Il più grande errore della storia di Hollywood
Nel 1998 la Marvel offrì a Sony per 25 milioni di dollari i diritti cinematografici di quasi tutti i suoi personaggi; Sony rispose "no, grazie"
I film dell’universo cinematografo Marvel sono 18: il primo è stato Iron Man, nel 2008 e l’ultimo per ora è Black Panther, nei cinema in questi giorni. Messi insieme hanno incassato nel mondo circa 14 miliardi di dollari, tanto quanto gli otto film che nella storia del cinema hanno incassato di più messi insieme. La Marvel, che da qualche anno è della Disney, ora è una potente e ricca casa di produzione e i suoi film hanno cambiato il cinema: ognuno è in qualche modo collegato agli altri, ognuno è un successo e ci sono già piani per molti altri film per gli anni a venire.
Vent’anni fa invece Marvel era una società di fumetti che se la passava piuttosto male e nel 1996 aveva dichiarato bancarotta. Nel 1998 offrì alla Sony, per 25 milioni di dollari, i diritti cinematografici di tutti i personaggi dei suoi fumetti. La Sony disse no. La storia è raccontata sul Wall Street Journal, in un estratto di The Big Picture: The Fight for the Future of Movies, un libro che uscirà a marzo del giornalista Ben Fritz. Fritz ha scritto che quel no «rappresentò probabilmente il più grande errore della storia di Hollywood».
La Marvel fu fondata a New York nel 1939 dall’editore statunitense Martin Goodman: all’epoca si chiamava Timely Comics e pubblicava una rivista che raccontava le storie della Torcia Umana, del principe di Atlantide Namor e del supersoldato Capitan America. Negli anni successivi arrivarono i Fantastici Quattro, Thor, Hulk, Iron Man, Black Panther, gli X-Men, Spider-Man, i Guardiani della Galassia e tutti gli altri. Negli anni Novanta gli affari iniziarono a andare male e arrivò la bancarotta. Nel 1998 la Sony mandò quindi un suo giovane dirigente, Yair Landau, a trattare con Marvel. La Sony aveva già i diritti per i contenuti in DVD di cartoni e storie con protagonista Spider-Man; voleva quelli per il cinema. La Marvel aveva un gran bisogno di soldi e il suo amministratore delegato Ike Perlmutter alzò la posta: anziché qualche milione di dollari per i diritti di Spider-Man, chiese 25 milioni di dollari per i diritti di quasi tutti i personaggi Marvel.
Fritz non ha elencato tutti i personaggi che Perlmutter mise sul piatto, ma ha scritto che c’erano di sicuro – ma non solo – Iron Man, Thor, Ant-Man e Black Panther. Fritz ha scritto che Landau portò la proposta dai suoi capi della Sony e che loro dissero: «A nessuno frega niente degli altri supereroi Marvel. Torna da loro e fai un accordo solo per Spider-Man». Landau obbedì e ottenne dalla Marvel i diritti per i film che intendeva fare con Spider-Man protagonista. Per averli pagò 10 milioni di dollari e acconsentì a lasciare alla Marvel il 5 per cento dei ricavi lordi di quei film e il 50 per cento dei ricavi derivanti da altri prodotti, giochi e gadget legati al film.
Qui ci vuole una pausa, perché siamo bravi tutti a dire dopo cosa andava fatto e perché, come ha scritto Fritz, «a Hollywood la cosa più facile è dire, col senno di poi, quale film aveva, fin dall’inizio, tutto quello che serviva per essere un successone». Quasi nessuno, nel 1998, avrebbe puntato granché su un supereroe che non fosse Batman, Superman o Spider-Man (che non a caso erano già stati protagonisti di cartoni e film). Quasi tutti ritenevano che gli unici pezzi forti che la Marvel aveva da offrire al cinema fossero Spider-Man e gli X-Men, i cui diritti furono infatti comprati da un’altra casa di produzione, la 21st Century Fox. Tutti gli altri – compresi Thor, Captain America e Iron Man – erano considerati personaggi di serie B, noti solo agli appassionati di fumetti.
A dirla tutta, più che di Sony, l’errore fu di Marvel. Il primo film su Spider-Man, diretto da Sam Raimi, è tuttora il film più redditizio della storia della Sony e i primi due, usciti nel 2002 e nel 2004, e incassarono in tutto 1,6 miliardi di dollari. Sony aveva fatto un grande affare, al punto che Avi Arad – uno dei fondatori dei Marvel Studios, la sezione cinema della Marvel – disse che Marvel aveva fatto un accordo “ridicolo”.
