Il Brasile ha un grosso problema con la febbre gialla e gli anti-vaccini
È in corso un'epidemia, il governo ha organizzato una grande campagna di prevenzione, ma stanno crescendo i gruppi che invitano le persone a non fare niente
Da mesi in Brasile è in corso un’epidemia di febbre gialla, una malattia tropicale che può causare la morte. Il governo ha avviato una vasta campagna di prevenzione, informazione e vaccinazione di massa, che però una campagna parallela sempre più diffusa su Facebook e su WhatsApp sta cercando di contrastare: attraverso la pubblicazione di bufale sulle reazioni mortali causate dai vaccini contro la febbre gialla.
Tra il 2015 e il 2016 in Brasile era stato identificato il virus Zika, un virus trasmesso da una zanzara (la Aedes aegypti) per molti versi simile alla febbre gialla: l’epidemia era iniziata nell’aprile del 2015, aveva portato a migliaia di nuovi casi nel sud e centro America e secondo alcuni aveva causato direttamente gravi malformazioni alla nascita in migliaia di bambini. L’epidemia di febbre gialla è iniziata alla fine del 2016. Il numero dei casi è calato durante i mesi invernali, quando le zanzare sono meno diffuse, ma è aumentato a una velocità allarmante dal settembre del 2017 e all’inizio di quest’anno soprattutto nel sud-est del paese. Diversi casi sono stati segnalati non solo nelle zone di campagna, ma vicino alle tre aree metropolitane più grandi del paese: San Paolo, Rio de Janeiro e Belo Horizonte. Nelle ultime settimane, il numero dei casi confermati è triplicato.
La febbre gialla si trasmette attraverso la puntura di zanzare Aedes. L’infezione provoca varie forme di malattia e può causare la morte. Si chiama febbre “gialla” a causa dell’ittero che colpisce alcuni pazienti, cioè della colorazione giallastra della pelle e delle mucose dovuta dall’eccessivo innalzamento dei livelli di bilirubina nel sangue. I primi sintomi della malattia compaiono solitamente 3-6 giorni dopo l’infezione. Non esiste un trattamento specifico per la febbre gialla, ma la vaccinazione è altamente raccomandata come misura preventiva. Dopo il superamento dell’infezione o della malattia conclamata, la persona colpita acquisisce un’immunità che dura per tutta la vita.
Negli ultimi mesi il governo del Brasile ha intensificato le attività di vaccinazione e di prevenzione. All’inizio di gennaio, per ridurre il rischio dell’espansione dell’epidemia, il ministero della Sanità ha annunciato una serie di campagne di vaccinazione di massa che prevedono la somministrazione di dosi standard e di dosi parziali di vaccino, per coprire con le forniture a disposizione il maggior numero di persone possibili. L’Organizzazione Mondiale della Sanità, in un recente aggiornamento sul Brasile, ha fatto sapere che la decisione delle autorità brasiliane di condurre una campagna di vaccinazione di massa contro la febbre gialla potrà «limitare la trasmissione» della malattia, nonostante stia causando dei problemi logistici. L’aumento dei casi e le campagne preventive hanno infatti portato a una corsa spesso caotica alla vaccinazione, con persone accampate durante la notte e in fila davanti ai luoghi dove vengono somministrati i vaccini.
Se la prevenzione sta ottenendo buoni riscontri, è in espansione però anche una vasta campagna contro i vaccini alimentata dai social network: «Stiamo assistendo alla diffusione a un ritmo allarmante di notizie false sulla febbre gialla», ha raccontato al Washington Post Igor Sacramento, ricercatore in uno dei più grandi istituti scientifici del Brasile. Un post condiviso 300 mila volte su Facebook sosteneva che un’adolescente fosse morta a causa degli effetti collaterali del vaccino che aveva ricevuto. Ma il resoconto era falso: i funzionari della città in cui viveva la giovane donna hanno confermato la sua morte, che è avvenuta però per polmonite batterica.
Un account Facebook che fa riferimento a un’organizzazione cristiana ha poi pubblicato un video, visualizzato 4,5 milioni di volte, in cui si vede una donna in lacrime che spiega la presunta reazione allergica e quasi fatale del figlio al vaccino contro la febbre gialla: «Abbiamo bisogno di capire se tutte queste persone stanno morendo perché hanno avuto la febbre gialla, o se la causa non sia invece una reazione al vaccino», dice la donna. Il testo che accompagna il suo messaggio dice che «i vaccini uccidono», e che il nemico più grande è lo Stato. Diversi messaggi audio sono circolati anche su WhatsApp: in uno di questi si sente una donna non identificata che dichiara di essere un medico dire che il vaccino contro la febbre gialla è pericoloso. Un altro messaggio sostiene che bere una certa miscela di frutta e verdura ogni giorno immunizza le persone dalla febbre gialla. «Il vaccino non è sicuro. Condividi questa ricetta in modo che più persone possano essere rese immuni alla febbre gialla».
Il vaccino contro la febbre gialla è in uso da decenni e gli effetti collaterali sono generalmente lievi: includono mal di testa e febbre. Tuttavia sono stati riportati dei rari casi in cui alcune persone hanno avuto reazioni allergiche o hanno sviluppato malattie che colpiscono il sistema nervoso e gli organi interni. Lo scorso anno in Brasile si sono verificati cinque decessi da vaccino, secondo quanto comunicato dal ministero della Sanità del paese. È una percentuale molto bassa, e cioè di un caso su un milione di vaccinati.
Su Facebook ci sono comunque diversi gruppi in cui i brasiliani cercano informazioni o si scambiano racconti sulla febbre gialla e sui vaccini. Un gruppo chiamato “Il lato oscuro dei vaccini” ha circa 10 mila iscritti e fa riferimento esplicito a dei siti anti-vax statunitensi piuttosto popolari. «Questo movimento è molto pericoloso», ha detto Pedro Tauil, epidemiologo e professore all’Università di Brasilia: «Dobbiamo dimostrare alle persone che la vaccinazione è la migliore prevenzione, perché non si tratta solo di protezione individuale, ma anche di impedire che il virus si diffonda». Il ricercatore Igor Sacramento ha spiegato a sua volta che il movimento anti-vaccini sta crescendo, ma che è ancora poco organizzato e poco politico rispetto a quello degli Stati Uniti o dell’Europa. Il governo brasiliano ha infine dichiarato attraverso alcuni suoi funzionari che le notizie false che circolano su Internet sono una novità per il loro paese: «Una novità che dobbiamo imparare ad affrontare e a combattere».