Michael Stuhlbarg recita nei film giusti
È uno di quelli di cui si ricorda più la faccia che il nome, ma quest'anno c'è in tre dei film candidati all'Oscar per il Miglior film
Tra tutti quegli attori di cui si può dire “l’avete già visto di sicuro, ma è probabile non ne sappiate il nome”, Michael Stuhlbarg è uno dei più notevoli. Perché ha uno di quei cognomi difficili da ricordare e perché, in effetti, è quasi certo che “l’avete già visto di sicuro” in qualche film. Di recente di Stuhlbarg si è però parlato un po’ più del solito perché gli ultimi tre film in cui ha recitato – Chiamami col tuo nome, The Post e La forma dell’acqua – sono candidati all’Oscar per il Miglior film. Adam Cook ha scritto sul New York Times che «se ci fosse un premio per l’attore che ha sfruttato meglio ogni minuto che ha in un film, quel premio dovrebbe andare a Stuhlbarg». Ciononostante, né quest’anno né nella sua carrera Stuhlbarg ha ricevuto candidature all’Oscar.
È successo solo a un’altra decina di attori di recitare in tre film nominati all’Oscar nello stesso anno e l’ultimo prima di lui fu John C. Reilly: che è un altro di quelli il cui nome dice forse pochissimo ai più, ma che recitò in Gangs of New York, Chicago e The Hours, candidati all’Oscar nel 2003. Tutti gli altri ad aver recitato in tre film candidati all’Oscar nello stesso anno lo fecero negli anni Trenta e Quaranta. Al tempo i film candidati ogni anno erano cinque – e non nove come ora – ma è anche vero che il cinema era diverso: c’erano meno attori di un certo livello e le grandi case cinematografiche facevano contratti pluriennali con gli attori più importanti. Era quindi più facile che un attore si trovasse a lavorare, per un po’ di mesi di fila, in alcuni film tutti di successo.
La non facile tripletta di Stuhlbarg ha fatto sì che ci si concentrasse un po’ più del solito sulla sua storia e sulle sue interpretazioni. Ma non è che Stuhlbarg, che ha 49 anni, abbia iniziato a recitare bene un anno fa: solo contando altri film candidati all’Oscar, ha recitato anche in A Serious Man dei fratelli Coen, in Hugo Cabret di Martin Scorsese, in Lincoln di Steven Spielberg e in Arrival di Denis Villeneuve.
Contando anche i tre di quest’anno, Stuhlbarg ha recitato in sette film candidati all’Oscar più importante. Sono più film di quelli di Meryl Streep e Diane Keaton e tre in meno rispetto al record dei 10 film di Jack Nicholson. Stuhlbarg ha poi recitato per Danny Boyle, Woody Allen e Ridley Scott e si è fatto anche notare in due di quelle serie tv che, per qualità, “valgono cinema”: Fargo e Boardwalk Empire.
Stuhlbarg è nato a Long Beach, in California, nel 1968. Da ragazzo era appassionato di disegno e ha raccontato che sognava di fare il fumettista. Finì però a studiare recitazione, in particolare alla Juilliard, la molto nota e selettiva scuola d’arte e di spettacolo di New York. Dopo aver fatto diversi corsi di teatro in giro per il mondo – compresi uno in Regno Unito e uno il Lituania – tornò a New York e iniziò a recitare, soprattutto a Broadway.
Stuhlbarg iniziò a recitare nel cinema tra la fine degli anni Novanta e i primi anni Duemila. I suoi primi ruoli furono marginali e non particolarmente rilevanti, ma nel 2009 il fratelli Coen lo scelsero per il ruolo da protagonista in A Serious Man, una commedia nera ispirata al personaggio biblico di Giobbe. Nel film, Stuhlbarg è Larry Gopnik, un timido professore di fisica del Minnesota la cui vita a un certo punto va a rotoli, cosa che lo obbliga a mettere in discussione la sua fede ebraica. Piacquero molto sia il film che la sua interpretazione da protagonista ma, da lì in poi, Stuhlbarg ha fatto quasi solo ruoli secondari o, per essere più precisi, da caratterista: semplificando molto, è un attore che ha davvero poco tempo sullo schermo per rappresentare un personaggio in genere complesso, peculiare e molto utile al film.
