Gli Oscar per tutte le altre cose
Le cose da sapere sulle categorie di cui si parla meno: dalla fotografia al sonoro (che è diverso dal montaggio sonoro)
Nella notte tra domenica e lunedì ci sarà la 90esima cerimonia di premiazione degli Oscar, in cui saranno assegnati 24 premi. Quelli di cui più si parla sono sei, quelli per Migliori film e Miglior regia e i quattro per la recitazione (attori-e-attrici, protagonisti-e-non). Ci sono poi sei premi per film di altro tipo: straniero, d’animazione, documentario, cortometraggio, cortometraggio d’animazione e cortometraggio documentario. Restano 12 premi: uno è quello per la Miglior canzone, che si spiega da sé; gli altri 11 sono i cosiddetti premi tecnici, perché premiano determinati professionisti di alcuni campi del cinema. Sono premi importanti, spesso determinanti per rendere un film quello che è, ma se ne parla poco: ricordate chi ha vinto la Miglior scenografia l’anno scorso? Cosa cambia tra Miglior sonoro e Miglior montaggio sonoro? Cosa rende “non originale” una sceneggiatura? Ecco.
Miglior fotografia
Blade Runner 2049, Dunkirk, La forma dell’acqua, L’ora più buia, Mudbound
In inglese la fotografia del cinema si chiama “cinematography”, parola che ne spiega l’importanza: un film con una brutta fotografia è un brutto film. Questo premio esiste dalla prima edizione degli Oscar, nel 1929. Dal 1940 al 1967 sono stato assegnati ogni anno due Oscar per la Miglior fotografia: uno per quella in un film a colori e uno per quella in un film in bianco e nero. Il direttore della fotografia è uno dei più importanti assistenti sul set ed è, in sintesi, il responsabile di tutte le immagini di un film: tra le altre cose decide – con il regista – dove mettere le luci, come inquadrare cosa e come far muovere la cinepresa. L’anno scorso il premio l’ha vinto Linus Sandgren per La La Land. Nei precedenti tre anni la Migliore fotografia l’aveva sempre vinta il messicano Emmanuel Lubezki.
Quest’anno il favorito per il premio è Roger Deakins, che ha lavorato ad almeno dieci film che conoscete, è candidato per Blade Runner 2049 e dopo 14 nomination ancora non ha vinto. Rachel Morrison, che per Mudbound ha fatto una fotografia quasi tutta naturale, lavorando all’aperto, è la prima donna della storia candidata in questa categoria. Per Dunkirk, Hoyte Van Hoytema ha dovuto lavorare con cineprese IMAX in terra, in acqua e in cielo; e anche Dan Lausten, direttore della fotografia di La forma dell’acqua ha avuto un po’ di cose complicate da gestire.
Miglior scenografia
Blade Runner 2049, La Bella e la Bestia, Dunkirk, La forma dell’acqua, L’ora più buia
In inglese la scenografia è il “production design” e fino a qualche anno fa il premio era noto come quello per l’”art direction”. Il compito degli scenografi è decidere come allestire il set e, in generale, far sembrare vero quello che di solito non lo è. In questa categoria ci sono alcuni film che in altre categorie si sono visti poco. Negli ultimi due anni il premio è andato a La La Land e Mad Max: Fury Road.
Quest’anno potrebbe vincere un’italiana: Alessandra Querzola, candidata insieme al canadese Dennis Gassner per la scenografia di Blade Runner 2049, che sembra essere piaciuto molto agli addetti ai lavori.
Miglior montaggio
Baby Driver, Dunkirk; Io, Tonya; La forma dell’acqua; Tre manifesti a Ebbing, Missouri
È il lavoro – ora fatto a computer, un tempo al tavolo, con le forbici – di chi prende tutto quello che è stato girato e, su indicazioni del regista, lo taglia, sposta, incolla e attacca altrove. Detto così pare facile, in realtà diventa una questione di ritmo, di precisione al millesimo di secondo, di tantissime piccole decisioni che alla fine possono fare la differenza tra un ottimo e un pessimo film, a prescindere da tutto il resto. L’anno scorso vinse John Gilbert, montatore di La battaglia di Hacksaw Ridge. Due anni fa, non c’è nemmeno da chiederlo, Mad Max: Fury Road, che aveva un montaggio spesso sincopato ma sempre pulitissimo e, incredibilmente, mai esagerato.
