In Repubblica Ceca si andrà al ballottaggio
Alle presidenziali il favorito Miloš Zeman non ha preso abbastanza voti per vincere al primo turno: fra due settimane sfiderà l'indipendente Jiří Drahoš
Il presidente uscente della Repubblica Ceca Miloš Zeman, del Partito dei diritti civili, ha vinto il primo turno delle elezioni presidenziali ceche: a spoglio quasi completo ha ottenuto il 38,6 per cento dei voti. Il suo principale sfidante, il candidato indipendente Jiří Drahoš, ex direttore dell’Accademia delle Scienze ceca, è secondo con il 26,6 per cento. Nessun candidato è riuscito a superare la soglia del 50 per cento, quindi Zeman e Drahoš andranno al ballottaggio, in programma il 26 e 27 gennaio.
Zeman — che al suo seggio di Praga è stato contestato da un’attivista del gruppo femminista FEMEN — era dato come favorito dai sondaggi, che però hanno anche previsto correttamente che al primo turno non sarebbe riuscito a ricevere più del 50 per cento dei voti. Dietro ai primi due candidati c’è l’indipendente Pavel Fischer, ex ambasciatore ceco in Francia, che ha ottenuto fin qui il dieci per cento, seguito a sua volta dagli altri due candidati indipendenti Michal Horáček e Marek Hilšer, entrambi fermi al nove per cento. Sia Hilšer che Horáček e Mirek Topolánek, il candidato del centrodestra che ha ottenuto il quattro per cento dei voti, hanno già annunciato che al ballottaggio sosterranno Drahoš. È tutt’altro che scontata quindi una vittoria di Zeman: secondo gli osservatori, Drahoš ha qualche possibilità di rimonta.
Il presidente ceco ha pochi poteri ma una grande influenza sul dibattito pubblico e sulla direzione della politica del paese. Zeman e Drahoš hanno progetti molto diversi per la Repubblica Ceca. Negli ultimi anni Zeman, presidente dal 2013, ha favorito e promosso politiche populiste e anti-immigrazione. Ha anche messo in discussione la partecipazione del suo paese all’Unione Europea e alla NATO, sostenendo la necessità di organizzare un referendum per decidere su entrambe le questioni. Negli ultimi anni la Repubblica Ceca si è infatti avvicinata progressivamente alla Russia e ai governi populisti anti-immigrazione dell’Europa orientale.
Drahoš ha invece criticato le posizioni populiste di Zeman, promettendo di «ripristinare l’autorità morale» che secondo lui veniva riconosciuta ai presidenti cechi come Václav Havel, ultimo presidente della Cecoslovacchia e primo della Repubblica Ceca. Ha detto che se venisse eletto confermerebbe l’impegno della Repubblica Ceca nell’Unione Europea e nella Nato e si allontanerebbe dalla Russia. Ha anche annunciato che non appoggerebbe più il primo ministro Andrej Babiš, che fa parte di ANO 2011, partito politico centrista e populista.