L’ONU ha approvato una tregua a Ghouta orientale, già violata
Dopo l'opposizione della Russia è stata infine firmata, ma poche ore dopo l'esercito di Assad ha ricominciato i bombardamenti
Il Consiglio di Sicurezza dell’ONU ha approvato sabato una risoluzione per una tregua di un mese a Ghouta orientale, un’area nella periferia di Damasco, in Siria, abitata da circa 400mila persone e controllata dai ribelli siriani: da sette giorni nella città vanno avanti i bombardamenti dell’esercito fedele al regime di Bashar al Assad e dei suoi alleati, che hanno già causato oltre 500 morti nel peggior massacro della guerra in Siria da molto tempo. Poche ore dopo, però, gli aerei dell’esercito siriano hanno ricominciato i bombardamenti, ha detto l’Osservatorio siriano per i Diritti Umani, organizzazione non governativa con sede a Londra, considerata vicina ai ribelli e molto citata dai giornali internazionali.
Il voto sulla tregua a Ghouta orientale era stato bloccato per giorni dalla Russia, membro con diritto di veto del Consiglio di Sicurezza dell’ONU e alleato di Assad nella guerra in Siria, che secondo le fonti locali sta compiendo direttamente i bombardamenti sulla città con i suoi aerei. Bashar Jaafari, rappresentante della Siria all’ONU, ha da subito detto che la tregua non poteva essere vincolante, perché il suo governo ha il diritto di difendere il suo territorio e di «combattere i terroristi, dovunque siano». La versione finale della risoluzione, che era stata proposta da Kuwait e Svezia, è stata ampiamente modificata, e resa più vaga, per volere della Russia.
La tregua, per come è stata firmata, non si applica alle operazioni militari contro i gruppi terroristici dello Stato Islamico, di al Qaida e Tahrir al Sham, il gruppo considerato vicino ad al Qaida che prima si faceva chiamare Jabhat al Nusra. Questa clausola è stata commentata con scetticismo, visto che potrebbe giustificare nuovi bombardamenti. La storia delle tregue in Siria non è incoraggiante: la più importante, quella del settembre del 2016, durò una sola settimana.
La tregua ha come scopo l’evacuazione dei civili a Ghouta orientale e il trasporto di viveri e medicinali per la popolazione. L’Osservatorio siriano per i Diritti Umani ha detto che ci sono 129 bambini tra i morti di questa settimana, che hanno superato complessivamente i 500. Si tratta del bilancio più grave nella guerra siriana dall’agosto 2013, quando il regime di Assad bombardò con armi chimiche questa stessa zona.
I video, le immagini e le testimonianze degli ultimi giorni da Ghouta orientale sono molto forti. I bombardamenti, compiuti da aerei siriani e russi, stanno colpendo anche ospedali e altre infrastrutture civili. Gli abitanti di Ghouta sono costretti a nascondersi nei rifugi sotterranei, che però non sempre si dimostrano sicuri, e le strutture mediche rimaste in piedi hanno carenza di personale, di medicine e di attrezzature di vario tipo. Ghouta è infatti circondata dal 2013: per diverso tempo è stato possibile per i ribelli e la popolazione civile far entrare beni di ogni tipo sfruttando dei tunnel sotterranei, ma da quando le forze alleate di Assad hanno preso il controllo sui territori circostanti questo tipo di traffici si è interrotto.