Quest’anno il favorito per la vittoria è il montatore australiano Lee Smith, che ha lavorato a Dunkirk e collabora con Nolan dai tempi di Batman Begins, che uscì nel 2005. Per essere un film di guerra Dunkirk ha un montaggio particolare, spesso con scene lunghe. Niente a che vedere con Mad Max o con le scene di guerra di La battaglia di Hacksaw Ridge. Anche gli altri film di questa categoria, fatta eccezione per il vivacissimo montaggio di Baby Driver, hanno un montaggio “tranquillo”.
Migliori effetti speciali
Blade Runner 2049, Guardiani della Galassia: Vol. 2., Kong: Skull Island, Star Wars: Gli ultimi Jedi, The War – Il pianeta delle scimmie
Questo premio esiste dal 1940, quando a vincere fu il film La grande pioggia. Due anni fa vinse Ex-Machina e l’anno scorso Il libro della giungla; dopo che per due anni l’Oscar per i Migliori effetti speciali l’avevano vinto due film ambientati nello Spazio, seppur molto diversi tra loro: Gravity e Interstellar. Anche in questo caso, non sempre l’Oscar va al film con più esplosioni e inseguimenti nello Spazio: si può vincere anche con effetti di altro tipo. Forse è il nome italiano che trae un po’ in inganno: in inglese è “visual effects”, effetti visivi. Potrebbe essere premiata la tecnologia dietro a The War – Il pianeta delle scimmie ma il favorito è Blade Runner 2049: e vincendo effetti speciali, fotografia e scenografia farebbe un’ottima tripletta di importanti premi tecnici. Blade Runner 2049 è un film che, tra le altre cose, riesce a far commuovere con una scena romantica tra un replicante e un ologramma, che non è cosa da poco.
Miglior trucco e acconciatura
L’ora più buia, Victoria & Abdul, Wonder
Il premio esiste dal 1982 (quando si premiava solo il trucco e vinse Un lupo mannaro americano a Londra) ed è sempre stato un Oscar particolare: per due anni furono nominati solo due film, nel 1984 non fu assegnato e dal 1985 in poi i candidati sono sempre stati tre e non cinque come in quasi tutte le altre categorie. L’anno scorso andò a Suicide Squad, due anni fa a Mad Max: Fury Road.
Le nomination di quasi ogni categoria sono decise dai professionisti di quel settore (le nomination per trucco e acconciatura sono quindi scelte da truccatori e parrucchieri); ma poi votano tutti. A sentire gli esperti, il film preferito da truccatori e parrucchieri è stato Wonder, ma truccatori e parrucchieri sono solo il 3 per cento dei membri dell’Academy, l’associazione che assegna gli Oscar. Vincerà probabilmente L’ora più buia, un film in cui il lavoro per trucco e acconciatura è più evidente, anche se forse meno delicato e di qualità.
Migliori costumi
Il filo nascosto, La bella e la bestia, La forma dell’acqua, L’ora più buia, Victoria & Abdul
Questo premio esiste dal 1940 e, così come altri premi fino alla seconda metà degli anni Sessanta era doppio: ce n’era uno per i costumi dei film in bianco e nero e uno per i film a colori. L’anno scorso vinse Animali fantastici e dove trovarli; gli anni prima Mad Max: Fury Road, Anna Karenina, Il grande Gatsby e Grand Budapest Hotel. La persona che ha vinto più Oscar per i Migliori costumi è Edith Head, che è anche la donna ad aver vinto più Oscar in qualsiasi categoria: è stata nominata 35 volte e ha vinto in otto occasioni.
