Quelli che vogliono bere “acqua grezza”
Cioè acqua di sorgente, non trattata: negli Stati Uniti ci sono società che la vendono e gente che la compra, ma c'è un motivo se abbiamo smesso di berla
Un gruppo di startup e imprenditori statunitensi sta provando – e riuscendo, in certi casi – a commercializzare un nuovo tipo di acqua. Ma forse sarebbe più corretto dire un vecchio tipo d’acqua: “acqua grezza”, cioè acqua di sorgente, non filtrata, non sterilizzata e non trattata. Acqua così come esiste in natura, diciamo, ma proveniente dalle fonti più disparate, senza la selezione e i rigorosi controlli sanitari applicati per esempio alle acque minerali commercializzate in Italia.
Uno dei primi articoli a raccontare questa tendenza è apparso sul New York Times a fine dicembre, e a quello ne sono seguiti altri: nessuno ha saputo descrivere con precisione le dimensioni del fenomeno, cioè quante persone stiano effettivamente consumando abitualmente acqua grezza. Di certo però diverse startup americane, principalmente della Silicon Valley, stanno raccogliendo molti finanziamenti, e questa tendenza sta uscendo dalla nicchia alla quale era relegata.
I sostenitori dell’acqua grezza sostengono che sia l’acqua imbottigliata che l’acqua di rubinetto contengano sostanze aggiuntive dannose per la salute, e che allo stesso tempo sia priva di altre – presenti invece nell’acqua di sorgente – che avrebbero effetti benefici per la salute. Chi ci crede, ce l’ha in particolare con l’aggiunta di fluoruri nell’acqua degli acquedotti, e al fatto che passi attraverso tubature in metallo. Queste persone ritengono poi che i trattamenti dell’acqua – anche quella imbottigliata, con ozono o luce ultravioletta – rimuovano batteri benefici, i cosiddetti probiotici. Non ci sono prove scientifiche alla base di queste teorie.
La moda dell’acqua grezza, ha spiegato il New York Times, si sovrappone ad altre mode alimentari più consolidate tra le comunità più ricche e di sinistra, spesso basate su argomenti antiscientifici quando non complottisti, come il crudismo. Mukhande Singh, fondatore di Live Water, una delle principali società che commercializza acqua grezza, ha detto per esempio di credere che l’acqua pubblica sia avvelenata: al New York Times ha parlato di «acqua del cesso con dentro farmaci per il controllo delle nascite. Clorammine, con l’aggiunta di fluoruri. Chiamatemi complottista, ma è un farmaco che controlla la mente, e che non ha effetti benefici per la salute dei denti». Ci sono molte prove che invece li abbia, effetti benefici per la salute dei denti, mentre non ce n’è ovviamente nessuna sul fatto che sia un “farmaco che controlla la mente”.
Singh dice che la sua acqua dura un ciclo lunare, dopodiché comincia a diventare verde. I filtraggi e i trattamenti dell’acqua che poi finisce negli acquedotti, infatti, servono a evitare che chi la beve contragga malattie derivanti da virus e batteri che si trovano nell’acqua di sorgente (nelle sorgenti non controllate, almeno), spesso insieme ai pesticidi. A volte i batteri arrivano direttamente dalla cacca degli animali e possono essere mortali; tra i minerali presenti nell’acqua di sorgente ci può essere l’arsenico, che è un veleno. Proprio per questo, praticamente da quando esistono gli acquedotti, l’uomo ha cercato modi per trattare l’acqua e renderla potabile: modi che non sono mai stati sicuri e tecnologici come al giorno d’oggi, ovviamente. Da quando l’acqua pubblica viene trattata con il cloro, all’inizio del Novecento, sono diminuite drasticamente le morti per diarrea causata da tifo e colera, per esempio.
Una delle società che si occupano di acqua grezza è Zero Mass Water, che ha sviluppato un sistema che attraverso un impianto sui tetti delle case raccoglie l’umidità, la filtra e produce circa 10 litri di acqua al giorno, con l’aiuto di pannelli solari. Costa 4.500 dollari, compresa l’installazione.
Uno dei più convinti sostenitori dell’acqua grezza è Doug Evans, l’imprenditore della Silicon Valley che aveva fondato la società Juicero: quella degli spremi-frutta da 600 dollari che non servivano a niente, perché i sacchetti delle ricariche potevano facilmente essere spremuti a mano. La società, dopo essere stata presa in giro per mesi online, ha chiuso lo scorso settembre. Da allora Evans ha fatto molta pubblicità all’acqua grezza, organizzando “cacce alle sorgenti” in cui attraversa proprietà private di notte per riempire qualche bottiglia d’acqua. All’ultimo Burning Man, il festival nel deserto del Nevada al quale partecipano soprattutto ricchissimi e “alternativi” imprenditori, ne ha portati quasi 200 litri.
La popolarità dell’acqua grezza si è diffusa piuttosto trasversalmente. Alex Jones, per dirne uno, è il fondatore del sito cospirazionista e razzista Infowars, e sostiene che i fluoruri servano a rendere le persone più docili. Ma c’è chi sostiene queste teorie anche da sinistra, tra le comunità new age e salutiste molto di successo per esempio nella zona della Silicon Valley.
Alla Rainbow Grocery, una cooperativa nel quartiere di Mission a San Francisco, un boccione in vetro contenente 2,5 galloni di acqua grezza Live Water, cioè circa 9,5 litri, costa 36,99 dollari, cioè 30 euro. Riempire un boccione delle stesse dimensioni costa 14,99 dollari, cioè 12 euro: più di un euro al litro. Tra i pareri di chi consuma acqua grezza riportati dal New York Times c’è quello di Vanessa Kuemmerle, designer della Silicon Valley, che dice che ha notato miglioramenti alla pelle, il bisogno di bere meno acqua e «la sensazione di ottenere migliori nutrimenti dal cibo».