Le indagini sulla coppia arrestata in California per aver imprigionato i 13 figli
Si sono dichiarati "non colpevoli", mentre la polizia ha dato un primo resoconto sulle condizioni e le torture che hanno subito i bambini per anni
Giovedì 18 gennaio David Allen Turpin e Louise Anna Turpin, arrestati in California perché da anni tenevano prigionieri i 13 figli, sono stati formalmente accusati di torture, abuso su minori, sequestro di persona e abuso di adulti a carico. L’uomo è stato inoltre accusato di aver commesso un atto osceno su una delle bambine. I due si sono dichiarati “non colpevoli”. Il procuratore distrettuale della contea di Riverside, Michael Hestrin, durante una conferenza stampa ha spiegato che per i due genitori è stata fissata una cauzione di 13 milioni di dollari: 1 milione per ciascun figlio.
David Allen Turpin, 57 anni, e Louise Anna Turpin, 49 anni, erano stati arrestati martedì 16 gennaio nella loro casa di Perris, vicino a Los Angeles, dopo che una loro figlia 17enne era riuscita a scappare da una finestra di casa e a chiamare la polizia: nella casa dove la ragazzina viveva con la famiglia, gli agenti avevano trovato altri 12 figli della coppia, di età compresa tra i 2 e i 29 anni, tutti in condizioni di grave malnutrizione e con segni di violenze. Dopo due giorni di indagini, la polizia ha fornito anche un primo resoconto dettagliato sulla condizioni e le torture a cui i due genitori hanno sottoposto i loro figli, in particolare negli ultimi 7 anni.
I figli della coppia venivano tenuti legati per settimane e a volte anche per mesi ai mobili della casa o ai letti, prima con delle corde e poi con catene e lucchetti. Era permesso loro lavarsi solo una volta all’anno: se si lavavano le mani sopra i polsi, venivano incatenati per punizione e accusati di aver giocato con l’acqua. Altre punizioni comprendevano percosse e strangolamento. Tutti i bambini, a eccezione del più piccolo, sono stati trovati in grave stato di malnutrizione, mentre i genitori mangiavano bene e con regolarità. A volte i due genitori compravano delle torte e le lascivano esposte, senza permettere ai bambini di assaggiarle. Il figlio di 12 anni pesa quanto un bambino di 7 anni, il figlio di 29 anni pesa poco più di 37 chili.
Ai figli non era permesso giocare (compravano dei giochi, ma impedivano loro anche solo di tirarli fuori dalla scatola) e dovevano stare svegli di notte e dormire di giorno. L’unica attività ricreativa che i genitori concedevano ai loro figli era scrivere un diario. La polizia ha trovato decine di manoscritti nella casa e li userà per le indagini. Tutti i bambini erano stati educati privatamente, a casa, e nessuno di loro, ha spiegato il procuratore distrettuale Hestrin, conosceva il significato di concetti come “medicine” e “polizia”; non avevano mai visto un dentista. I nonni dei fratelli hanno detto a ABC News che la loro “istruzione” prevedeva la memorizzazione di lunghe parti della Bibbia. Molti di loro hanno danni cognitivi a causa dell’abuso prolungato e avranno bisogno di un supporto psicologico a lungo termine per guarire.
La ragazza 17enne che è riuscita a scappare aveva progettato la fuga con i suoi fratelli e le sue sorelle per due anni. Con una sorella più piccola, martedì 16 gennaio poco prima dell’alba, era uscita di casa da una finestra: la sorellina, per paura di essere scoperta e punita, era invece tornata indietro. La grande è riuscita a chiamare il 911 con un telefono cellulare a cui era stata tolta la sim (una legge federale stabilisce che anche dai telefoni non operativi sia possibile chiamare il numero per le emergenze).
Quando la polizia è arrivata, tre dei fratelli sono stati trovati incatenati e le quattro camere da letto puzzavano di urina. A tutti è stato dato del cibo, dell’acqua e poi sono stati portati in ospedale. La polizia ha affermato che David e Louise Turpin «non erano in grado di fornire immediatamente una motivazione logica» sul perché i bambini fossero incatenati e Louise Turpin sembrava «perplessa» dalle domande degli investigatori. Betty Turpin, la madre di lui, ha detto che suo figlio le aveva detto di avere così tanti bambini perché lo voleva Dio: ha detto che pensava che i due fossero dei «cristiani modello. È difficile crederci. Nel corso degli anni, solo il Signore sa cosa è successo». La sorella di lei, ha detto più o meno la stessa cosa: «Abbiamo sempre pensato che vivessero la vita perfetta. Ci dicevano che erano andati a Disneyland, che sarebbero andati a Las Vegas». La donna ha anche detto che Louise era uscita di casa a 16 anni per sposare Turpin.
Dalle indagini è stato scoperto che David Allen Turpin aveva ricevuto un’autorizzazione nel 2011 per gestire una scuola privata in casa e che ufficialmente per l’anno scolastico 2016-2017 aveva accolto sei studenti. La coppia aveva dichiarato bancarotta in California nel 2011 sostenendo di avere debiti tra i 100.000 e i 500.000 dollari. A quel tempo David Allen Turpin lavorava come ingegnere alla Northrop Grumman Corporation e guadagnava 140.000 dollari l’anno. Lei era invece una casalinga. L’avvocato che aveva seguito la loro pratica di bancarotta ha detto in un’intervista telefonica che la coppia parlava spesso dei suoi figli, che lui non aveva però mai visto nel suo studio. Gli abusi sono iniziati quando la famiglia viveva a Fort Worth, in Texas. Si era trasferita in California nel 2010: prima a Murrieta e poi nel 2014 a Perris. Gli investigatori stanno cercando di determinare se la religione abbia avuto qualche ruolo in tutta questa storia.
Su una pagina Facebook che sembra essere stata creata dalla coppia si possono vedere le loro foto a Disneyland con i bambini che indossano camicie tutte uguali. Diverse foto sembravano essere state scattate durante una cerimonia di matrimonio. I genitori hanno vestiti da sposa e da sposo e sono circondati dai figli che sorridono nei loro abiti scozzesi. NBC News scrive anche di aver ottenuto dei video girati in alcune cappelle di Las Vegas durante il rinnovo dei voti di matrimonio della coppia per i loro anniversari: l’ultimo è del 2015 e i figli sono presenti. Se i coniugi Turpin verranno condannati potrebbero trascorrere il resto della loro vita in carcere. Mike Hestrin, ha concluso la conferenza stampa dicendo che «questa è un’indagine in corso. Siamo all’inizio, non alla fine».