I costumi più apprezzati dell’anno sono stati quelli di La forma dell’acqua e soprattutto di Il filo nascosto, che parla di moda e ha per protagonista uno stilista. Il costumista di Il filo nascosto è Mark Bridges, che ha già vinto l’Oscar per The Artist e ha lavorato anche a Boogie Nights – L’altra Hollywood, The Fighter, Vizio di forma e Il petroliere. Questo premio non va solo alla scelta dei vestiti, ma anche alla loro realizzazione: altrimenti almeno una candidatura Chiamami col tuo nome se la sarebbe meritata.
Miglior colonna sonora
Dunkirk, Il filo nascosto, La forma dell’acqua, Star Wars: Gli ultimi Jedi, Tre manifesti a Ebbing, Missouri
Delle nomination per la Migliore canzone abbiamo parlato qui; che in questa categoria l’anno scorso abbia vinto La La Land, un musical, è abbastanza intuitivo. John Williams, candidato per Star Wars, è alla sua 51esima nomination e ha già vinto cinque volte. Le previsioni dicono che questa non dovrebbe essere la sesta. Il favorito è Alexandre Desplat, che ha lavorato a La forma dell’acqua e ha già vinto l’Oscar per Grand Budapest Hotel.
I due Oscar alla sceneggiatura
Originali: Get Out, Lady Bird, La forma dell’acqua, The Big Sick, Tre manifesti a Ebbing, Missouri
Non originali: Chiamami col tuo nome, Logan, Molly’s Game, Mudbound, The Disaster Artist
Sono originali le sceneggiature che non arrivano da idee precedenti – che siano libri, racconti brevi o opere teatrali. Una curiosità, anche se quest’anno non è il caso, tutti i sequel contano come “non originali”, perché basati (in quanto seguiti) su storie già esistenti. Due anni fa vinsero invece Il caso Spotlight (“originale”, perché pur essendo tratto da una storia vera e da una serie di veri articoli, non era l’adattamento di un libro) e The Big Short – La grande scommessa (tratto da un saggio di Michael Lewis).
I favoriti per quest’anno sembrano essere, nel caso di storie originali, Get Out, Tre manifesti a Ebbing, Missouri e Lady Bird. Il favorito per la sceneggiatura non originale è James Ivory, che ha scritto la sceneggiatura di Chiamami col tuo nome partendo dal libro di André Aciman. Ivory ha 89 anni e diventerebbe il più anziano vincitore di un Oscar. Il film È ambientato nel 1983, “da qualche parte nel nord Italia” e racconta una storia d’amore. Il film è stato girato soprattutto a Crema, ed è raccontato al presente. Il libro, del 2007, era ambientato in Liguria ed è un racconto al passato.
Quei due del sonoro
Sonoro: Baby Driver, Blade Runner 2049, Dunkirk, La forma dell’acqua, Star Wars: Gli ultimi Jedi
Montaggio sonoro: Baby Driver, Blade Runner 2049, Dunkirk, La forma dell’acqua, Star Wars: Gli ultimi Jedi
Sono due Oscar diversi, facilmente confondibili. L’Oscar per il Miglior sonoro (“sound mixing” in inglese) esiste dagli anni Trenta, mentre l’Oscar per il Miglior montaggio sonoro (“sound editing”) esiste dal 1964 ma ci sono state diverse edizioni degli Oscar, soprattutto negli anni Settanta, in cui non è stato assegnato. Il mixing e l’editing del suono sono tra loro strettamente collegati; semplificando si può però dire che l’editing viene prima (è la scelta dei suoni da “mettere” in un film) e il mixing arriva dopo, in post-produzione. Variety spiega così la differenza: «dopo che il sound editor ha montato tutto quello che il pubblico sentirà nel film, il sound mixer decide come il pubblico sentirà quei suoni». Due anni fa Mad Max: Fury Road vinse entrambi i premi, l’anno scorso vinsero Arrival e La battaglia di Hacksaw Ridge. Quest’anno Dunkirk è favorito per entrambi i premi: chi l’ha visto nel cinema giusto, ha probabilmente un’idea del perché.