In Egitto è stato arrestato il principale rivale del presidente alle prossime elezioni
L’ex generale Sami Anan era l'unico che sembrava avere qualche chance contro al Sisi, il grande favorito alle elezioni di marzo
Le autorità egiziane hanno arrestato oggi l’ex generale Sami Anan, dopo avergli negato il permesso di candidarsi alle prossime elezioni presidenziali, fissate a marzo. Anan, ex membro del potente Consiglio supremo militare delle forze armate egiziane (SCAF), era visto come l’ultima possibile minaccia alla rielezione dell’attuale presidente, Abdel Fattah al Sisi, che sembra così non avere più rivali. Anan è stato accusato di avere falsificato alcuni documenti necessari per presentare la sua candidatura, ma diversi osservatori sospettano che il suo arresto sia stata una mossa calcolata del governo egiziano per escluderlo dalle prossime elezioni.
Anan è stato arrestato dopo che il precedente principale rivale di al Sisi, l’ex primo ministro egiziano Ahmed Shafiq, si era inaspettatamente ritirato. Shafiq, infatti, aveva annunciato la sua candidatura lo scorso novembre dagli Emirati Arabi Uniti. Dopo l’annuncio, Shafiq era stato però arrestato dalle autorità emiratine, considerate molto vicine ad al Sisi, ed era stato consegnato all’Egitto. Poi aveva dato un’intervista a una televisione egiziana nella quale negava di essere stato sequestrato, come invece sospettavano in molti, e annunciava di avere riconsiderato la sua candidatura alle elezioni: «Non sarei la persona ideale per guidare lo stato», aveva detto.
La scorsa settimana aveva ritirato la sua candidatura anche Mohamed Anwar al Sadat, nipote dell’ex presidente egiziano Anwar Sadat, ucciso nel 1981 mentre era ancora in carica. Sadat ha parlato di un ambiente ostile a una «sana competizione» politica e ha denunciato episodi intimidatori contro i suoi sostenitori. Oltre ad al Sisi, che negli ultimi anni ha instaurato in Egitto un regime molto autoritario – sembra che i candidati alle prossime elezioni saranno Khaled Ali, un avvocato di sinistra che però ha un processo in corso, e Mortada Mansour, un parlamentare di destra.