Chi sono i candidati alle regionali del Lazio

Il PD e il M5S hanno già deciso – Nicola Zingaretti e Roberta Lombardi – mentre il centrodestra ha un problema: il sindaco di Amatrice, Sergio Pirozzi

(Andrea Ronchini/Pacific Press via ZUMA Wire)
(Andrea Ronchini/Pacific Press via ZUMA Wire)

Il prossimo 4 marzo, lo stesso giorno delle elezioni politiche, si voterà anche per scegliere il nuovo presidente della regione Lazio attualmente governata da Nicola Zingaretti del PD, appoggiato da una coalizione di centrosinistra. Due dei futuri candidati al momento si conoscono già. Zingaretti si candiderà di nuovo per il PD, anche se non è chiaro se avrà l’appoggio del resto del centrosinistra, mentre la senatrice Roberta Lombardi sarà la candidata del Movimento 5 Stelle. Chi non ancora deciso il suo candidato è il centrodestra, che è diviso tra diversi nomi. Il sindaco di Amatrice, Sergio Pirozzi, vicino a Lega Nord e Fratelli d’Italia, ha iniziato da diverse settimane a fare campagna elettorale, ma il suo nome non sarebbe gradito a Forza Italia, che punterebbe invece sul senatore Maurizio Gasparri.

Domenica c’è stato un incontro tra i tre leader della coalizione di centrodestra, Silvio Berlusconi, Matteo Salvini e Giorgia Meloni, in cui è stato trovato un accordo per il candidato in Lombardia: dovrebbe essere l’ex sindaco di Varese Attilio Fontana, della Lega Nord. Sul Lazio, invece, non sembra esserci accordo. Gasparri non ha ancora parlato apertamente della sua candidatura e si è limitato a dire che il suo nome «gira, come è già successo altre volte». Quasi tutti i giornali, però, sono concordi nel dire che la sua candidatura è al momento una delle più probabili. Gasparri è romano, è stato nel MSI e poi in Alleanza Nazionale. È stato ministro delle Comunicazioni nel governo Berlusconi tra 2001 e 2005 ed è uno dei senatori di Forza Italia più attivi e conosciuti. Un altro nome che i giornali indicano in questi giorni, ma che sembra avere meno possibilità di spuntare la candidatura, è quello dell’attuale vicedirettore del TG1, Gennaro Sangiuliano, che sarebbe uno dei candidati sostenuti dal presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani.

Il principale problema che deve affrontare il centrodestra è quello dell’autocandidatura di Sergio Pirozzi, il sindaco di Amatrice, che a partire dal terremoto dell’estate 2016 che ha distrutto la sua città ha goduto di un’ampia visibilità nazionale, raccogliendo attestati di stima dal governo e da politici di tutti gli schieramenti. Già da alcuni mesi Pirozzi sta facendo una campagna elettorale con quella che è stata ribattezzata la lista “dello scarpone”, per via del simbolo di un’impronta di scarpone sul suo logo. Secondo un sondaggio fatto realizzare dallo stesso Pirozzi, la sua lista avrebbe circa il 20 per cento.

Pirozzi al momento è sostenuto dalla Lega Nord e da Fratelli d’Italia, mentre Forza Italia chiede che si faccia da parte. Lunedì mattina, Pirozzi ha commentato le richieste degli ultimi giorni: «Solo di fronte a un atto d’amore per la propria Regione di un leader nazionale quale è Giorgia Meloni farei un passo indietro. Senza pretendere nulla in cambio. Altrimenti vado dritto fino alla fine. Abbiamo già 500 comitati e ho fatto più di 100 incontri pubblici. E io non prendo in giro le persone».


Sergio Pirozzi, sindaco di Amatrice, accanto al simbolo della sua lista (ANSA / LUIGI MISTRULLI)

Il timore di molti esponenti del centrodestra – scrivono i giornali – è che se Pirozzi si candidasse da indipendente potrebbe sottrarre al candidato ufficiale della coalizione i voti necessari a riconquistare la regione. Il fatto che per le elezioni regionali si voti lo stesso giorno delle politiche è considerato da alcuni dirigenti del centrodestra un grosso vantaggio. I sondaggi nazionali sono buoni e le politiche potrebbero avere un effetto traino anche in regione. È un vantaggio particolarmente importante, perché i sondaggi per il momento danno Zingaretti in testa con il 37 per cento, quasi dieci punti più di Lombardi. La presenza di una lista di destra guidata da Pirozzi potrebbe annullare questo vantaggio, come è avvenuto alle elezioni di Roma nell’estate del 2016, quando la presenza di due liste di centrodestra concorrenti consegnò il ballottaggio a Movimento 5 Stelle e PD. I giornali scrivono che per evitare questo rischio a Pirozzi sarebbe stato offerta una candidatura al Parlamento nel collegio di Rieti, ritenuto sicuro.

Anche il PD, però, corre lo stesso rischio di divisioni interne. Per il momento Zingaretti è l’unico candidato dell’area di centrosinistra. La sua candidatura è sostenuta da alcuni membri di Liberi e Uguali, tra cui il leader Pietro Grasso e i componenti provenienti da MDP che già oggi siedono nel consiglio regionale del Lazio e appoggiano Zingaretti. Le componenti più di sinistra della coalizione, come quelle provenienti da Sinistra Italiana, sono però contrarie ad appoggiare il PD. Una decisione non è ancora stata presa, ma se il centrosinistra presentasse due liste, Zingaretti potrebbe andare incontro agli stessi problemi che ha oggi il centrodestra. Gli unici ad avere una candidata sicura, per il momento, sono i 5 Stelle, che lo scorso ottobre hanno eletto Lombardi con un voto online a cui hanno partecipato poco meno di 3 mila persone.