La Corea del Sud sta pensando di chiudere le piattaforme locali di transazioni con le criptovalute
Il ministro della Giustizia sudcoreano Park Sang-ki ha annunciato che il governo sta preparando una legge per vietare lo scambio di criptovalute sulle piattaforme online locali, una decisione simile a quella presa nelle scorse settimane dal governo cinese. La Corea del Sud è uno dei paesi del mondo dove le criptovalute sono più popolari: è il terzo paese mondiale per quantità di investimenti nel settore. Park ha detto che circola «grande preoccupazione sulle criptovalute», ma ci vorranno dei mesi prima che il piano del governo venga approvato dal parlamento e diventi eventualmente legge. Dopo l’annuncio di Park, l’ufficio del primo ministro sudcoreano ha precisato che quella di vietare le transazioni di criptovalute è una delle misure che si stanno valutando per aumentare le regolamentazioni nel settore, ma che non è ancora stata presa una decisione decisiva.
L’annuncio ha comunque provocato una grande quantità di vendite nel paese, che ha fatto scendere il valore generale di molte criptovalute. I bitcoin, che ieri stavano salendo arrivando a sfiorare i 15mila dollari, sono crollati a meno di 13mila dollari, per poi risalire parzialmente.
Questa settimana le autorità sudcoreane avevano già perquisito le sedi di Coinone e Bithumb, due piattaforme per scambiare e vendere criptovalute, lasciando intendere che nel paese fossero in corso misure per regolamentare e contenere il settore. Secondo alcuni osservatori sta succedendo la stessa cosa anche in Cina: i governi asiatici si stanno rendendo conto che quello delle criptovalute è un settore che ha raggiunto dimensioni enormi, nonostante sia molto rischioso soprattutto per i piccoli investitori, e che finora è stato sostanzialmente esente da regolazioni. Anche se il divieto dovesse effettivamente entrare in vigore, i cittadini sudcoreani potranno continuare a fare transazioni con le criptovalute utilizzando piattaforme straniere.