Dopo A Serious Man, Stuhlbarg è stato il buon aiutante del bambino protagonista di Hugo Cabret; il buonissimo alieno di Men in Black 3 che, in ogni momento, vede migliaia di possibili futuri a breve e lungo termine; l’attore Edward G. Robinson in Trumbo (e si dice che solo attori molto bravi possano interpretare altri attori); il programmatore Andy Hertzfeld in Steve Jobs, e un personaggio che in Lincoln compare tre volte e parla pochissimo, ma che si fa notare. Stuhlbarg ha recitato anche in Blue Jasmin, Miles Ahead, Hitchock, Miss Sloane e Doctor Strange.
Nella terza stagione di Fargo interpreta Sy Feltz, un personaggio che è allo stesso tempo buffo e tragico, e che guida un buffo Hummer giallo che non ha niente a che vedere con la sua personalità mite e pacata, ma che ben rappresenta l’imprevedibilità di alcune sue azioni.
In tutte le stagioni di Boardwalk Empire è stato Arnold Rothstein, un personaggio realmente esistito che all’inizio della serie è il mafioso più potente di tutti, noto per essere in genere molto calmo e gentile. In diverse interviste, gli sceneggiatori della serie hanno parlato delle approfondite ricerche fatte da Stuhlbarg, che ha fatto spesso personaggi realmente esistiti, sul personaggio che doveva interpretare.
Stuhlbarg non è uno di quelli che fa più o meno lo stesso ruolo in ogni film. Come ha scritto Nicole Sperling su Vanity Fair, «è capace di trasformarsi in un attimo in un temibilissimo boss della mafia o in un comprensivo e affettuoso padre di famiglia». È probabilmente il motivo per cui Steven Spielberg, Guillermo del Toro e Luca Guadagnino lo hanno scelto – in tutti i casi senza nemmeno fargli fare un provino – per i loro film candidati all’Oscar.
Tra i tre film di questi Oscar, The Post è quello in cui Stuhlbarg ha meno tempo sullo schermo. Lo si vede per poche scene ma è molto importante, anche perché interpreta un personaggio che in molti conoscono, soprattutto negli Stati Uniti: Abe Rosenthal, storico direttore del New York Times.
In La forma dell’acqua, Stuhlbarg è uno scienziato che non va per niente d’accordo con il suo malvagio capo interpretato da Michael Shannon, e che sembra invece avere più simpatia per la protagonista femminile e almeno un po’ di empatia per la creatura marina al centro della storia. Del Toro ha detto di averlo scelto per la sua interpretazione in A Serious Man. Senza spoiler, il suo personaggio sembra all’inizio piuttosto marginale ma diventa poi sempre più importante, anche perché si trova davanti a scelte non semplici.
La migliore interpretazione di quest’anno di Stuhlbarg, per la quale secondo molti si sarebbe meritato una nomination come Miglior attore non protagonista, è però quella in Chiamami col tuo nome. Guadagnino ha detto che «l’interpretazione di Stuhlbarg in A Serious Man è stata una fonte d’ispirazione costante» e che Stuhlbarg è «solido come una roccia, saggio e preparatissimo». Guadagnino ha detto che Stuhlbarg arrivò sul set del film con una barba lunghissima, che si era fatto crescere per mesi, così che, in base ai gusti del regista, avrebbe potuto lasciarla così o tagliarla a piacimento. Anche in Chiamami col tuo nome, Stuhlbarg ha un ruolo che all’inizio sembra abbastanza marginale ma che, alla fine, con un discorso di circa tre minuti, diventa molto importante per il film.