L’incredibile operazione di mercato dei Cleveland Cavaliers
La squadra di NBA di LeBron James ha smantellato la rosa messa in piedi pochi mesi fa, per risolvere una situazione disperata
In una delle operazioni di mercato più sorprendenti e inaspettate della storia recente della NBA, i Cleveland Cavaliers – la squadra di LeBron James, che da tre anni consecutivi arriva in finale e che vinse il titolo nel 2016 – hanno rivoluzionato la propria rosa, cedendo alcuni dei giocatori più forti e pagati – molti dei quali presi soltanto pochi mesi fa – nel tentativo di risolvere i gravi problemi che stanno attraversando da mesi, che li avevano fatti arrivare a una situazione praticamente disperata.
Cos’è successo
Cleveland ha fatto una serie di complicati scambi con diverse altre squadre, tipici del mercato dell’NBA, dove i giocatori non vengono comprati ma scambiati o ingaggiati quando sono senza contratto. In uno scambio con i Los Angeles Lakers, Cleveland ha ceduto Isaiah Thomas, fortissimo playmaker arrivato tra moltissime aspettative nell’estate, e Channing Frye, un’ala grande 34enne utilizzato nelle rotazioni dalla panchina, in cambio di Jordan Clarkson e Larry Nance Jr., una guardia e un’ala di 25 anni, entrambi con buone potenzialità ma con molte cose ancora da dimostrare. Cleveland ha ceduto ai Lakers anche la propria prima scelta al prossimo draft, l’evento estivo nel quale le squadre scelgono i nuovi giocatori dal college o dall’estero.
Poi Cleveland ha ceduto ai Miami Heat Dwyane Wade, storica guardia ormai nelle fasi finali della propria carriera, arrivata a sua volta in estate, in cambio di una futura scelta al secondo giro del draft 2020.
Infine, i Cavaliers hanno fatto una complicata operazione che ha coinvolto gli Utah Jazz e i Sacramento Kings: Jae Crowder, ala titolare arrivata nel luglio del 2017, è andato ai Jazz, così come Derrick Rose, playmaker 29enne un tempo molto forte ma la cui carriera è stata compromessa tempo fa da vari infortuni, e che era arrivato anche lui in estate. Ai Kings è andato Iman Shumpert, guardia che era stata un importante rincalzo negli ultimi, vincenti anni dei Cavaliers, e la scelta al draft 2020 degli Heat acquisita da Cleveland nell’affare Wade. A Cleveland sono invece arrivati dai Kings George Hill, esperta guardia 31enne che fece grandi cose soprattutto negli Indiana Pacers, e dagli Utah Jazz Rodney Hood, guardia 25enne che probabilmente è il più forte giocatore preso dai Cavs nell’intera operazione.
Un po’ di contesto
I Cavaliers sono una delle due squadre che da tre anni a questa parte dominano l’NBA. Da quando nel 2015 “riportarono a casa” LeBron James, il più forte giocatore di basket degli ultimi dieci anni e uno dei migliori di sempre, sono riusciti a costruire una squadra capace di stare dietro ai fortissimi Golden State Warriors, una delle migliori squadre mai viste nella storia dello sport. Nonostante la rosa più debole, nel 2016 vinsero il titolo, principalmente grazie a James. Ma dopo quella finale i Warriors presero Kevin Durant, diventando quasi imbattibili. I Cavaliers nella scorsa stagione arrivarono in finale, ma non ci fu realmente gara con i Warriors, che vinsero 4 a 1.
La scorsa estate, i Cavs decisero di scambiare il proprio secondo miglior giocatore, il playmaker Kyrie Irving, che voleva andarsene, con il playmaker dei Boston Celtics Isaiah Thomas, che nella stagione 2016/2017 era stato uno dei migliori giocatori di tutta la NBA. Assieme a Thomas arrivarono Wade, Rose e Crawder: fu un’operazione mirata a ottenere risultati nel breve periodo, cioè una stagione competitiva e un’altra finale. Ma fallì clamorosamente: i Cavs in questi primi mesi di NBA hanno dimostrato poca alchimia e motivazione, ottenendo risultati mediocri (31 vittorie e 22 sconfitte, paragonabili a quelli di squadre sulla carta molto più deboli).
Thomas è stato infortunato dalla scorsa estate fino a poche settimane fa: da quando è rientrato, le cose per Cleveland non solo non sono migliorate, ma anzi sono peggiorate notevolmente. Nelle 15 partite che ha giocato, non ha fatto grandissime cose in attacco ma soprattutto ha fatto malissimo in difesa, aggravando il principale problema della squadra. Thomas ha peggiorato la situazione concedendo diverse interviste polemiche, mandando in crisi il clima e il morale dei Cavs, già notoriamente delicato per via della fortissima personalità di James.
