e Senato – per arrivare alla maggioranza potrebbero arrivare direttamente da un accordo con il centrosinistra, invece che da singoli parlamentari in uscita dal PD. Questa sembra però un’ipotesi ancora più improbabile: il centrosinistra dovrebbe appoggiare un governo guidato dalla Lega – ideologicamente, simbolicamente e diametralmente opposto – dopo aver passato l’intera campagna elettorale a presentarsi come radicalmente alternativi proprio ai cosiddetti “populisti”. Matteo Salvini, inoltre, dovrebbe accettare di mettere il suo governo nelle mani del PD, che potrebbe farlo cadere in qualsiasi momento. Matteo Renzi, nel suo discorso di lunedì sera in cui ha annunciato le sue future dimissioni da segretario del partito, ha comunque detto di non volere fare alleanze di governo.
Movimento 5 Stelle + Lega
Sembra più probabile invece uno scenario in cui il Movimento 5 Stelle forma un governo e riceve in qualche maniera il supporto della Lega. Anche il Movimento 5 Stelle, infatti, non ha i numeri da solo per governare: gli mancherebbero poco meno di un centinaio di seggi alla Camera e una cinquantina al Senato. La Lega da sola sarebbe sufficiente a garantire una sottile maggioranza parlamentare, ma ci sono comunque due condizioni che la Lega dovrebbe accettare.
La prima è che la Lega dovrebbe accettare di non guidare il governo: potrebbe farlo in un governo di centrodestra, dato che è il partito di maggioranza di quella coalizione, ma ha avuto meno voti e ottenuto meno seggi del Movimento 5 Stelle. La seconda condizione è che il Movimento 5 Stelle ha già reso chiaro che intende formare un governo “monocolore”. I partiti alleati, quindi, fornirebbero solo un “appoggio esterno”: dovrebbero votare la fiducia al governo ma senza ricoprire incarichi, e magari concordando un programma limitato. Questo è uno degli scenari di cui giornalisti ed esperti di retroscena politici discutono di più (e avevano cominciato a farlo già mesi prima delle elezioni).
Movimento 5 Stelle + PD + LeU
Un’altra possibilità è che il Movimento 5 Stelle raggiunga un accordo con le forze del centrosinistra, cioè PD e Liberi e Uguali. Probabilmente la coalizione sosterrebbe un governo del tutto simile a quello dello scenario precedente: composto solo da membri del M5S, sostenuto in Parlamento da altri partiti. Sarebbe però una maggioranza ancora più sottile di quella che potrebbe garantire la Lega. Questo scenario sembra però molto improbabile, almeno per il PD e almeno finché Renzi dovesse restarne segretario: e vale sempre che i neoeletti parlamentari del PD hanno passato l’intera campagna elettorale a presentarsi come radicalmente alternativi proprio ai cosiddetti “populisti”. Liberi e Uguali, invece, durante la campagna elettorale ha già fatto capire di essere disponibile quanto meno a valutare la possibilità di appoggiare dall’esterno un governo del Movimento 5 Stelle.