L’accordo sulla settimana lavorativa da 28 ore, in Germania
Per ora riguarda solo i metalmeccanici del Baden-Württemberg, che potranno chiedere di lavorare meno per prendersi cura di figli o parenti
Martedì 6 febbraio a Stoccarda, in Germania, il sindacato unitario dei metalmeccanici (Ig Metall) ha raggiunto un accordo-pilota che prevede la settimana lavorativa di 28 ore su base volontaria per certe categorie di dipendenti e l’aumento del 4,3 per cento in busta paga fino al 2020. L’intesa è stata raggiunta dopo tredici ore di trattative e diversi giorni di sciopero a cui aveva partecipato quasi un milione di lavoratori.
L’accordo si applicherà prima a 900 mila lavoratori del settore metallurgico nel Land del Baden-Württemberg, che si trova nel sud-ovest del paese e che è il terzo stato tedesco per estensione e per popolazione, e poi all’intera Germania dove gli iscritti a Ig Metall sono circa 3,9 milioni. Il contratto collettivo raggiunto, e che è stato celebrato come un successo nonostante sia in realtà un compromesso al ribasso rispetto alle promesse iniziali, stabilisce che per occuparsi di parenti o bambini, ogni dipendente avrà il diritto di chiedere la riduzione dell’orario lavorativo a 28 ore per un periodo di tempo che va dai 6 mesi ai due anni. Dopodiché il dipendente tornerà al regime delle 35 ore.
I dipendenti che sceglieranno di ridurre l’orario di lavoro non avranno però un conguaglio dello stipendio come il sindacato chiedeva, ma un “bonus in tempo”: cioè 8 giorni di ferie a partire dal 2019. Tutti i dipendenti riceveranno inoltre un aumento del 4,3 per cento in busta paga a partire dal prossimo aprile, a fronte dell’aumento richiesto inizialmente del 6 per cento. Le imprese, dall’altra parte, hanno ottenuto la possibilità di estendere la settimana lavorativa sempre su base volontaria da 35 a 40 ore.
L’economia della Germania è cresciuta del 2,2 per cento lo scorso anno e la disoccupazione ha toccato un livello minimo a gennaio: solo il 5,4 per cento delle persone è senza lavoro. Dopo un decennio in cui a fronte della crescita economica le retribuzioni sono aumentate in media solo dello 0,81 per cento, i sindacati avevano deciso che era arrivato il momento di avanzare delle richieste ai datori di lavoro. Migliaia di membri della Ig Metall hanno dunque indetto degli scioperi, i primi del sindacato in 34 anni. Tra le aziende interessate c’erano Porsche e Daimler.
Il presidente del sindacato Jörg Hofmann ha parlato di un accordo che è una “pietra miliare” per il mondo del lavoro e che stabilisce come d’ora in poi «la flessibilità non sarà più un privilegio del datore». La Linke, cioè il partito politico tedesco di sinistra, ha invece detto di essere insoddisfatta perché nonostante quello dei metalmeccanici sia un settore in continua crescita l’aumento della paga stabilito dall’accordo è al di sotto del 6 per cento richiesto: la flessibilità, dicono, continua insomma «a essere unilaterale da parte dei dipendenti».