Ellen DeGeneres si fa volere bene
Compie 60 anni la conduttrice di talk show più popolare dopo Oprah, capace di tenere insieme pezzi di Stati Uniti diversissimi tra loro
Ellen DeGeneres, oltre ad avere un nome difficile da scrivere (ma facile da pronunciare, all’italiana, degeneres), è una di quelle celebrità americane la cui fama è sproporzionata tra Stati Uniti e resto del mondo. O almeno, è stato così fino al 2014, quando condusse una delle cerimonie degli Oscar più seguite e apprezzate degli ultimi anni. Prima del famoso selfie-più-ritwittato-di-sempre, prima delle pizze distribuite agli attori e alle attrici, DeGeneres era conosciuta nel mondo come la prima protagonista di una sitcom importante a fare coming out, e negli Stati Uniti come la principale candidata a raccogliere l’eredità di Oprah Winfrey come “regina dei talk show”. È nata il 26 gennaio 1958, e oggi compie 60 anni.
Oggi non c’è gara, nella competizione tra le conduttrici e i conduttori di talk show diurni negli Stati Uniti: perché la stravince DeGeneres, il cui Ellen DeGeneres Show va in onda ogni pomeriggio da 15 stagioni, su un sacco di canali. In tutto ha vinto 59 Emmy, i premi più importanti della tv americana, ed è visto più o meno da 3 milioni di persone al giorno. Il 22 per cento in più della media degli altri talk show diurni, secondo i dati Nielsen.
Il successo straordinario di DeGeneres dipende dalle sue grandi capacità da comica e intrattenitrice, ma anche da come è riuscita a costruirsi un personaggio che piace a un sacco di persone: a guardarla in tv sembra di conoscerla, di essere amici da una vita. Piace al pubblico più anziano – l’età media dei suoi spettatori è di 55 anni – che possono sentirsi moderni guardando il programma di una donna gay e progressista, star dei social media (ha 77 milioni di follower su Twitter) e che mischia riflessioni acute a battute facili e rassicuranti. DeGeneres è una delle conduttrici che attraggono più sponsor di tutta la tv americana, non solo per il suo successo ma anche perché il suo pubblico è mediamente benestante: anche quando si occupa delle ville delle celebrità a Malibu DeGeneres riesce a mantenere il contatto con quelle centinaia di migliaia di persone che la seguono e che invece benestanti non lo sono. Una qualità che secondo molti Oprah Winfrey aveva perso, nell’ultimo periodo della sua carriera.
Questo suo successo da conduttrice ha dovuto costruirselo da sola, però. Nella sua vita precedente, infatti, era stata la protagonista della serie di ABC Ellen: cioè Ellen Morgan, la strana proprietaria trentenne di una libreria di Los Angeles, raccontata tra i suoi problemi quotidiani. Ellen andò in onda tra il 1994 e il 1998, ed è ricordata soprattutto perché trasmise uno dei più famosi coming out della cultura pop recente. Nei due episodi intitolati “The Puppy Episode”, andati in onda nel 1997, il personaggio di DeGeneres scopriva di avere una cotta per un personaggio interpretato da Laura Dern. Nella famosa scena in cui Ellen dice di essere gay, lo fa per sbaglio, attraverso un microfono che diffonde le sue parole in un intero aeroporto.
L’episodio ricevette le prevedibili critiche dei conservatori, ma soprattutto un sacco di apprezzamenti, e aprì parzialmente la strada alla rappresentazione delle persone omosessuali nella televisione e nel cinema. I due episodi erano stati anticipati da una famosa copertina di Time, che raffigurava DeGeneres e la scritta «Yep, I’m gay», e da un’intervista sullo stesso tema con Oprah Winfrey, andata in onda poche ore prima delle due puntate. Nonostante la rivelazione fosse già nota, quella sera Ellen fu visto da più di 40 milioni di persone.
Dopo il suo coming out, DeGeneres faticò a lavorare: ha raccontato che «le persone gay pensavano non fossi abbastanza gay. Le persone etero pensavano fossi troppo gay». Fu lei a ideare un tipo di talk show che mettesse a proprio agio le persone, che si basasse sull’idea di lasciare a tutti la libertà di esprimersi. Ne è un esempio il segmento iniziale di ogni puntata, in cui le persone del pubblico ballano come vogliono, scompostamente o aggraziatamente, senza che nessuno le giudichi o le prenda in giro.
DeGeneres è originaria della Louisiana, e da bambina si spostò molto con la madre: crebbe principalmente ad Atlanta, quella del Texas. Il suo provenire dal sud degli Stati Uniti ha contribuito al suo successo trasversale: è una celebrità di Hollywood omosessuale e liberal, ma ha conservato quell’affabilità e quella concretezza che milioni di americani non riconoscono in chi proviene dalle grandi città dell’East Coast o della California. Iniziò a lavorare nel mondo dello spettacolo all’inizio degli anni Ottanta, facendo la comica di stand-up. Si fece notare nei giri della televisione, e all’inizio degli anni Novanta recitò in due sitcom poco fortunate, Open House e Laurie Hill, che durarono poco ma in cui lei fece molto bene, tanto da convincere ABC a sceglierla per Ellen.
Con il suo carattere e il suo talento, DeGeneres è riuscita nel tempo a mantenersi popolare e trasversale ed essere comunque attiva in politica, impegnandosi in favore dei diritti LGBT, di quelli degli animali e nei temi ambientalisti, sempre associandosi al Partito Democratico e alle istanze liberal. Nel 2016, il presidente degli Stati Uniti Barack Obama le consegnò la medaglia della Libertà, la più alta onorificenza civile degli Stati Uniti.
Nella cerimonia, Obama disse che «è facile dimenticare oggi, quando abbiamo fatto così tanta strada e i matrimoni gay sono legali, quanto coraggio ci volle per Ellen per fare coming out sul palcoscenico più pubblico, quasi vent’anni fa. Quanto fu importante, non solo per la comunità LGBT ma per tutti noi: vedere qualcuno così pieno di gentilezza, e così amato, qualcuno che poteva essere una nostra vicina, o una nostra collega, o nostra sorella, mettere in discussione le nostre convinzioni, ricordandoci che abbiamo più cose in comune di quante pensiamo, e spingendo il nostro paese nella direzione della giustizia. Che grande peso deve essere stato, rischiare la carriera per farlo. Non molti lo fanno. E poi raccogliere le speranze di milioni di persone sulle proprie spalle. Ma è come dice Ellen: vogliamo tutti una tortilla che regga il peso del guacamole».