Carles Puigdemont non potrà essere eletto presidente a distanza
Lo ha stabilito il Tribunale costituzionale spagnolo dopo avere esaminato un ricorso del governo: è una decisione che va capita
Il Tribunale costituzionale spagnolo ha deciso di non permettere l’elezione a distanza dell’ex presidente catalano Carles Puigdemont, il candidato della lista indipendentista più votata alle ultime elezioni che si sono tenute in Catalogna, lo scorso dicembre. Il Tribunale doveva esprimersi su un ricorso presentato dal governo spagnolo, che aveva chiesto che la sessione del Parlamento catalano convocata per eleggere il nuovo presidente della Catalogna venisse sospesa: il governo riteneva infatti illegale la proposta fatta dal presidente del Parlamento catalano, Roger Torrent, di presentare come unico possibile candidato alla presidenza Carles Puigdemont, che da diverse settimane si trova a Bruxelles per evitare di essere processato dai tribunali spagnoli. Roger Torrent è stato eletto da poco dallo stesso Parlamento, e appartiene a Esquerra Republicana (ERC), partito indipendentista catalano alleato con la lista di Puigdemont.
Il governo spagnolo guidato dal primo ministro Mariano Rajoy sostiene che Puigdemont non possa ricoprire il ruolo di presidente, visto che è accusato dalla giustizia spagnola di diversi reati – tra cui quello di ribellione, che prevede fino a 30 anni di carcere.
Il Tribunale costituzionale, di fatto, ha deciso che l’elezione di Puigdemont a presidente della Catalogna potrà avvenire solo se lo stesso Puigdemont si presenterà in Parlamento il giorno del dibattito e del voto, cioè martedì prossimo. Ha invece escluso la possibilità che Puigdemont venga eletto a distanza, ipotesi che era stata fatta nelle ultime settimane. La questione è che se Puigdemont dovesse rimettere piede in Spagna, verrebbe immediatamente arrestato. Non è chiaro cosa succederà ora, né quali siano le intenzioni di Puigdemont.
Il Tribunale costituzionale era riunito dalle 13 di oggi e nel corso della discussione aveva perso uno dei suoi giudici, di orientamento conservatore, che aveva avuto un lieve malore. Nel pomeriggio, durante la pausa pranzo dei giudici, il País aveva pubblicato un’indiscrezione sull’andamento della riunione, secondo la quale i giudici erano molto divisi sulla decisione da prendere.
Il ricorso, comunque, era molto controverso e le modalità con cui era stato presentato dal governo spagnolo al Tribunale costituzionale erano state criticate parecchio. Il governo guidato da Rajoy aveva infatti deciso di non ritirare il ricorso nonostante il parere contrario del Consiglio di stato. Anche gli avvocati del Tribunale costituzionale, che in spagnolo vengono indicati con il termine letrados, si erano espressi a favore della non ammissione del ricorso presentato dal governo.