Gentiloni dice che il M5S non andrà al governo

Nella sua prima intervista da presidente del Consiglio a un quotidiano italiano ha detto che la "possibilità che il Movimento 5 stelle arrivi a guidare il governo" non esiste

(ANSA/ PRESIDENZA DEL CONSIGLIO - TIBERIO BARCHIELLI )
(ANSA/ PRESIDENZA DEL CONSIGLIO - TIBERIO BARCHIELLI )

Nella sua prima intervista a un quotidiano italiano da quando è presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni ha definito le prossime elezioni «il più importante appuntamento politico della storia recente del nostro paese»: ma nel corso dell’intervista col direttore del Foglio, Claudio Cerasa, e pubblicata oggi, Gentiloni dice anche di non essere preoccupato dall’esito del voto e in particolare dalla possibilità di una vittoria del Movimento 5 Stelle:

«Sinceramente, io non sono affatto spaventato. Penso che il rispetto agli elettori del Cinque stelle sia dovuto. Ma penso che la possibilità che il Movimento 5 stelle arrivi a guidare il governo non ci sia. Perché è una forza che se anche avesse risultati significativi, risultati che attualmente gli vengono attribuiti da sondaggi non so quanto generosi, non avrebbe i numeri per governare. Quindi rispetto assoluto per l’elettorato del Movimento 5 stelle. Ma registro che fuori dall’Italia nessuno mi ha mai mostrato preoccupazione per la possibilità, a cui nessuno crede, che il Movimento 5 stelle possa arrivare al governo dell’Italia»

Il centrodestra, invece, secondo Gentiloni ha più possibilità di vincere o comunque di ottenere, sommando le sue varie componenti, il risultato migliore alle prossime elezioni. Ma secondo Gentiloni sarà uno schieramento fortemente sbilanciato verso la Lega.

«L’ultima volta che il centrodestra andò al governo le cifre furono queste: Berlusconi 37,2 per cento, Lega nord 8 per cento. In quel contesto l’idea di addomesticare la Lega poteva funzionare. Oggi le proporzioni sono incomparabili. Sono praticamente paritarie. Lo dicono i sondaggi ma lo dice anche il criterio con cui il fronte sovranista si è diviso con il fronte berlusconiano i collegi»

Secondo Gentiloni è questa doppia sfida, da un lato con il Movimento 5 Stelle, dall’altro con un centrodestra dominato dalla Lega, a rendere le attuali elezioni particolarmente importanti e storiche. «Oggi arriverei a dire che tra i campi che si confrontano ci sono delle differenze perfino più radicali di quelle che si vivevano nella belle époque degli anni Novanta», ha spiegato a Cerasa: «Quando lo scontro principale era tra l’Ulivo e Berlusconi. Le linee di demarcazione oggi sono profonde. E chi scommette sull’apertura non può cincischiare con la chiusura».

Quando Cerasa lo incalza sul fatto che al PD manchi una proposta credibile con cui affrontare le promesse dei suoi avversari, Gentiloni risponde: «Qualcuno si ricorda qual era la proposta vincente di Macron in Francia? E quella di Merkel in Germania? In pochi lo ricordano perché in entrambi i casi il messaggio vero era ciò che si rappresentava». Secondo Gentiloni: «Noi andremo alle elezioni non dicendo che aboliremo l’Iva sul prosciutto ma ricordando che tra le forze politiche in campo l’unica in grado di guidare questo paese che si sta riprendendo creando posti di lavoro e abbassando la pressione fiscale in modo graduale, e soprattutto continuando a fare le riforme radicali avviate da Matteo Renzi, siamo noi».

Sulle domande più politiche, ossia se sarà lui il candidato presidente del Consiglio del Partito Democratico o se comunque è destinato a ricoprire un ruolo più importante nella futura campagna elettorale, Gentiloni risponde in maniera cauta ed equilibrata: «Il PD ha un segretario che si chiama Matteo Renzi e si candida a essere il primo partito del prossimo governo. Il presidente del Consiglio, come capita sempre in un regime proporzionale, si delineerà non prima ma dopo le elezioni». Infine, Gentiloni elenca i successi del suo governo: «accompagnamento della ripresa, la gestione positiva del flusso dei migranti e una certa dose di camomilla nel dibattito politico, il salvataggio e la stabilizzazione del sistema bancario sono uno dei principali successi di questo governo».