Visto il successo dei film su Spider-Man e degli X-Men (il cui primo film uscì nel 2000), la Marvel iniziò a pensare a cosa fare con gli altri personaggi di cui aveva ancora tutti i diritti. Nel 2003 Arad iniziò a parlare del concetto di Marvel World (tante storie, con tanti personaggi Marvel, in tanti film diversi) ma la cosa si arenò, pare per le resistenze di Perlmutter. Di Perlmutter – che oggi è il presidente della Marvel – si dice che sia molto parsimonioso e comunque poco propenso al rischio: Fritz scrive per esempio, forse esagerando, che una volta invitò i dipendenti a usare anche il retro dei Post-it, prima di buttarli.
Nel 2005 Arad scelse di mettere a capo dei Marvel Studios David Maisel, un giovane che aveva una laurea ad Harvard e tante idee per il futuro della società. Maisel sviluppò il piano di Arad ma lo fece senza usare soldi Marvel. Convinse infatti la banca Merrill Lynch a investire 525 milioni di dollari nei Marvel Studios. In cambio la Merrill Lynch si sarebbe presa una percentuale dei ricavi dei successivi film. Nel caso in cui la Marvel non fosse riuscita a ripagare il prestito, la Merrill Lynch si sarebbe potuta prendere per sempre tutti i diritti cinematografici di tutti i personaggi Marvel.
Fritz ha scritto che Perlmutter non si aspettava comunque di fare molti soldi con i film; li vedeva solo come un modo per aumentare le vendite dei giocattoli legati ai personaggi che ne sarebbero stati protagonisti. Infatti, per scegliere da quale film cominciare, la Marvel prese la lista dei personaggi di cui ancora aveva i diritti per il cinema e fece un focus group con alcuni bambini. Non chiese loro “quale vorresti vedere in un film?” ma “con quale action vorresti giocare?”. La risposta prevalente – e inattesa dalla Marvel – fu Iron Man. Nel 2008 arrivò quindi Iron Man, il primo film della Marvel. Per il ruolo da protagonista furono presi in considerazione Colin Farrell e Patrick Dempsey, ma poi si scelse Robert Downey Jr., che costava meno.
Nel 2006 Arad aveva lasciato la Marvel per fondare una sua casa di produzione e al suo posto era arrivato un suo assistente, Kevin Feige. Feige è l’ideatore e il principale responsabile dell’universo cinematografico Marvel. Fu lui a volere, alla fine di Iron Man, la scena extra in cui Nick Fury, il personaggio di Samuel L. Jackson, dice a Iron Man che là fuori ci sono tanti altri supereroi (e quindi tanti altri film pronti per essere fatti).
Il nome “universo cinematografico Marvel” iniziò a essere usato dal 2010, ma le premesse c’erano già tutte in quella scena del 2008. Come ha scritto Fritz, da lì in poi «la Marvel ha rivoluzionato tutte le regole di Hollywood»:
C’era di colpo una casa di produzione senza esperienza, che era guidata da un amministratore delegato che pensava fosse inutile spendere soldi per attori di primissimo livello, e che faceva un successo dopo l’altro. Gli spettatori compravano biglietti per ogni film, come se stessero guardando il nuovo episodio della loro serie tv preferita.
Nel 2010 la Disney comprò la Marvel per 4 miliardi di dollari. Grazie anche ai soldi della Disney, la Marvel tornò dalla Sony per provare a riprendersi i diritti per fare un film su Spider-Man, che nel frattempo era stato protagonista di cinque film Sony, gli ultimi due dei quali, usciti nel 2012 e nel 2014, erano andati malino. Fritz ha scritto che nel 2014 Feige andò a pranzo con Amy Pascal, presidente dell’area di Sony che si occupa di cinema, e che lei gli disse, “scherzando solo a metà”, di “levarsi di torno”. Alla fine trovarono però un accordo: la Marvel poteva usare Spider-Man nei suoi film e prendersi i soldi sulle vendite di gadget e prodotti vari. La Sony poteva tenersi in cambio gli incassi.
Da quando qualche mese fa la Disney (che controlla la Marvel) ha comprato la 21st Century Fox (a cui la Marvel aveva venduto i diritti per i film sugli X-Men), è tornato tecnicamente possibile immaginarsi un film con tutti i personaggi: Deadpool, Wolverine, Spider-Man, Iron Man, Black Panther e tutti gli altri, tutti insieme.