La Corte Suprema dell’India riesaminerà un articolo del 1860 del codice penale che punisce i rapporti omosessuali

un partecipante al pride di Nuova Delhi, 12 novembre 2017.
(SAJJAD HUSSAIN/AFP/Getty Images)
un partecipante al pride di Nuova Delhi, 12 novembre 2017. (SAJJAD HUSSAIN/AFP/Getty Images)

La Corte Suprema dell’India ha accettato di riesaminare, dopo il ricorso presentato da alcuni attivisti dei diritti LGBTI, la costituzionalità di un articolo del codice penale che criminalizza il sesso tra persone omosessuali.

La sezione del codice penale in questione è la 377: è stato formulato nel 1860 e mutuato dalla legislazione britannica del Sedicesimo secolo. La sezione dice che «chiunque abbia volontariamente relazioni carnali contro l’ordine naturale con qualsiasi uomo, donna o animale sarà punito» con pene che variano da alcuni anni di prigione all’ergastolo. Nel 2013 la Corte Suprema aveva affermato che meno di 200 persone erano state condannate per atti omosessuali in base alla legislazione vigente, ma gli attivisti dicono che la sezione di quel codice viene regolarmente utilizzata per ricattare e intimidire le persone LBGTI.

Secondo i promotori del ricorso l’articolo 377 del codice penale viola i diritti fondamentali previsti dagli articoli 14 e 21 della Costituzione sul diritto all’uguaglianza e sul diritto alla vita. Il divieto di sesso omosessuale era stato abolito da un tribunale di Nuova Delhi nel 2009, ma era stato reintegrato dalla Corte Suprema quattro anni più tardi causando critiche e proteste.