10 cose dalle sfilate maschili
Scelte dal New York Times: una sorpresa da Louis Vuitton, un grande rave, un mercatino delle pulci parigino e il buon giornalismo che va di moda
Mercoledì 24 gennaio è finita la Settimana della moda maschile di Parigi, che ha concluso il periodo in cui gli stilisti più importanti hanno presentato – a Londra, New York, Firenze e Milano – le loro collezioni uomo per l’autunno/inverno 2018. Sul Post abbiamo raccontato cosa si era visto a Milano, e online potete leggere commenti e riassunti interessanti su cosa è successo nelle altre città e sulle cose che andranno di moda nei prossimi mesi: come il marrone, i cappottoni, i tessuti a scacchi e il colore ottanio (una nuova parola da imparare), oltre a tutto quello che a che fare con Ikea, ma solo se siete moooolto alla moda. Questa è una selezione delle dieci cose che resteranno di queste sfilate secondo Alex Tuleda di T Magazine, il mensile di moda e lifestyle del New York Times: ci sono il pocono di Prada (eh?), Roberto Bolle e Kendall Jenner nella milanese Villa Necchi, e la sfilata di Vetements al mercato delle pulci di Paul Bert Serpette, nella periferia di Parigi.
Lo spettacolo inquietante di Charles Jeffrey
Charles Jeffrey ha 27 anni ed è considerato uno dei prossimi grandi stilisti: la rivista di moda Dazed l’ha definito «la nuova promessa della prossima generazione di stilisti britannici» mentre ai British Fashion Awards 2017, i premi della moda britannica, è stato scelto come il miglior stilista emergente di moda maschile. Tantrum, l’ultima collezione del suo marchio LOVERBOY presentata a Londra, unisce la sua eredità scozzese – è di Glasgow – fatta di tartan e gonne in lana, a raffinata sartoria e richiami allo stile di John Galliano. Resterà soprattutto per la performance che l’ha accompagnata, con ballerine e ballerini dai corpi dipinti di bianco che si muovevano lungo la passerella e tra il pubblico, urlando e gesticolando rabbiosi per esprimere la difficoltà di scoprirsi omosessuali.
Il rave di Rick Owens
A dicembre ha aperto alla Triennale di Milano la prima retrospettiva dello stilista americano, “Subhuman, Inhuman, Superhuman“, che fino al 25 marzo esporrà una selezione di abiti, accessori, disegni e arredi realizzati e selezionati dallo stesso stilista. La celebrazione di oltre vent’anni di carriera è culminata alla Settimana della moda di Parigi dopo la sfilata in stile techno, con una mega festa terminata alle sei del mattino, tra modelli che servivano al bar senza maglietta e DJ alla moda.
Prada ha tirato fuori il nylon, di nuovo
L’ultima collezione di Prada era piena di citazioni e richiami a precedenti successi dell’azienda, come le banane stampate della primavera 2011, le larghe righe blu della primavera 1996 e il pocono, un tipo di nylon a trama fitta usato soprattutto per i paracaduti, che Prada usò per la prima volta per le sue borse nel 1984. Ora lo ha impiegato per gli accessori e i vestiti di lusso e ha chiesto a famosi designer e architetti, come Herzog & de Meuron e Rem Koolhaas, di usarlo per creare qualche accessorio, come zaini e ombrelli.
Roberto Bolle e Kendall Jenner a Villa Necchi
Chiunque viva o conosca un po’ Milano, sa anche che Villa Necchi Campiglio, una delle più famose abitazioni moderniste, è uno dei posti più belli da visitare della città. È qui che Tod’s ha organizzato una festa con il ballerino di danza classica Roberto Bolle e la modella Kendall Jenner, sorellastra di Kim Kardashian, nuovi testimonial dell’azienda.
Naomi Campbell e Kate Moss da Louis Vuitton
A gennaio Kim Jones aveva detto che avrebbe lasciato, dopo sette anni, la direzione creativa della linea uomo di Louis Vuitton. La sua ultima sfilata, al Grand Palais di Parigi, si è conclusa con l’arrivo a sorpresa di Naomi Campbell e Kate Moss che, indossando due trench con il famoso monogramma dell’azienda, hanno accompagnato Jones in passerella per il suo ultimo applauso.
