Che succede al Real Madrid?
La squadra più forte della scorsa stagione sta giocando molto male e a meno di sorprese non vincerà il campionato spagnolo
Sabato pomeriggio il Real Madrid di Zinedine Zidane ha perso 1-0 in casa contro il Villarreal, portando a tre il numero di partite consecutive senza vittorie e ottenendo la seconda sconfitta nelle ultime tre gare di campionato, come non accadeva dal 2009. Per il Villarreal, invece, è stata la prima storica vittoria al Santiago Bernabeu, grazie alla quale ora è a un punto dal quarto posto occupato proprio dal Real Madrid. Per la squadra di Zidane la sconfitta contro il Villarreal è stata solo l’ultima di una serie di prestazioni deludenti, e si parla apertamente di “crisi”. Arrivati a gennaio, con quattro mesi di stagione davanti, il Real è già fuori dalla corsa al titolo: il Barcellona ha addirittura 16 punti di vantaggio e l’Atletico Madrid, secondo, ne ha comunque 10 in più.
Nel 2016 l’arrivo di Zinedine Zidane diede inaspettatamente inizio a uno dei cicli più vincenti della storia del club. Fu inaspettato perché Zidane aveva pochissima esperienza da allenatore, avendo precedentemente fatto il vice di Carlo Ancelotti e l’allenatore della squadra riserve del Real Madrid, nella terza divisione spagnola. E basta. Ma l’ex fuoriclasse francese dimostrò fin dalla prima partita di conoscere alla perfezione l’ambiente madridista, per cui giocò con grandi risultati dal 2001 al 2006. I giocatori del Real dichiararono che con Zidane si sentivano a loro completo agio. Bastò qualche modifica alla formazione titolare, su tutte l’utilizzo stabile del brasiliano Casemiro a centrocampo, rivelatosi poi uno dei migliori interditori al mondo, per far girare la squadra e renderla la più forte di tutte.
In due anni sotto la gestione di Zidane, il Real Madrid è stata la prima squadra a vincere per due anni consecutivi la Champions League, cioè il torneo per club più prestigioso al mondo. È inoltre tornato a vincere il campionato spagnolo a cinque anni dall’ultima volta e ha vinto praticamente ogni altra competizione a cui ha partecipato: la Supercoppa UEFA e la Coppa del mondo per club nel 2016 e nel 2017 e poi l’ultima edizione della Supercoppa spagnola. Con Zidane, Cristiano Ronaldo ha vinto due Palloni d’oro consecutivi, raggiungendo Lionel Messi, mentre gli altri titolari della squadra si sono definitivamente affermati come i migliori al mondo nei loro ruoli.
In passato è capitato diverse volte che qualche allenatore del Real venisse esonerato per molto meno, perché non gradito al pubblico e all’ambiente, per esempio, o perché in disaccordo con il presidente Florentino Perez. Una serie così impressionante di vittorie — impressionante persino per il Real, la squadra più vincente del calcio — è il motivo per cui Zidane conserva tuttora il proprio incarico senza nemmeno rischiare il posto almeno fino al termine della stagione.
Uno dei problemi della squadra arriva dalla difesa. In 18 partite di campionato ha concesso 17 gol, quasi uno a partita, più del doppio di quelli subiti dal Barcellona (7) e dall’Atletico Madrid (8). Rispetto alle passate stagioni, inoltre, i due terzini Dani Carvajal e Marcelo hanno contribuito molto meno alla fase offensiva con assist e gol, facendo pesare molto di più le loro note difficoltà in fase difensiva.
In aggiunta ai problemi in difesa, Zidane ne ha uno di grosso anche in attacco, che da sempre è il reparto che contraddistingue il Real Madrid. In cinque mesi di campionato nessun titolare è riuscito a mettere insieme più di 4 gol, decisamente pochi. L’anno scorso l’attacco del Real produsse complessivamente 61 gol, con Ronaldo, Benzema, Morata e Isco. Quest’anno i quattro attaccanti — Ronaldo, Benzema, Bale e Asensio — ne hanno segnati appena 16 in totale. Al Real mancano quindi i gol di tutti i suoi giocatori migliori.
Ma il peggior problema per Zidane è la condizione fisica della squadra, la causa del periodo negativo: il suo Real infatti si è sempre affidato principalmente alle qualità tecniche e fisiche dei giocatori — perché sono fra i migliori al mondo — senza però concentrarsi più di tanto sugli schemi, sui movimenti e in generale sugli aspetti tattici. Ora che la condizione fisica è visibilmente calata, non c’è nient’altro che tenga in piedi la squadra.
Le prestazioni di Cristiano Ronaldo sono l’emblema della situazione del Real. Da due anni l’attaccante portoghese è solito disputare la prima parte di stagione giocando meno — e quindi segnando anche poco — per poi presentarsi nella seconda metà, quella decisiva, nel pieno delle proprie energie, risultando fondamentale in tutte le partite più importanti. Solo che quest’anno il suo rendimento è troppo basso, o meglio: è decisamente inferiore se confrontato allo stesso periodo degli anni scorsi. Ha segnato 6 gol in 6 partite di Champions League ed è risultato decisivi nelle altre partite di coppa giocate fin qui, ma si è trattato di partite secche, spesso giocate contro squadre nettamente inferiori. In campionato ha segnato 4 gol, pur giocando quasi tutte le partite. Per giunta, in assenza di Ronaldo, Zidane non ha nessun altro attaccante in forma: Bale è continuamente infortunato, Benzema ha un problema ad una coscia, Isco e Asensio non possono sopperire alla varie assenze dato che pur avendo grandi doti offensive non sono degli attaccanti veri.
Se domenica il Barcellona dovesse vincere a San Sebastian contro la Real Sociedad, il Real si troverebbe più vicino alla zona retrocessione che alla testa della classifica. Al termine della partita contro il Villarreal, Zidane ha detto in conferenza che l’unica soluzione per uscire da questo periodo è continuare a lavorare come hanno sempre fatto, e che molti giocatori recupereranno la loro condizione fisica nelle prossime settimane. Il brasiliano Marcelo, titolare nella sconfitta di sabato, dopo la partita ha detto: «È una delle peggiori situazioni in cui mi sia mai trovato qui a Madrid. Noi ci stiamo provando a giocare un buon calcio, a segnare di più, ma non ne veniamo fuori».