E quindi?
Cleveland ha preso una decisione seguendo la strategia “when in trouble, go big”: le cose andavano male, e ha deciso di rivoluzionare tutto. Thomas non era l’unico problema della società, e ha subito un trattamento che in molti hanno giudicato ingiusto, viste le grandi cose che aveva fatto vedere nella scorsa stagione: ma la dirigenza di Cleveland ha ritenuto necessario, per salvare la stagione, separare lui e James, che come dimostra questo video delle esultanze dopo una delle ultime vittorie dei Cavaliers, non lo gradiva molto.
https://twitter.com/BrennanMoore7/status/961449357521444865
Nelle due ore precedenti alla chiusura del mercato, giovedì sera, praticamente tutti i giornalisti e gli osservatori sportivi hanno commentato con grande sorpresa le scelte di Cleveland, totalmente inaspettate. Ma in molti hanno fatto notare che dietro gli scambi c’è un progetto più ampio: da tempo infatti si parla della possibilità che James si trasferisca ai Lakers la prossima estate, quando gli scadrà il contratto. Nella NBA, le squadre hanno un limite agli stipendi complessivi che possono pagare ai giocatori: si stima che senza Clarkson e Nance, e visto che Thomas e Frye hanno entrambi i contratti in scadenza a fine stagione, i Lakers libereranno 50 milioni di dollari annui dal loro monte stipendi. Lo spazio libero per gli stipendi potrebbe perfino alzarsi a 70 milioni, se se ne dovesse andare l’ala Julius Randle e se riusciranno ad abbassare lo stipendio dell’ala Luol Deng: in quel caso, dicono i giornalisti americani, potrebbero fare arrivare anche la fortissima ala degli Oklahoma City Thunder Paul George.
Ai Lakers, Thomas farà da rinforzo a Lonzo Ball, giovane playmaker scelto al draft di quest’anno, che sta giocando benissimo e che è considerato da tutti uno dei giocatori potenzialmente più forti dei prossimi anni. Secondo Paolo Uggetti di The Ringer, il “maltrattamento” di Thomas e il suo ripartire con poche aspettative potrebbe essere la cosa che gli serve per raddrizzare la sua carriera dopo gli ultimi mesi.
Cosa ci ha guadagnato Cleveland
Il general manager dei Cavs Koby Altman ha evidentemente deciso di risolvere drasticamente i gravi problemi della squadra, che nella fattispecie erano soprattutto la difesa e l’età avanzata della sua rosa, ma che si estendevano al morale e a tutti gli altri aspetti del gioco della squadra. In questa stagione era rimasto poco da salvare, visto che per come era messa la squadra sembrava difficile anche solo vincere le finali dei playoff dell’Est, e sostanzialmente impossibile battere i Warriors. Secondo Zach Lowe di ESPN, i Cavs hanno fatto «il meglio che potevano fare» nella situazione in cui erano.
La cosa che ancora non è chiara, e che forse lo sarà solo in estate, è il ruolo avuto da James nell’operazione: ha un’influenza spropositata sulla società, che a lui deve tutti i suoi successi, e non si sa se sia già stata decisa, all’interno dell’operazione, la sua partenza o la sua permanenza a Cleveland.
Thomas, Wade e Rose non stavano rendendo, ed erano anzi la causa principale dei problemi in difesa e di fisicità dei Cavaliers: è stato sorprendente cederli pochi mesi dopo averli presi, ma ha un senso nell’economia della squadra. Shumpert e Frye, poi, erano sempre meno utilizzati nelle rotazioni. Hill e Hood si conoscono perché hanno giocato insieme ai Jazz, e potenzialmente possono integrarsi bene con James, perché sono ottimi tiratori, e anche se sono un po’ a rischio infortuni sono difensori fisici e atletici.
Se James dovesse andarsene in estate, come probabile, i Cavaliers avrebbero comunque una serie di ali e guardie giovani, talentuose e prestanti fisicamente per costruire una squadra intorno al centro Kevin Love, il più forte giocatore rimasto dopo James. A loro si potrebbe aggiungere un altro giocatore di livello con la scelta al primo giro del draft del 2018, che hanno acquisito dai Brooklyn Nets l’anno scorso. La squadra probabilmente non sarebbe da titolo, ma potrebbe fare bene nella Eastern Conference, molto meno competitiva della Western Conference.
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