Oggi a Cipro si decide il nuovo presidente
Al ballottaggio c'è il presidente uscente e lo sfidante di sinistra, abbastanza d'accordo su Cipro del Nord e meno sull'economia
Oggi a Cipro c’è il ballottaggio per l’elezione del nuovo presidente, dopo che al primo turno della scorsa domenica nessun candidato ha ottenuto più del 50 per cento. Nicos Anastasiades, presidente uscente e leader di una coalizione di centro-destra, ha preso il 35,5 per cento dei voti, mentre il suo avversario è Stavros Malas del Partito Progressista dei Lavoratori, AKEL, che al primo turno ha ottenuto il 25,7 per cento dei voti. Anastasiades, che ha 71 anni, e Malas, che ne ha 50, erano già stati sfidanti al ballottaggio nel 2013. Secondo i sondaggi dovrebbe vincere Anastasiades, ma al primo turno Malas aveva preso più voti del previsto, quindi il risultato non è scontato.
Cipro è la terza isola più grande del mar Mediterraneo – dopo Sicilia e Sardegna – e dal 1974 è divisa in due parti: la “parte greca”, cioè il paese indipendente in cui si stanno svolgendo le elezioni presidenziali, e la “parte turca”, Cipro del Nord, che è una repubblica auto-proclamata e non riconosciuta dalla comunità internazionale. La “parte greca” di Cipro è una repubblica presidenziale, dove quindi il presidente è il capo di stato e di governo. Il paese, indipendente dal Regno Unito dal 1960, fa parte dell’Unione Europea dal 2004.
Da decenni la più importante questione politica della Repubblica di Cipro riguarda le relazioni con la parte turca dell’isola. La divisione avvenne quando la Guardia nazionale cipriota e la giunta militare al governo in Grecia (il cosiddetto “regime dei colonnelli“) organizzarono un colpo di stato il cui scopo finale avrebbe dovuto essere l’unificazione con la Grecia. Intervenne però la Turchia per difendere la minoranza turca, occupando un territorio della parte nord-orientale dell’isola più vasto rispetto a quello storicamente abitato dai ciprioti di origine turca. La Turchia è l’unico paese del mondo a riconoscere l’indipendenza di Cipro del Nord e ha 35mila militari nel territorio della repubblica auto-proclamata.
Nel 2017 i colloqui per la riunificazione dell’isola sono falliti in malo modo. In campagna elettorale, Anastasiades ha detto che intende riprendere i negoziati e ha insistito sul fatto che durante la sua presidenza appena conclusa i negoziati con Cipro del Nord sono arrivati più vicini a un accordo di quanto fosse mai successo in passato. Anche Malas è favorevole ai negoziati. Nell’ultima settimana entrambi i candidati hanno cercato di convincere gli elettori che contratterebbero con Cipro del Nord senza lasciare troppo spazio all’influenza della Turchia, per ottenere i voti che al primo turno erano andati al centrista Nicolas Papadopoulos (che aveva ottenuto il 25,7 per cento): in particolare hanno detto che si opporrebbero alle richieste della Turchia di lasciare i propri soldati sull’isola in modo permanente.
Papadopoulos è infatti più duro riguardo ai rapporti con la parte turca di Cipro, e non ha dato indicazioni ai suoi sostenitori su chi votare al ballottaggio perché ritiene che entrambi siano disposti a fare troppe concessioni a Cipro del Nord. Secondo gli osservatori è probabile che alla fine i suoi sostenitori sceglieranno tra Anastasiades e Malas sulla base delle loro proposte per l’economia, piuttosto che su quelle riguardo i rapporti con Cipro del Nord. Anastasiades ha fatto molta campagna elettorale celebrando la ripresa dell’economia avvenuta durante il suo mandato dopo la grave crisi finanziaria del 2013; Malas ha invece cercato di ottenere i voti degli elettori più giovani, accusando Anastasiades di favorire le persone più ricche con le sue politiche fiscali, ricordando che il salvataggio finanziario è stato possibile solo con dei massicci prelievi nei risparmi dei correntisti delle due principali banche cipriote.