In Cina il governo organizza appuntamenti al buio di massa
Perché vuole che le donne, che sono molte di meno, si sposino presto: pare che funzionino, anche se con grande imbarazzo dei presenti
In Cina ci si sposa in media intorno ai 26 anni. Gli uomini e le donne che si avvicinano a quell’età, oppure l’hanno superata senza trovare un compagno o una compagna, raccontano di subire una certa pressione sociale a sposarsi: dalla famiglia, dagli amici, e anche dallo stato, che in Cina è notoriamente più pervasivo che altrove. Negli anni scorsi il governo aveva provato a spingere le donne a sposarsi facendo leva sul discorsi legati a responsabilità personali e sensi di colpa. Ultimamente sta provando un metodo nuovo: l’organizzazione di appuntamenti al buio di massa. La giornalista del Washington Post Emily Rauhala ha partecipato a uno di questi eventi, e lo ha raccontato in un lungo articolo.
Il responsabile dell’organizzazione di questi eventi nella città di Hangzhou, che ha 9 milioni di abitanti ed è vicina a Shanghai, è Wang Huiqiu, 35enne funzionario della sezione giovanile del Partito Comunista. Rauhala scrive che da quando alcuni mesi fa i suoi capi hanno deciso che la sezione doveva occuparsi del “problema dei matrimoni”, Wang «ha passato settimane ad organizzare questi eventi, e i weekend a supervisionarli; una missione che conduce con uno zelo marxista».
Una recente domenica pomeriggio, circa duecento persone hanno partecipato all’evento organizzato da Wang alla periferia della città. C’era un po’ di tutto: alcuni giovani uomini, per esempio, provavano delle frasi a effetto per iniziare la conversazione, altri si cimentavano col karaoke. Rauhala ha avuto l’impressione che nonostante il compito di trovare un partner dovesse teoricamente pesare di più agli uomini – in Cina sono 35 milioni più delle donne – la pressione di accoppiarsi rimaneva soprattutto sulle donne.
Nella cultura tradizionale cinese la donna è da sempre vista come un soggetto debole e inferiore rispetto all’uomo, e nemmeno i tentativi del regime comunista di sradicare questa convinzione hanno funzionato. Il maschilismo è centrale nel Confucianesimo, che impone alle donne di obbedire e riferire sempre a un maschio, sia il padre, il marito o il figlio. Fino a pochi decenni fa i matrimoni combinati erano la regola, e le donne non potevano ereditare niente dai genitori. Sembra che queste idee facciano ancora parte dell’eredità culturale cinese; gli uomini cercano soprattutto delle donne che “si prendano cura di loro”, come ha raccontato a Rauhala un uomo intervistato all’evento di Hangzhou. Zha Wei, una donna di 29 anni che ha partecipato all’appuntamento al buio di massa, è molto orgogliosa della sua laurea in economia e si è lamentata del fatto che «gli uomini vogliono solo delle donne che fanno cose da “femmine”».
Anche Wang ha detto a Rauhala che uno degli obiettivi dell’evento era quello di trovare un uomo alle donne presenti, prima che loro diventino adulte e “schizzinose”: «più una donna invecchia e sale la scala sociale, e più cercherà un uomo migliore. Se la sezione giovanile del Partito Comunista può aiutare le donne negli anni precedenti, per loro [sposarsi] sarà più facile».
All’appuntamento di massa organizzato da Wang, Zha non ha trovato nessun uomo interessante, ma in genere questo tipo di eventi funziona. Nella regione dello Zhejiang, circa 100mila giovani hanno partecipato a eventi simili organizzati dal partito. La sezione locale ha anche messo in piedi una versione light di Tinder, la celebre app per trovare un appuntamento dal proprio smartphone: è un sito dove i giovani possono registrarsi, e dopo essere stati esaminati da un ufficio locale possono cercare fra migliaia di profili di uomini e donne.
Rauhala racconta però che l’evento di Hangzhou si è rivelato un normale appuntamento di massa: imbarazzante. Oltre a Zha, nemmeno l’uomo che si è lanciato nel karaoke ha trovato una possibile partner.