Lo scandalo che sta paralizzando il Perù
Riguarda la principale azienda edile dell'America Latina, e non se ne vede la fine
Lo scandalo Odebrecht, che ha portato alla più grande indagine per corruzione nella storia dell’America Latina, sta paralizzando l’economia del Perù e colpendo i più alti esponenti politici del paese. Lo scandalo è venuto fuori per la prima volta in Brasile diversi anni fa ed è arrivato a coinvolgere 14 paesi dell’America Latina (tra cui Argentina, Venezuela e Colombia) e America Centrale (per esempio Panama). In un articolo pubblicato pochi giorni fa sul Washington Post, il giornalista Anthony Faiola ha scritto però che il paese più colpito dallo scandalo è per distacco il Perù.
La storia dello scandalo Odebrecht – chiamato anche “Car Wash”, dal nome di una stazione di servizio di Brasilia usata per riciclare le tangenti – è per certi versi incredibile. Odebrecht è la più grande società edile dell’America Latina. Anni fa un’indagine avviata in Brasile su un caso di corruzione portò alla scoperta delle complesse attività della “divisione delle operazioni strutturate” di Odebrecht, a tutti gli effetti un reparto di corruzione, che stando alle accuse avrebbe gestito pagamenti illeciti per centinaia di milioni di euro. In sintesi, la società pagava tangenti ai governi per garantirsi enormi appalti nel settore dell’edilizia.
Lo scandalo che ne è seguito ha avuto conseguenze enormi sia dal punto di vista economico che politico: ha coinvolto un senatore colombiano, un vicepresidente ecuadoriano e il presidente venezuelano Nicolás Maduro, tra gli altri. In Brasile ha portato alla condanna in primo grado dell’ex presidente Luiz Inácio Lula da Silva, ha contribuito all’impeachment di un altro ex presidente, Dilma Rousseff, e ha rallentato la nona economia del mondo. In Perù Odebrecht ha ammesso di avere pagato 29 milioni di dollari in tangenti a funzionari pubblici tra il 2005 e il 2014, in cambio di 12,5 miliardi di dollari in contratti ottenuti da appalti irregolari. Negli ultimi 12 mesi, lo scandalo è costato 150mila posti di lavori e la bancarotta di decine di società.
Lo scandalo Odebrecht ha avuto un impatto notevole anche sulla politica peruviana. Finora sono stati tre gli ex presidenti accusati di avere preso tangenti dalla società brasiliana. Lo scorso luglio Ollanta Humala, presidente peruviano dal 2011 al 2016, è stato arrestato insieme a sua moglie perché sospettato di avere ricevuto tangenti da Odebrecht per un valore di 3 milioni di dollari, per finanziare la sua campagna elettorale. La magistratura peruviana sta indagando anche sul suo predecessore, Alan García, che è accusato di corruzione relativamente a diversi progetti affidati a Odebrecht, tra cui la costruzione della metropolitana di Lima, la capitale del Perù. C’è anche un ordine di arresto emanato dalla Procura per il predecessore di García, Alejandro Toledo, accusato di avere preso 20 milioni di dollari in tangenti per aiutare Odebrecht ad assicurarsi un importante contratto per la costruzione di un’autostrada che avrebbe dovuto collegare Brasile e Perù. Oggi Toledo è un docente dell’Università americana di Stanford e sta cercando di opporsi alla richiesta di estradizione fatta dalla magistratura peruviana agli Stati Uniti.
Lo scandalo ha coinvolto anche l’attuale presidente, Pedro Pablo Kuczynski, accusato di avere ricevuto pagamenti illeciti da Odebrecht tra il 2004 e il 2007. Inizialmente Kuczynsky aveva negato le accuse, poi però il mese scorso ha ammesso che la sua società, la Westfield Capital, ha accettato 782mila dollari di pagamenti illeciti.
A causa delle accuse, lo scorso dicembre Kuczynski è stato sottoposto a un voto di impeachment da parte del Parlamento peruviano, che avrebbe dovuto dichiararlo “moralmente incapace”. Per la sua rimozione servivano 87 deputati favorevoli su 130, ma alla fine la mozione di impeachment ha ottenuto solo 78 sì, contro 19 no e 21 astensioni. Tre giorni dopo il voto, Kuczynski ha dato la grazia a un altro ex presidente, Alberto Fujimori, che dal 2007 era in carcere per corruzione, abuso di potere e violazione dei diritti umani. Alcuni politici di opposizione hanno sostenuto che la decisione di Kuczynski fosse stata parte di un accordo tra il governo e una fazione “dissidente” del principale partito di opposizione peruviano: sembra che l’accordo si basasse sulla concessione della grazia in cambio di un voto non favorevole all’impeachment.
Il governo peruviano guidato da Kuczynski non sembra sapere come fare per superare le difficoltà legate allo scandalo Odebrecht, ha scritto Anthony Faiola sul Washington Post. Nel febbraio 2017, di fronte alla pressione dell’opinione pubblica e alle indagini della magistratura, il governo ha deciso di congelare i beni della società e fermare i suoi appalti, alcuni dei quali di centinaia di milioni di dollari. Molti progetti si sono fermati del tutto, anche per la scarsa fiducia degli investitori a concedere finanziamenti in un clima così teso e complicato. Intanto, secondo le stime degli economisti, nel 2017 progetti bloccati e contratti congelati a causa dello scandalo sono costati al Perù 1,5 punti di prodotto interno lordo, e potrebbero costare un altro punto percentuale nel 2018.