Cindy Crawford, mamma orgogliosa
Tudela scrive che le sfilate di Balmain sono di una qualità eccezionale, come gli abiti e gli accessori disegnati per l’azienda dal direttore creativo Olivier Rousteing: questa, sempre a Parigi, non è stata diversa ma «tra luci brillanti, musica martellante e vestiti con perline e cotte di maglia, in prima fila c’è stato un momento più delicato e inatteso». Cindy Crawford era lì per guardare sfilare suo figlio Presley Gerber, quando è spuntato lo ha ripreso per tutto il tempo, e ovviamente qualcuno ha ripreso lei: la scena, piuttosto tenera, è stata filmata e pubblicata su Instagram da Anders Christian Madsen, il critico di moda dell’edizione britannica di Vogue.
La cena di Martine Rose
C’è sempre grande attesa per le sfilate di Martine Rose, la stilista di moda maschile del momento, non solo per gli abiti ma anche per il luogo, l’allestimento e l’originalità. Le ultime due si sono tenute nella periferia di Londra, ma altre erano state più scarne, come quella della primavera 2015 che aveva un solo abito. Quest’anno Rose non ha organizzato nessuna sfilata e ha presentato la collezione ai buyer – cioè le persone che decidono cosa acquistare per le boutique, i negozi e le grandi catene – servendosi di un catalogo fotografato da Charlotte Wales: ci sono cappotti oversized, colorate giacche in jeans, maglie in seta e pantaloni in pelle di serpente. Rose ha comunque fatto parlare di sé con un raffinato evento mondano alla Settimana della moda di Parigi per festeggiare la sua collaborazione con Slam Jam, un rivenditore di streetwear, e la marca Napapijri: si è svolta a L’Epi D’or, un classico bistrot parigino, con amici, parenti e pochi selezionati giornalisti, a cui ha distribuito Polaroid per scattare delle foto durante la serata.
https://www.instagram.com/p/BeNdbcOnkKn/?taken-by=martine_rose
https://www.instagram.com/p/BeTIqHmHdBg/?taken-by=martine_rose
Vetements al mercato delle pulci
Vetements, uno dei grandi marchi del momento sotto la direzione creativa di Demna Gvasalia, ha fatto sfilare i suoi modelli nel mercato delle pulci di Bert Serpette Marché, nella periferia nord di Parigi. Gvasalia ha chiamato la collezione L’elefante nella stanza, riferendosi allo stilista Martin Margiela e alla grande influenza che ha avuto su di lui nel reinventare gli abiti che scovava nei mercatini. È così che continuano a fare grandi stilisti come Gvasalia e Alessandro Michele di Gucci, che riprendono, ridisegnano e accostano in modi nuovi stili e vestiti già esistenti, andando spesso incontro ad accuse di plagio. Oltre alla contemporaneità del tema, si è parlato della sfilata anche perché ha spezzato le regole tradizionali della moda, con giornalisti e buyer che sedevano senza posti prenotati su vecchie sedie tra gli stand, con i proprietari dei negozi che guardavano i modelli davanti alle loro porte.
Modelli neri, bianchi, asiatici
Anche la moda maschile sta dimostrando, come quella femminile, una maggiore attenzione nel proporre modelli estetici diversi da quelli tradizionali – ragazzi ossuti e caucasici – e in queste ultime sfilate ci sono stati più modelli neri, asiatici, figli di immigrati, per rappresentare a pieno il mondo di oggi. Serhat Isik e Benjamin Alexander Huseby del marchio berlinese GmbH, molto impegnati su questo fronte, hanno spiegato a T Magazine che «Gli asiatici, i musulmani e le persone transgender sono raramente rappresentate nel mondo della moda» e che «l’unico modo per cambiare l’idea di bellezza della società è farlo con rappresentazioni forti e di rottura».
Il buon giornalismo va di moda
L’ultimo punto è un momento di autocelebrazione del New York Times e in qualche modo del buon giornalismo.
Due aziende hanno infatti stampato sui loro vestiti il logo del New York Times. Il marchio giapponese Sacai ha fatto indossare a un modello una felpa con il motto della campagna “Truth. It’s more important now than ever”, indossato anche dalla stilista Chitose Abe per comparire in passerella per il saluto al pubblico a fine sfilata; e il collettivo Études ha stampato il logo su magliette, giacche, maglioni, cappelli da baseball e sciarpe.