Chi ha vinto il Super Bowl stanotte
È stata una partita molto combattuta e tirata fino alla fine, decisa dalle prestazioni dei due quarterback, con storie opposte
Il Super Bowl, la finale del campionato statunitense di football e uno degli eventi sportivi più importanti del mondo, è stato giocato nella notte tra domenica e lunedì a Minneapolis, in Minnesota: hanno vinto i Philadelphia Eagles 41-33 dopo una partita molto combattuta contro i fortissimi New England Patriots del quarterback Tom Brady, la squadra più vincente degli ultimi 15 anni. A decidere l’incontro, secondo gli esperti, è stata la prestazione dell’altro quarterback, Nick Foles: uno che due anni fa stava per ritirarsi dal football e che fino allo scorso dicembre – quando dovette sostituire l’infortunato Carson Wentz – non aveva giocato nemmeno una partita della stagione.
Il 29enne Nick Foles, che fino a ieri aveva avuto una carriera dignitosa ma non eccezionale e che impallidiva al confronto con i record di Tom Brady, è stato l’eroe della serata e degli Eagles, diventando anche il primo giocatore di football a lanciare e ricevere per un touchdown durante un Super Bowl. È stato votato miglior giocatore della serata e gli Eagles hanno vinto così il loro primo titolo dal 1960, quando ancora il Super Bowl non esisteva. Tom Brady, che in carriera ha vinto il Super Bowl cinque volte, ha invece finito la partita con un errore piuttosto plateale a poco più di due minuti dalla fine, sull’azione che avrebbe potuto dare ai Patriots la possibilità di ribaltare il risultato: si è fatto rubare la palla da un giocatore avversario pochi istanti prima che potesse fare il suo lancio, e questo ha dato l’ultimo decisivo possesso di palla agli Eagles.
La partita, fino a quel momento, era stata molto combattuta, con entrambe le squadre che a tratti erano sembrate dominanti. Il punteggio dei quattro tempi di gioco è stato 9-3, 13-9, 7-14, 12-7, con gli Eagles che sono di fatto stati sempre in vantaggio, ma i commenti della partita si concentrano intorno ad alcuni momenti chiave. Uno di questi è stato a due minuti dalla fine della prima metà di gioco, quando i Patriots avevano appena segnato una meta dopo aver intercettato un passaggio di Foles e avevano ridotto il loro svantaggio a 15-12. Doug Pederson, il coach degli Eagles, ha ordinato ai suoi di fare la Philly Special – “la specialità di Philadelphia” – una giocata molto difficile e rischiosa che però è riuscita ad eludere l’attenta difesa dei Patriots e si è conclusa con il touchdown di Foles.
La chiave, ha poi raccontato Foles, è stato “far sembrare che io non stessi facendo niente”. Lo schema prevedeva infatti che Foles sembrasse escluso dalla giocata principale, quando invece nel momento decisivo è riuscito a smarcarsi e a ricevere il passaggio dal suo compagno Trey Burton, che per una piccola parte della sua carriera aveva giocato da quarterback.
L’altro grande momento del Super Bowl, come ogni anno, è stato il concerto dell’intervallo, a metà partita. Quest’anno l’artista invitato ad esibirsi era Justin Timberlake, che ha messo in piedi un intenso spettacolo di 12 minuti, trovando il tempo per rendere omaggio a Prince – originario di Minneapolis e morto nell’aprile 2016 – e farsi un selfie con un tifoso.